23-01-2020 | La letteratura come medicina, come cura dell’esistenza. Questo, per molti scrittori ma anche per molti lettori, il compito dello scrivere. Quando poi uno scrittore affronta la morte (per moltissimi aspetti, negazione dell’esistenza), ci mette di fronte comunque ad una componente della vita. Bisogna solo scegliere da che parte state, cioè come trattarla. E la recensione di Guglielmana alla silloge ci restituisce certamente l’idea di una morte, se non auspicabile, comunque non atroce, una presenza che non diventa un’ossessione perché in realtà sullo sguardo della poetessa si posa l’amore, proprio a smorzare i toni più nefasti della malattia e della morte stessa. Dev’essere proprio una bella lettura. Marco D’Agostino |
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