09-02-2016 | Cara Lidia,
la tua riflessione mi è piaciuta. Concordo con te: la priorità dell'amore nell'unione tra i sessi è una novità dentro ai ritmi della Chiesa, come la misericordia come primo carattere di Dio risale a Giovanni XIII. Un tempo, la priorità fu la generazione di figli. Paolo VI ebbe i meriti che tu gli riconosci. La graduatoria è più difficile, però. La Pacem in terris di Giovanni, non viene prima? Lasciamo stare le graduatorie. Godiamo del fatto che il pensiero della Chiesa ha messo la pace tra gli uomini nella dimensione dell'amore senza se e senza ma.
Veniamo all'azione politica, che mi ricorda Acpol della tua esperienza con Labor. Da cattolico credente praticante io credo che la Chiesa debba liberarsi dello Stato della Città del Vaticano. In questi giorni, papa Francesco incontrerà a Cuba il patriarca Kyril. Lo scisma con gli Ortodossi del 1054 comincerà a sanarsi? Noi cattolici dobbiamo chieder scusa dell'idea stessa del Papa-re. E' una bestemmia epocale. I canonici da me consultati sostengono che la cittadina del Vaticano è il presupposto dell'autonomia della Chiesa. Io credo che sia il suo limite, mentre il presupposto è Gesù, re, ma non di questo mondo. Io credo che tu sia d'accordo e ti saluto. Carlo Forin | 08-02-2016 | Grazie Lidia per questa intelligente riflessione. Concordo che bisognerebbe mettere mano all'art. 7, ma se pensiamo che la stanno distruggendo tutta la Carta e la lotta per salvarla dalla “deforma” in atto nei prossimi mesi sarà durissima, la vedo dura affrontare anche l'aspetto del concordato.
Un abbraccio, Rina Zardetto |
|