12-01-2015 | Bravo Leomesa. adesso ti riconosco! era un pò che battevi la fiacca. Ti stai riprendendo a pieno titolo il posto di campione del mondo di ribaltafrittate. Micciarelli, con Leomesa si può solo parlare così. Per esaurire un dialogo con lui, devi solo dire che ha ragione :)però è simpatico! adesso aspetto di vedere come ribalterà la frittata quando gli americani arriveranno in massa a Cuba. Forse lascierà il suo esilio dorato a Palermo e tornerà a stipendio a Melena del Sur :) marc | 12-01-2015 | Fiore, il fatto dell’emigrazione e il desiderio d’emigrare non hanno ormai molto a che vedere il sistema politico. Il socialismo è quasi finito però il mondo capitalista continua a produrre migranti. Nonostante Cuba sia stata per 50 anni il Paese più favorito in tema d’immigrazione verso Usa, la principale meta del Mondo, la su emigrazione è ben lontana di essere la più alta, sia in termini assoluti che relativi, parziali che cumulativi.
Messico è capitalista, dicono che è pure democratico, ha tutte le risorse, ha la maggiore economia fra i latinoamericani, ha eccellenti relazioni con gli Usa e… continuano a emigrare benché ci siano tante le misure bilaterali e unilaterali per impedirlo. Romania finalmente è capitalista e democratica ma continuano a emigrare. Da Spagna emigrano. Dall’Italia nel 2013 emigrarono oltre 100.000. E in nessuno di queste Paesi c’è Fidel! Anzi, con lo stesso governo e sistema si emigra da una parte all’altra all’interno dello stesso Paese. Si fa a Cuba e si fa anche in Italia, dove nel 2013 coinvolse 1 milione 100 mila italiani.
Leonardo Mesa | 12-01-2015 | Micciarelli, non pensavo che a lei, libertario, non piacesse né trovasse utile confrontarsi con chi la pensa diversamente. A me, invece, piace.
Non ho detto che un concetto rimanga ancorato al posto dove è nato; bensì, ho detto che il Fascismo è stato «ampliamente applicato dopo», come dimostrano tante da dittature in Latinoamerica, Asia e Africa. Quel che non si può negare è che il fascismo è capitalistico, perciò incompatibile con Cuba. Chi conosca minimamente quel che è successo nei Paesi fascisti sa quanta differenza c’è con Cuba.
Che Cuba sia un luogo isolato e chiuso dovuto a Fidel è ampiamente smentito dai fatti, dalla storia. Sono stati gli Usa e non Fidel a inventarsi quanto segue:
Obbligare a tuti Paesi dell’America a chiudere tutti tipi di relazioni con Cuba (1961-’70), sabotare i carici di merci (’60, parte dei ’70) e ostacolare gli scambi con i Paesi capitalistici europei e il Giappone (fino ai ’70), imporre alla Cina la chiusura con Cuba (’70-’80), imporre all’Ufficio di Interessi degli Usa attività di spionaggio massiccio con il fine di sabotare la normalizzazione delle relazioni aperte quando Carter, chiudere i viaggi dagli Usa verso Cuba (vari periodi), boicottare le comunicazioni telefoniche (le ultime nei ‘00), condizionare le relazioni con l’Est d’Europa all’isolamento di Cuba (1992, 1996, e tutto oggi per certi aspetti), impedire l’attracco di qualsiasi mezzo che sia passato da Cuba nei precedenti 6 mesi (dal 1992), proibire collegarsi al cavo Internet Messico-Florida che passa a pochi chilometri dell’Avana, l’acquisto di attrezzature di comunicazione (fino all’Obama di ieri) e l’acquisto legale di software (fino, pare, all’Obama d’oggi), richiedere la chiusura della stazione satellitare e il satellite geostazionario (’90, parte dei ‘00), escludere Cuba della moneta di scambio e dai mercati da loro controllati (dal 1961), applaudire e favorire la isolante Posizione Comune Europea (2006-14), ect, ect, ect.
Se tutto questo non è isolare… e fermare…
Micciarelli, spero auguro che lei non pensi che tutto ciò è perché Cuba manca di democrazia, perché dovrò ricordarle che niente di tutto ciò è accaduto contro le tantissime dittature fasciste, né contro i regime, per esempio, di Duvalier o dell’Apartheid. Non è successo – né mi l’auguro – con, per esempio, Arabia Saudita.
