19-04-2020 | Commento sul Coronavirus
Anche i bambini, come gli adulti, possono risentire dell’ansia e dello stress legati all’emergenza sanitaria del Coronavirus. Per aiutarli ad esprimere le loro emozioni e a capire quello che sta accadendo senza spaventarli, i genitori e gli insegnanti svolgono un ruolo molto importante. Devono farli parlare e ascoltarli, spiegare a loro le cose in modo comprensibile, mostrargli come proteggere se stessi, i loro amici e la propria famiglia e rassicurarli. In questo momento così delicato e triste, i bambini con la loro ingenuità e spensieratezza stanno riuscendo a cogliere anche il “lato positivo”, ovvero avere a disposizione molto tempo per stare a casa e godersi i genitori e la famiglia. Prima di ciò i bambini vivevano la loro giornata in modo completamente opposto: freneticamente e ricevendo meno attenzioni, ciò li privava di momenti preziosi per la propria crescita. Si rendono conto della differenza di quello che accadeva pochi giorni fa e quello che sta accadendo adesso. Acquistano coscienza, sono consapevoli che qualcosa sta cambiando nella loro quotidianità, in quella dei genitori e nel mondo. Come i bambini, anche i genitori realizzano ciò, e colgono l’occasione per dare più spazio alla famiglia e ai loro piccoli, dando loro occasioni di crescita, riflessione e amore. Fondamentale è soprattutto la nuova organizzazione di “menage” familiare e il ritrovamento del senso della comunità che corazzano contro ogni paura e proteggono dal contagio, la quale permette alle insegnanti e ai genitori di interagire ed osservare i bambini in questo particolare contesto. Paradossalmente è proprio grazie a questo virus che i bambini si accorgono di quanto sia bello stare in casa con i genitori e parlare in video conferenza con la maestra, pronta a far sentire la sua presenza, anche se a distanza. È molto importante far distinguere ai bambini la realtà dalla fantasia, e spiegare loro le varie regole da applicare in questo periodo. Più di quanto si possa immaginare i bambini sono in grado di comprendere la realtà dei fatti e rispettare rigorosamente le regole, per un loro futuro certo e una società migliore. I bambini, attraverso la raffigurazione di ogni attuale regola per prevenire il Coronavirus, cercano di spiegare ai grandi come ci si comporta nel nuovo caso di emergenza, ed alcuni sono anche molto più bravi degli adulti nel metterle in pratica. Alessia Tartaglione | 19-04-2020 | A distanza di quattro settimane dal decreto ministeriale per le misure di contenimento, di fronte all’emergenza COVID-19, si prevede la chiusura di scuole e università, attività commerciali, ristoranti e pubblici esercizi. Il compito più importante è stato affidato proprio a noi cittadini e non ci è stato chiesto tanto, semplicemente di stare a casa per evitare ogni rischio di contagio, alleggerire la fatica dei nostri medici stremati dagli infiniti turni di lavoro.
La primavera è giunta come gli altri anni, e ha portato giornate di sole e fiori appena sbocciati, basta guardarci intorno per capire che in ogni cosa c’è Dio.
Tante discussioni al riguardo, al male e al dolore che ci colpisce in questo brutto periodo e soprattutto alla domanda sulla presenza di Dio nella storia umana; le parole del Papa ci hanno confortato tanto: “Sembra di stare tutti sulla stessa barca, una barca forse vacillante ma che tenta di stare a galla e la presenza di Dio costantemente al nostro fianco”.
Questo periodo che precede la Pasqua potrebbe essere per noi un momento di riflessione e magari un giorno potremmo definirlo come trampolino di lancio per la nostra rinascita interiore.
Tante difficoltà anche per le persone lontane da casa, parecchi non hanno rispettato i provvedimenti delle istituzioni e hanno cercato di rientrare presso le residenze dei propri familiari rischiando di compromettere la vita di interi paesi. Sembra di essere in guerra, io non l’ho mai vissuta ma la immagino così, una guerra contro un nuovo e sconosciuto nemico.
