04-03-2009 | Carissimo Massimiliano
Anch'io faccio parte di un'Associazione che lavora per il Madagascar. Qualche anno fa mio fratello fece venire il fratello di una suora malgascia per tre mesi con visto tutistico e tutto andò bene. Dopo un paio di anni, un'altra famiglia fece la pratica per il visto, sempre turistico, per il fratello di un'altra suora, ma gli negato perchè non parlava francese, non ho creduto, pensavo che dietro a questo motivo ci fossero altre ragioni. Nel frattempo sapemmo che l'incarico per "lo sbrigo" di tali pratiche era stato concesso "ai francesi". In questi giorni io ho riprovato a far venire una ragazza che i membri dell'Associazione conoscono e che ha qui una sorella e zie suore. Dal Madagascar però arrivano messaggi e voci di difficoltà da parte dell'Ambasciata francese e forse proprio per la lingua. Siamo in attesa. Tuttavia io ho gia fatto una bozza di lettera che spero di inviare all'Ambasciatore Italiano a Pretoria, all'Ambasciata del Madagascar a Roma e all'Ambasciata francese. Intanto mi unisco a te nel condannare un comportamento assurdo, disumano al di là delle colpe del governo malgascio, dell'Ambasciata francese e dell'Ambasciata italiana. Dove sono i diritti umani, l'abbattimento dei confini, l'Unità delle nazioni quando in una nazione c'è ancora una forma di schiavitù, razziale e forse solo arbitraria perhè mancano serie motivazioni? Vengono in Italia o in Francia? I malgasci si rassegnano, ma in noi c'è rabbia e amarezza, non tanto per una visita turistica, quanto per il sistema di giudizio. Forse l'Italia è il paese che mette allo sbaraglio le ragazze? e perchè allora è stato anche per gli uomini? I nostri Ambasciatori perchè non si fanno sentire? Non si esce dal Madagascar per turismo, allora per cosa si esce? Eppure l'Italia fa tanto per il Madagascar e manda tanti €! Ho saputo che le adozioni-affiliazioni per la Francia sono facili, ma per l'Italia si contano sulle dita.
Ciao Massimiliano; grazie di averti scoperto.Ester Ester Di Matteo | 29-10-2007 | massi bisogna far conoscere queste storie, o meglio queste vite, perchè di vite si tratta, a tutti e far girare il più possibile queste informazioni, credo che solo la sensibilizzazione della gente possa smuovere la politica (siamo tutti voti)....
nel sito "mangwana" oltre che hai progetti....inserirei anche queste testimonianze.....scusa se ti contatto qui ma non ho la tua e-mail....ti lascio la mia ganghini@hotmail.com
se mi invii del materiale lo inoltro nelle mailing list che ho.....e a giornali televisioni radio ecc. ecc.
stai facendo grandi cose....continua....
natalone Natali Daniele (natalone) | 30-08-2007 | Ringrazio la prof.a Mosca per l'intervento, la mia domanda "....e in tutto questo l'Italia che ruolo ha ? voleva essere lo spunto per rimandare alla questione italiana in Madagascar, paese nel quale non abbiamo più un'ambasciata dal 2000 e per quanto dichiarato il 28 giugno 2007 dalla Farnesina, dovremo ancora attendere per evidenti ragioni di bilancio.
Ritengo che l'argomento sia complesso e vada al di là di cio che comunque voleva essere uno sfogo nei confronti dei metodi usati in alcuni uffici e un invito a soffermarsi sul concetto e le speranze di libertà del popolo malagasy..
massimiliano ciucci | 30-08-2007 |
Gentile Dr. Ciucci,
ho letto l'articolo e credo che più che protestare contro l'agire della Francia, di cui è data notizia nell'articolo di oggi sul MIDI Madagasikara :
(Consulat de France à Madagascar La version du Consul sortant sur les questions de visas était explicite, hier, au ministère des Affaires étrangères à Anosy.
1 visa sur 6 refusé, selon le Consul sortant, Roland Brejon
S’il y a un sujet qui fâche entre l’administration française et les Malgaches, c’est bien les questions de visa. C’est sans doute pour cette raison que Roland Brejon, consul général sortant de France, a devancé toutes les interrogations pour faire valoir son point de vue hier, lors de sa cérémonie d’adieu au ministère des Affaires étrangères, à Anosy. A cette occasion, il a été fait officier de l’ordre national malgache par le Ministre Marcel Ranjeva.
Si ce dernier a été élogieux dans ses propos sur le séjour de Roland Brejon à Madagascar, le qualifiant « d’homme de terrain », le consul a quant à lui tenu des propos faisant penser qu’il ne s’amusait pas tellement dans la gestion de son quotidien professionnel. Il n’a pas en effet hésité à révéler qu’il n’y avait « aucune réception, aucune sortie en ville, un dîner ou un déjeuner » au cours desquels il n’était pas sollicité pour une histoire de visa. Chiffres à l’appui, il a annoncé qu’en 2006, 16.363 visas ont été délivrés, et le taux de refus était de 1 sur 6 visas, c’est-à-dire une proportion de 15%. Ces formalités relèvent du pouvoir discrétionnaire de l’administration française et sont régies par la politique générale de l’Etat, et aucune nation n’est privilégiée, a également argumenté le Consul.
Consensus
Il a aussi évoqué les facteurs culturels pour expliquer les incompréhensions de part et d’autre sur la délivrance ou non des visas. Selon lui, la culture malgache favorise la négociation pour aboutir à un consensus. « On a du mal pour que tout soit négociable » a tenu à expliquer Roland Brejon, qui a ajouté que les refus étaient souvent interprétés comme une intransigeance de la part des employés du consulat. Il a même illustré ses propos par le fait que si tous les Malgaches voulaient se rendre à la Réunion, l’île serait envahie ! Pour les refus de visas, si tous les demandeurs malgaches étaient des personnes louches et sujets à l’immigration clandestine, on pourrait comprendre le facteur culturel évoqué par le Consul. Mais quand il s’agit de personnes se rendant temporairement sur le territoire français et justifiant d’une activité bien réelle à Madagascar, le refus devient effectivement incompréhensible, surtout quand on prône que la France est une terre d’accueil. Apparemment, le débat sur ce sujet ne finira pas avec le départ de Roland Bréjon, qui va se tourner vers l’Union Européenne, et son successeur, Alain Jouret, reprendra le flambeau.) ed altri quotidiani malgasci.
La Sua protesta andrebbe formulata nei confronti del nostro governo: Roma ed ambasciata di Pretoria.
Con molti saluti
Liliana Mosca
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prof. Liliana Mosca
Docente di Storia e Istituzioni dei Paesi Afro Asiatici
Dipartimento di Scienze dello Stato
Università degli Studi di Napoli Federico II
Via Mezzocannone 4
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Liliana Mosca |
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