Leonardo Mesa | 11-01-2015 | Caro Sig. Mesa, non Le capita mai di parlare con i trentenni cubani, non quelli di Miami, né quelli che sono all'estero, ma quelli che sono sull'isola? A me sì e posso assicurarLe che non ne possono più di retorica e demagogia, di martellante indottrinamento. Vogliono aria fresca, vogliono internet libero, chiedono un cambiamento anche se in parte lo temono. Molti sono sfiduciati, non credono neppure alle aperture possibili con i nuovi sviluppi della politica di Raul, pensano che l'unica via di salvezza sia quella di andarsene. Vedremo che cosa succederà nel prossimo futuro ma quello che è certo è il fallimento di un'idea di rivoluzione e di socialismo a causa della incapacità di una classe dirigente insipiente e avida. Fiore | 11-01-2015 | Leonardo, Cuba è un luogo isolato e chiuso grazie a Fidèl e al suo decrepito governo gerontocratico. E' evidente, e non credo di essere l'inventore di questo concetto... E mi rattrista leggere la sua visione del fascismo... retorica pura e stantia da comunista in pantofole, che tra una partita di calcio e uno sguardo al "Manifesto" si ricorda che è l'ora della propaganda Pro-Cuba. Il fascismo è uno stato mentale, un'attitudine, una cattiva abitudine. I mafiosi esistono al di fuori della sicilia, persino in Norvegia, che ne so. E' mafioso chi si comporta da mafioso. E il Fascismo è lo stesso. Il giogo di cui parla è quello che il popolo cubano è costretto a portare da troppo tempo, non per propria scelta. Ancora parla di Imperialismo... Ormai l'unico impero è quello di "Star Wars". Come al solito iniziare un botta e risposta con lei è sempre poco proficuo... La prossima volta mi tratterrò dall'intervenire. Continuiamo a parlare due lingue diverse, straniere, e l'interprete della ragione è sempre in pausa pranzo.
ALOHA pierantonio micciarelli | 11-01-2015 | Micciarelli, vedo che a lei pure piace valutare Cuba come un luogo isolato e fermo. Vecchia tattica. Vi urta qualsiasi bene e qualsiasi fatto o paragone che lo confermi.
La seguidilla di Fidel fascista non è altro – quando non cattiveria tergiversante – che ignoranza storica e concettuale: il fascismo è capitalista, ampliamente applicato dopo la sua comparsa per fermare le rivoluzioni e il socialismo, per affogare l’esempio di Cuba.
Lei ritiene che Cuba non veda né immagine traguardo, ma gli Usa e le forze imperiali la pensano diversamente: da oltre 50 anni si impegnano in opacare e sopprimere l’esempio.
Martí fu un poeta ma prima di tutto un rivoluzionario. Non andò in galera per poeta, non morì declamando poesie.
Martí fu il primo a rivendicare l’importanza di Cuba – non per sciovinismo – e l’importanza della sua indipendenza per «impedire […] che si estendano por le Antille gli Stati Uniti e si precipitino con ulteriore forza sopra nostre terre di America». E gli Usa che erano all’epoca il plus ultra del capitalismo chiamato “democratico e libertario”.
«Guarda questi due, che con dolore ti consegno: vai ed sceglie. Questo è un yugo: chi l’accetta gode. Vive da manso bue, e come al servizio dei signori, dorme in paglia calda e ha ricca e abbondante avvena. Questa […] che illumina e uccide è una stella. Dammi il yugo, oh madre mia, di maniera che messo in piedi su di esse, brille nella mia fronte la stella che illumina e uccide» – scrisse il rivoluzionario poeta. Leonardo Mesa | 11-01-2015 | Ed ecco un'altra bella listona.... Roba da copia e incolla da internet...
Oltre ad aver letto Castro ho letto Martì, amo la sua semplicità e l'onore, l'orgoglio di un uomo libero. E comunque il fatto che Castro abbia copiato o si sia ispirato a Martì è evidente, non mi sembra che lei ci stia illuminando con un colpo di scena! Io ho solo commentato il suo post "non c''è un personaggio piú simile a Martí di Fidel", che non condivido affatto. Sono due mondi differenti. Uno è un vero Rivoluzionario, Libertario e onorato. E un POETA. L'altro, un ipocrita, bugiardo, e prepotente. Un DITTATORE. Martì e i suoi pensieri sono stati usati dal Fascista Castro per abbindolare i poveri Cubani e poi farli marcire giorno dopo giorno, tutto qua. C'è uguaglianza a Cuba? No... Mi sembra di sentire i soliti Comunisti da circolo dopolavoro di qualche fabbrica metalmeccanica degli anni '70.
