03-01-2009 | ciao, sono Michelangelo,
il testo non fa una grinza, ma rimane un testo che giustifica. Per me oggi non è più possibile sul piano politico continuare a ricercare una giustificazione ai gesti. Le scelte fatte nel passato sono storia acquisita, oggi occorre proporre a chi ha il potere di intervenire per fermare l'uso delle armi. Non farlo perché c'è chi è in grado perché ha armi più potenti, ma perché ha l'autorevolezza per dire fermatevi: non sparate più e ritroviamo il modo per concordare l'esistenza di 2 Stati Sovrani. Questa è la via maestra e chiunque può deve lavorare per perseguirla.
Concludo sollecitando anche ad andare a vedere il film in questi giorni nelle sale: “Il Giardino dei limoni”. Michelangelo Tumini | 03-01-2009 | Non si può che essere d'accordo!
Come aiutare, però, concretamente 'ogni diritto dalla violenza che lo deturpa'?
Grazie, Chiara e Mimmo | 03-01-2009 | Trovo giustissime queste considerazioni e le sottoscrivo
e vorrei che viaggiassero largamente
auguri Lidia Menapace | 03-01-2009 | Caro Enrico,
concordo con le tue riflessioni, ad eccezione del fatto che usi il termine popolo israeliano come se vi fosse una identità piena tra il governo, lo stato e la popolazione. Non è così: come in troppe cosiddette democrazie parlamentari, il corretto esercizio della rappresentanza è stato interrotto e distrutto dalla dominanza di partiti che sono in mano a lobbies di potere che di fatto vanificano il gioco democratico. Rimane in piedi la scenografia elettorale, ma l'emergenza dei candidati è sotto stretto controllo di specifici gruppi di potere. Questo vale sopratutto in Israele, dove controlla il potere da sempre la lobby sionista, senza specifiche preferenze per un partito o l'altro, ma gestendo accuratamente i candidati dell'uno o dell'altro schieramento. Lorenzo Dellacorte |
|