13-10-2014 | E' una lirica struggente che conferma la profonda umanità di Barbarah Guglielmana. Ottavio Sabia | 10-10-2014 | Canto mesto della vita. Lamento dell’anima afflitta dalle traversie, dagli ostacoli che, per essere superati impongono uno sforzo tale … da far allungare le ossa.
L’amore per la vita, tuttavia, non si arrende, anzi trionfa : si va avanti.
Dopo il riposo si continua a camminare, si riprende “a suonare il violino / quello triste, / con le mani in preghiera a sfidare gli dei /, si cerca aiuto nella saggezza degli anziani ( “ rimasticare tabacco con le vecchie “).
Dall'alto , mentre si solca il cielo “con parapendii colorati “, si scorge un’altra prospettiva e si può ironizzare sulla “ moquette “ di erba che nasconde il cemento ( chiara allusione alla mistificazione dell’ambiente naturale e alla falsità degli uomini ).
Si va avanti fingendo di dimenticare la mancanza di trasparenza ed onesta ( “ le porcellane sbeccate “) di coloro che ostentano “ visi innocenti “ . ( Tema attualissimo ! )
Emerge nitida da questa poesia la spiritualità di Barbarah Guglielmana e la sua segreta tensione.
Giuseppina Rando |
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