Lei parla di traguardi del mondo nel neonato anno 2015, io parlo di Cuba che è rimasta al nastro di partenza e che non vede nessun traguardo. Nè lo immagina. pierantonio micciarelli | 10-01-2015 | Micciarelli, a differenza di lei non ho letto tutti libri di Fidel (che sono pochi) né su Fidel (che sono tanti). Nemmeno ho letto o ascoltato tutti i suoi discorsi. Una buona parte sì ma non tutti: ero impegnato in leggere e studiare a Martí.
L’idea della sanità per tutti, anche se non nuova, fu di Martì; applicata da Fidel.
L’idea della lotta all’analfabetismo è di Martí; e il primo Paese libero di analfabetismo è stato Cuba e quello che secondo l’Onu più ha collaborato e collabora con gli altri in materia.
L’idea di vincolare lo studio al lavoro nella formazione, per sapere e vivere cosa sono le classe sociali e il perché devono essere eliminate, è di Martí; applicata a Cuba e quasi riuscita fino al crollo socialista.
L’idea piena d’eguaglianza di razza e genere è di Martí; applicata in Cuba prima di tutti Paesi poveri; raggiunta decenni fa, in contrasto con un mondo che alle porte del 2015 dovrà rimandare ulteriormente i suoi traguardi.
L’idea di una rivoluzione a partire di una Cuba è di Martí e chi la portò avanti fu Fidel. Marx partiva dal proletariato sviluppato, cosciente e organizzato; Lenin dall’“anello più debole”; altri da altre cose.
L’idea de l’unità dell’America sotto il fiume Bravo, preservando le identità, era di Martí; coltivata da Fidel e superata, stendendola, a tutti Paesi del Sud. Gli intenti e i risultati migliori del passato secolo non sono dell’Internazionali Comunisti (che hanno fatto anche non poco male) se non dal Movimento dei Non Allineati, della Tricontinentale, del Gruppo dei 77.
Il riconoscimento dei valori degli Stati Uniti, la critica al loro imperialismo e le previsioni sull’espansione di esse anche fuori dell’America, fu di Martí (e anche di Maceo); cose che sono state sostanze nel fare e pensare di Fidel.
Perfino la creazione di un partito unico, la critica al bipartitismo “unico” e alla chiamata democrazia rappresentativa “degli unici” sono di Martí.
Il pensamento politico di Martí e perfino quello economico sono stati fondamenti per quello di Fidel.
Micciarelli, se ancora ne ha dubbio, mi permetta di consigliarle di tralasciare un po’ Fidel per impegnarsi negli oltre 20 volumi dell’Opere Complete di Martí.
Leonardo Mesa | 10-01-2015 | Fiore, il problema – a mio avviso – non è si Fidel era vivo o no, se non il fatto che vari giornali, considerati seri, rappresentanti la “vera” e libera informazione, senza nessun tipo di conferma sono stati fonti di una falsità; nemmeno, come in passato, si sono limitati ha essere ecco. Perfino qualcuno negli Usa aveva preparato la notizia per l’11 l’hanno pubblicata prima e tanto di corsa, visto l’“adelanto” di altri in Spagna e Italia, che si sono scordati di cambiare la data.
Il problema – a mio avviso – è l’autenticità dell’informazione e, soprattutto, il dimenamento vergognoso di tutti coloro che non vogliono nessuna normalizzazione fra Cuba e gli Usa perché i loro guadagno erano fondati sul conflitto e il marcio.
Leonardo Mesa | 10-01-2015 | micciarelli, conoscendo ( verbalmente ) leomesa, ho forti dubbi che quelle quattro parole telegrafiche le abbia scritte lui. Lui avrebbe concionato a lungo per sostenere questa sua personalissima e originalissima opinione. quindi mi sento di dire: o sono parole di un patemazzo qualsiasi oppure, se sono veramente sue, le ha scritte di corsa, cercando di sfuggire alla moglie che lo rincorreva con la scopa marc |
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