Giuseppina Rando. Quale bellezza salverà il mondo?
 
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   20-02-2017
La lettura critica che Pina Rando propone del saggio di Todorov, ne presenta l'ampiezza e la profondità degli argomenti di discussione e dei conseguenti spunti di riflessione. la loro sequenza si dispone con tale rigore e precisione da rendersi essi veri e propri momenti di ispirazione per chi affronta la vita, non solo quale argomento di produzione poetica, letteraria o critica, ma nella sua più immediata dimensione pratica.
Pina Rando mette in luce l’ampio spettro della nozione di bellezza cogliendone la genetica capacità di espandersi al di là della contrapposizione col brutto e, in territorio etico, indicandone la capacità di inviluppare il bene e il male. Ne presenta, inoltre, la dimensione trans-individuale: la bellezza si impone come fatto di comunicazione sociale che trascende il bisogno di sublimazione, espressione, catarsi del produttore, e il desiderio edonico/estetico del fruitore.
Se il bello si innesta nel profondo delle forme della vita associata, se quindi l’estetica si infonde nell’etica, il destino del mondo dipende dalla (buona) volontà umana, un movimento non meno creativo o “contemplat(t)ivo” di quello artistico e che coinvolge società civile, politica e religione, come Pina Rando in conclusione mette in luce.
Con questa ampia risposta alla domanda: “quale La bellezza salverà il mondo?”, Pina Rando sposta lo stesso interrogativo più a monte, in territorio di speranza: “Davvero, allora, la bellezza salverà il mondo?

Salvo Giuffrida
salvatore giuffrida   
 

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