Poi ci sono i bambini, che possiedono spiccate capacità di adattamento forse date anche dal fatto che adesso hanno più tempo da trascorrere con i propri genitori, dall’alba al tramonto. Osservano in prima persona i comportamenti da adottare, dalla tv o in casa, riorganizzano la giornata a partire dai compiti assegnati dalle maestre , che vengono illustrati tramite i dispositivi elettronici dei loro genitori, in secondo luogo si improvvisano pasticcieri , pizzaioli, giardinieri, arricchendo così il loro bagaglio di vita perché i bambini si lasciano facilmente influenzare dall’ambiente in cui si trovano e c’è da dire che non vi è miglior modo di apprendere se non dai genitori che seguono passo dopo passo , durante l’arco della giornata, i propri figli, perché niente è paragonabile al calore familiare.
Nei nostri giorni difficili, noi abbiamo la fortuna di essere supportati anche dalle attività didattiche a distanza : a ogni docente di ordine e grado è demandato di comunicare, di mettere in comune gli argomenti di studio facendo ricorso alla tecnologia.
I docenti comunicano con gli alunni e studenti da oltre il muro di uno schermo, perché la mente come forse anche internet di confini non può averne.
Da un lato questo modo di fare scuola può rappresentare la didattica del futuro poiché presuppone che i vari interlocutori possano trovarsi a centinaia di chilometri di distanza, metodo utilizzato già nell’ambito del lavoro ove ad esempio è possibile svolgere dei meeting anche essendo in diversi paesi o addirittura continenti.
Per quanto mi riguarda i rapporti interpersonali si annullano, la scuola a distanza non può sostituirsi a una relazione educativa in aula, in cui docenti e discenti comunicano non solo con le parole ma anche con sguardi e il calore umano.
Angela Scialla | 18-04-2020 | "I bambini si sono improvvisamente ricongiunti con i genitori", ed ecco che mamma e papà ritornano a scuola pur restando a casa, tra storie fantastiche di re e regine, di mostri e cavalieri, tra fogli, forbici e pennarelli, tra formule matematiche e analisi logiche e grammaticali. I pilastri della famiglia, mai quanto oggi, fanno da ponte e da supporto indispensabili alla scuola. Giuditta Torraca | 18-04-2020 | L’emergenza sanitaria e le conseguenti misure anti contagio imposte dal governo hanno cambiato la vita di tutti gli scolari, il Covid-19 ha costretto alunni e insegnanti ad abbandonare le aule scolastiche. Gli adulti invece acquisiscono le nuove regole imposte dal governo e cercano di adattarsi al meglio. I bambini e gli adolescenti sono costretti a stravolgere le loro abitudini a causa delle nuove restrizioni . Il governo con un grande senso di responsabilità ha attuato delle manovre per far sì che l’istruzione nonostante la difficoltà non venga interrotta utilizzando piattaforme e sistemi online alla portata di tutti, gli insegnati si sono trovati per la prima volta a svolgere una didattica online, comunicare e spiegare i programmi attraverso un pc. Questo periodo è stato d’aiuto ai più piccoli per far comprendere il valore di stare a casa molti di loro fanno disegni che raffigurano arcobaleni, speranza a ritornare alla normalità. Questa situazione sta portando tutti alla scoperta di nuove passioni, o di passioni ormai accantonate. Questa è l’ occasione per molte famiglie di recuperare rapporti, emozioni, dedicarsi a pieno ai propri figli, coinvolgendoli in attività creative e manuali. I docenti stanno mostrando molto interesse per i propri alunni nonostante le difficoltà. Mariangela Diglione | 18-04-2020 | L’emergenza Covid-19 ha comportato nelle vite di tutti noi una forzata sospensione della routine quotidiana e del contesto spaziale e temporale in cui la medesima si è svolta sino ad ora.
L’isolamento e l’abbandono di abitudini lavorative e ricreative imposti dal Coronavirus, hanno determinato la necessità di riadattare i propri tempi e abitudini in funzione del nuovo scenario di vita quotidiana che ne è derivato, in cui l’unico spazio utilizzabile è diventato la propria casa.
