16-09-2006 | Ho insegnato molti anni, fuggendo dalla scuola quando troppi Di Scalzo ne hanno stravolto il valore, diventando paladini dell'ignoranza e spesso, purtroppo, anche della prevaricazione. La scuola pubblica diploma il 99% di studenti, gran parte dei quali sono i protetti dai Di Scalzo che, una volta fuori dalla scuola, entrano nelle Università senza concludere nulla. La scuola privata non si regge su scioperi, assemblee e perditempo che, nella scuola pubblica riducono i giorni di studio di un buon terzo:gli insegnanti della scuola privata meno preparati di quelli della scuola pubblica? Ma dove vive, in quale scuola,in quali compagnie i vari Di Scalzo si arrogano il diritto di diffondere con tanta prosopopea di linguaggio il loro punto di vista e le loro idee? Per dialogare si devono abbassare i toni e, se se ne è capaci( conta il retroterra socio-cultulare) si deve cercare un linguaggio corretto, che non sfiori nemmeno il radicalismo ideologico e lo spirito alieno di un pur minimo livello di sensibilità verso chi professa idee opposte. Giulia | 20-02-2006 | Approvo il modo di presentare il quesito al navigatore con ben sostenute ed evidenziate le ragioni del Sì e del No. Ragioni che ritengo in parte suggestive e meritevoli di ulteriore dibattito in entrambe le posizioni. Aggiungo solamente che il monopolio a volte è dannoso. Mauro Papini | 19-02-2006 | Personalmente mi convince maggiormente l'intervento di Di Scalzo ma i contenuti dei due articoli sono uno il contrario dell'altro!
Bisognerebbe fornire al lettore dati verificati e fonti che possano permettergli di giungere ad un giudizio obiettivo. Andrea Della Bosca |
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