Bruna Spagnuolo: Carlo Forin e la stirpe degli uomini alati
 
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   04-11-2021
4 novembre 2021. Nel silenzio di Bruna ringrazio Dio:
-di lei che ha avuto pietà di me;
-della prova che mi diede 13 anni fa, insieme con la forza per superarla;
-dell'ascolto che mi dà con Enea Sansi;
-della vita che continua a darmi in dono;
-DUN è il Padrone in zumero. Basta il monosillabo DUN a convertire ogni cosa in bene.
Carlo Forin   
 
   04-10-2021
4 ottobre 2021. Carissima Bruna, non ti ho più letta da allora. Spero che tu viva. In ogni caso, sia che tu sia qua in terra, sia che sia alata in cielo, io comprovo i tuoi auguri più rosei dopo 13 anni. Ti sei intenerita per me e l'eterno ci sovrabbonda di gioia.
Carlo Forin   
 
   28-11-2008
Caro Carlo,
le prove non sono mai gradite a nessuno. Vorrei tanto che il Padre Celeste ti avesse risparmiato 'questa' prova, in particolare, ma... nulla accade per caso. Credo che ogni 'marmo' abbia un modo tutto suo di farsi cesellare dallo scultore supremo e che ci siano marmi dai quali Egli possa trarre opere più complesse e più grandiose (il rovescio della medaglia è... che dovrà usare abbondantemente lo scalpello...). Fa male (oltre i confini corporei) lo scalpello... ma realizza la definizione dei 'profili' di un'opera che, all'inizio, soltanto abbozzata e incompleta, non sa di non dare al suo creatore tutta la gloria che potrebbe dare. Lo saprà (quando lo scalpello farà molto male) e sarà allora che comincerà a cantare le lodi più belle (e che, da 'potenza' diverrà 'atto'). Il padre pretende sempre di più dai figli migliori (perché chi più ha più dia) e, a volte, le prove che impone possono sembrare eccessive (come può sembrare inaccettabile la sofferenza che ne deriva). Tutto va di pari passo con l'amore, però, anche se ciò può sembrare un paradosso. Mi piace molto un testo di autore ignoto (che sicuramente conosci), in cui il figlio-uomo dice al padre-Dio: "Mi hai lasciato solo..." e il padre risponde: "Non ti ho mai lasciato solo; quando hai visto sulla sabbia soltanto l'impronta di due piedi anziché di quattro era perché io ti stavo portando in braccio". Il senso di tutto ciò sta in un altro piccolo testo di qualche santo. Esso suggerisce di credere che sentirsi nel buio, a volte, può significare che Dio ci sta tenendo la mano sopra la testa. Non ci conosciamo, caro Carlo, ma ciò che ho intuito di te merita molto di più di quanto io abbia scritto. Ti ringrazio di essere l'esempio bello che sei. Il mondo ha sete di bellezza-rettitudine-sapere e non lo sa; ha un bisogno infinito dei vari Carlo Forin della terra ( e della stirpe degli uomini alati-moderni don Chisciotte che si ergono contro vari mulini a vento, come la direzione di Tellusfolio che ci ospita su questo 'stage'). Dura lex sed lex, purtroppo: per aspera ad astra, ma i sentieri spinosi che hai attraversato ti hanno riservato sorprese-fioriture che non avevi preventivato... (e che cantano la munificenza della paternità soprannaturale del tuo sentiero terreno). Grazie a te, caro Carlo (per l'umanità sana e forte e per l'amore di conoscenza che permea ogni tuo pensiero-parola-respiro). Grazie a nome mio, del mondo intero (e del popolo dei 'Tellusfoliani'). Bruna

P. S.-Temevo di non riuscire a scriverti questo messaggio, perché il collegamneto, qui, non è costante e, di solito, non mi dà abbastanza tempo, per scrivere online a lungo. Ho scoperto che posso 'copiare' ciò che scrivo e, perciò, ho 'trasportato' il messaggio nello spazio del commento.
bruna   
 
   28-11-2008
-Domine, non sum dignus- mi vien da dire a queste tue parole, o Bruna.
Tutti possono leggerti la grandezza d'anima. Io sento addirittura Lui che parla con te a ricordarci che questo mondo ci fa vivere il massimo ed il minimo e ci lascia la scelta del Bene, intanto, o del nulla: dove vuoi amare? Lo sento perchè tu, che non ho mai visto di persona, che adesso scrivi dall'Africa, dici cose che so solo io, porti il nome a me carissimo, citi Blade runner che considero capolavoro della cinematografia per le esperienze estreme e mostri di capire il tormento che mi è girato dentro oltre quello che ho scelto di scrivere. Il gabbiano Jonathan mi viene in mente. E Karòl, il mio Karol capace di sentire persino il silenzio di Dio, come madre Teresa.
Un po' di pudore mi fa tacere, alla fine.
Carlo Forin   
 

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