Tale condizione ha permesso alla famiglia di riappropriarsi del proprio ruolo di società primaria degli individui che ne fanno parte, in cui gli stessi hanno potuto finalmente ritrovare quel calore, protezione e spirito di condivisione che per tanto tempo la vita ordinaria gli aveva sottratto. Con la riduzione dei propri impegni esterni, i genitori hanno avuto la possibilità di partecipare di nuovamente all’attività educativa e formativa dei propri figli che, ai tempi del corona virus, si è caratterizzata per la forte componente creativa, derivata anche dalla necessità di impegnare il rinnovato tempo a disposizione.
Il processo formativo a casa è dunque diventato uno strumento di arricchimento personale per entrambe le parti: se da un lato i genitori hanno riscoperto il piacere di fornire informazioni e nozioni ai propri figli, dall’altro lato, questi ultimi hanno restituito ai primi preziosi messaggi di speranza, solidarietà e amore mediante i loro scritti, disegni e creazioni pieni di colore e ingegno. In tutto ciò, la scuola non ha mai mancato di esercitare la sua funzione di educatore principale: sebbene siano stati privati della possibilità di recarsi nei luoghi dell’apprendimento, grazie all’utilizzo delle tecnologie di e-learning, i bambini hanno avuto comunque la possibilità di partecipare alle attività scolastiche e rimanere in contatto con i propri insegnanti, il cui apporto umano e personale è potuto non solo rimanere costante nel tempo, ma diventare addirittura più presente e familiare.
ELENA TILLI | 18-04-2020 | L’articolo esprime, con audacia e sottile ironia, l’attuale situazione di emergenza in modo del tutto inaspettato. Abituati a sentire 24 h su 24 i notiziari parlare del temuto Coronavirus in modo scientifico e del tutto negativo, ci lascia sorpresi il modo in cui l’articolo lo descrive: un Re tirannico, una “palla molliccia”, qualcosa di sicuramente “cattivo” che però ha fatto emergere un progetto tanto meraviglioso. Un libricino sul mostro che ci impedisce di vivere le nostre vite in tranquillità e normalità, ma che però, come evidenzia l’articolo, ha lasciato qualcosa di buono sul suo cammino. I bambini riscoprono la bellezza di annoiarsi, di creare, di passare tutto il giorno con i propri genitori a disegnare, giocare, studiare, leggere, cantare sui balconi e improvvisare spettacoli. Non più costretti a correre freneticamente da scuola a corsi di sport, corsi di lingue, babysitter e ripetizioni, i bambini ristabiliscono un equilibrio di calma e spensieratezza, una vita a loro ritmo, basata sulla condivisione del tempo con le persone che amano e sul gioco di apprendere online. Sabrina Bevilacqua | 18-04-2020 | Sono passati circa quaranta giorni dall’inizio della quarantena, da quando, quello che nell’articolo è descritto come un Re venuto da lontano, ci ha privati della libertà e ci ha strappato dalla nostra quotidiana monotonia.
“Restate a casa!”, è questo quel che si ripete ogni giorno e se all’inizio non sapevamo comportarci dentro casa, se eravamo più nervosi e stanchi di fare le stesse cose o vedere le stesse persone, col tempo stiamo riscoprendo il valore della famiglia, ci accorgiamo che fino ad ora non abbiamo mai passato tutto questo tempo insieme. Sembra assurdo ma stiamo imparando solo ora a conoscerci, conoscere le persone di cui probabilmente dovremmo sapere di più.
Viviamo una vita frenetica, non ci soffermiamo quasi mai sul presente, tendiamo a pensare al domani ma così facendo ci perdiamo tanto e ogni momento è breve e sfuggente. La frenesia, il lavoro, la scuola… possono riempirci la mente di pensieri inutili che non ci rendono lucidi in tutti i momenti della giornata, quei pensieri che ti rendono distante anche dalle persone più vicine.
Tendiamo a vivere la nostra vita di corsa, corriamo verso un obiettivo non ancora ben preciso e con l’arrivo di questo Re sconosciuto sembra che il mondo stia rallentando. Ragioniamo su quello che sta capitando, abbiamo tempo per renderci conto che quella vita che fino a poco tempo fa ci sembrava normale e che credevamo di star vivendo appieno, non risulta essere più così, bensì una vita fugace e distaccata.
FRANCESCA DE MASSIMO | 18-04-2020 | L’articolo esprime, con audacia e sottile ironia, l’attuale situazione di emergenza in modo del tutto inaspettato. Abituati a sentire 24 h su 24 i notiziari parlare del temuto Coronavirus in modo scientifico e del tutto negativo, ci lascia sorpresi il modo in cui l’articolo lo descrive: un Re tirannico, una “palla molliccia”, qualcosa di sicuramente “cattivo” che però ha fatto emergere un progetto tanto meraviglioso. Un libricino sul mostro che ci impedisce di vivere le nostre vite in tranquillità e normalità, ma che però, come evidenzia l’articolo, ha lasciato qualcosa di buono sul suo cammino. I bambini riscoprono la bellezza di annoiarsi, di creare, di passare tutto il giorno con i propri genitori a disegnare, giocare, studiare, leggere, cantare sui balconi e improvvisare spettacoli. Non più costretti a correre freneticamente da scuola a corsi di sport, corsi di lingue, babysitter e ripetizioni, i bambini ristabiliscono un equilibrio di calma e spensieratezza, una vita a loro ritmo, basata sulla condivisione del tempo con le persone che amano e sul gioco di apprendere online. Sabrina Bevilacqua | 17-04-2020 | La crisi sanitaria che stiamo affrontando è unica nel suo genere, il Covid-19 ha costretto alunni ed insegnanti ad abbandonare le aule scolastiche per un lungo periodo con l’incertezza riguardo ad un eventuale ritorno, lasciando un senso di insicurezza e abbandono, tuttavia la risposta delle istituzioni scolastiche è stata molto positiva con l’attivazione della didattica a distanza che aiutato gli alunni a sentirsi meno soli in questa fase di crisi.
Gli insegnanti si sono trovati per la prima volta a comunicare con i propri alunni tramite un pc e a spiegargli con l’aiuto dei genitori la situazione che noi tutti stiamo vivendo, i bambini in molti casi hanno fatto dei disegni che raffigurano i diversi modi di uccidere il virus, e hanno mostrato che alla sensibilizzazione riguardo allo stare a casa ed il lavarsi spesso le mani rispondono positivamente, anzi nella maggior parte dei casi sono più “obbedienti” di noi adulti.
Gli insegnati hanno mostrato che al di là della carriera e delle loro ambizioni, la cosa più importante nonostante le difficoltà per loro sono i loro allievi e la loro educazione.
Carmela Miscino | 16-04-2020 | Con l’arrivo di un “Re chiamato Virus originario dai paesi lontani” i genitori e le maestre hanno dovuto fronteggiare dei compiti senza precedenti: il “cattivo” ha infatti ristabilito l’ordine valoriale per cui i genitori ritornano ad essere i massimi protagonisti dell’educazione dei loro figli. Il loro “surplus di ore da passare con i piccoli” richiede l’impegno di stimolare una riflessione su tutto ciò che sta accadendo. È compito dei maestri accompagnare i genitori ad incentivare una analisi sulla realtà storico-sociale che si sta affrontando fornendo materiali o spunti di riflessioni su conoscenze già acquisite dal bambino che possono essere integrate o modellate. Per far ciò è necessario un continuo colloquio con le famiglie per monitorare i progressi o le difficoltà che i bambini affrontano. Ovviamente i docenti, non si devono eclissare agli occhi dei propri alunni, in quanto rimangono parte attiva del processo di apprendimento e rispettosi dell’inarrestabile fantasia e sensibilità del discente si fermano insieme alle famiglie (solitamente sono le madri più partecipi) ad osservare alunni e figli per poi dare testimonianza “di ciò che sta accadendo nella biografia di ogni piccola esistenza”. Le esperienze riportate nell'articolo dimostrano quanto l’educazione non debba avere argomenti taboo poiché anche se dolorosi, essi, se esposti con efficacia e con rispetto dell’età mentale ed anagrafica del bambino possono essere appresi, comunicati se non addirittura stravolti, con dei risultati che stimolano una sincera commozione agli occhi degli adulti ed un evidente progresso nei discenti. Elisa Giuliano |
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