Cuba: Nasce il periodico di Yoani
Il mondo è in trepida attesa
 
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   18-05-2014
Ho apprezzato i commenti di Niki e Campos, oltre a quelli di mie “simili” Mirco, Gerard e Manigüero; che hanno dato una lezione di distensione, comprensione e riconoscenza. Così come altri meno conosciuti per me come Franco. Coincido con Lorenzo e Marcello tranne che per eliminare i post di Yoani: è una testimonianza di stimato valore sulla falsità, la manipolazione e le bugie di Yoani. Suggerisco al carissimo Luca di vedere l’altra faccia della moneta. È una preghiera che faccio a lui, il quale (se non è che lo sto confondendo con un altro Luca) ha un’impressionante produzione e una conoscenza obbiettiva e profondissima su Cuba e i cubani; e anche un impegno notevole ed ammirevole.
Marc, ti sbagli, su Yoani non si tratta di «certezze a priori» sennonché tutto il contrario: certezze a posteriori. Storia ripetuta; che ha interessato tutti periodi e tutti territori. Nel mio Paesino il capo locale del Movimento 26 luglio diventò f.f. come primo sindaco nella Rivoluzione. Fu subito accusato dalla reazione d’assassino, stalinista, ladro e comunista (a quei tempi la terza peggiore offesa). Lui che assassino né comunista era comincio a dilapidare quel poco che aveva dimenticato di lapidare l’anteriore sindaco reazionario. Messi il suo nome – come alle vecchie maniere – perfino nei nuovi sedili del parco, che erano stati pagati con soldi comunali. Lui fu cacciato via e sottomesso a processo durante il quale la reazione non soltanto lo definì la peste se non che “avvertì” che tutti altri erano uguali. Peste contagiosa da eliminare prima che fossi troppo tarde. Finì in galera per ladro e per avere fornito informazioni e mezzi addirittura sulle armi nelle caserme cui risultato era un alzamento, due assassinati e altre tre intenti. Lui, però, “offeso” passò all’opposizione. E così della notte alla mattina, la reazione lo “promuovi” a deluso e un tradito da una Rivoluzione non vera ma «sovietica». In fine, lo “promuovi” a eroe. Da volgare delinquente e complice dei terroristi a vittima politica. Per lui perfino intercedessero dal governo Usa. Su di lui cominciarono a circolare delle leggenda di torture, digiuni forzati, malattie, intenti di suicidi, esecuzioni simulate e di “plantación”. Tutto delle falsità. L’eroe era sempre di più eroe. Cosa era cambiata? Così è stato sempre. La storia lo prova.
Con Lupi, come con altri, sta succedendo l’inverso. Da perfetto al peggio. Adesso lo accusano di disonesto, interessato ai contrati e soldi, opportunista, irresponsabile, inutile. Capace che qualcuno lo accuserà anche di agente del “G-2”. La reazione, che se erige con le bandiere della libertà di pensiero, opinione ed espressione, al rogo butta tutta queste quando non coincidenti con loro tenebri disegni.
Al rogo stanno partecipando addirittura persone che scrivono in spagnolo. Forse per farsi passare per cubani. Il fatto è che mentre Roxy e Palmaescrita scrivono molto attenti all’ortografia dimenticano spesso la grammatica e la redazione. E soprattutto il ritmo. O non sono cubani o sono cubani da molto, molto, tempo fuori di Cuba.
Fiore, quel che veramente siano la «corruzione dilagante» e la «fame imponente» non lo sa. È mai andata in Messico, il Paese più ricco e vincolato agli Usa? Continui ha innalzarti come unica conoscente di Cuba, dei cubani e nostri problemi; peccato che spesso scriva cose non vere od ormai datate e sempre fuori delle condizionanti dei fatti. Adesso, a proposito del “cambio” di Lupi lei le dici: «Abbia fiducia, tra poco Lei e Sua moglie sarete autorizzati a rientrare a Cuba». Cosa voleva dire? Che il governo cubano lo “perdonerà” o che Lupi ha fatto tutto per essere “perdonato”? Una e l’altra sono ben lontane della realtà. Dargys non poteva rientrare come tutti cubani che in passato erano rimasti fuori perché la legge – ingiustamente a un certo punto – così prevedeva. Ma la legge è cambiata. Lupi e Dargys hanno richiesto visto dopo il cambiamento? Perfino entrano ed escono indisturbati tutti i “dissidenti” Usaid!
Marc, prima di Yoani ci sono stato tanti; ogni uno nel proprio stile, “evoluzione” e circostanze di spazio e tempo: Matos, Franqui, Marcos, Valladares, el Fullero, el Camajàn, Roque, Paya, Yoani con suoi blogger. Sai qual è il problema? Che tutti questi “dissidenti” si sono messo al servizio incondizionato degli Usa, il Paese che blocca e danneggia ai cubani. Che tutti o sono passati dall’“altro lato” o sono stati appositamente fabbricati. Che tutti sono ben allenati a parlare sempre male del governo cubano mentre, AL CONTEMPO, lodano al patrone o tacciono le loro schifezze.
Marc, sai, alla fine, qual è il vero problema? I soldi. La compra vendita dell’onestà. La voglia individualista di emergere e essere ricchi. L’impero paga, ma oltre a disprezzare, corrompe. Il danno che hanno fatto questi “dissidenti” allo sviluppo e alla risoluzione dei problemi di Cuba è soltanto paragonabile a quello che ha fatto – e fa – il Blocco. Non per caso vanno a braccetto.
Ma, l’impero e gli imperiali che comprano e godono non sono riusciti con Lupi. E non c’è peggio cosa né per il pagante …né per il rifiutante.

Leonardo Mesa   
 
   17-05-2014
Non c'è dubbio che le ultime esternazioni di Gordiano Lupi abbiano smosso le acque! Quelli che gli furono antagonisti ora si esibiscono in lunghi peana di appoggio e comprensione; mentre gli ex solidali in genere restano muti o esprimono timidi dubbi.Tutti più o meno diciamo, riferendoci alla filologa di " generation Y " , " io l' avevo detto" oppure "io l' avevo pensato".Probabilmente i primi perchè innamorati del castrismo, esprimevano le loro certezze a priori contro la blogghera satanica; e i secondi, pur se animati dal dubbio come nel caso dell' aggressione con occhio nero invisibile, si attaccavano alle certezze di Gordiano Lupi confortati dalle sue pluriennali e solide esperienze cubane. Di tutta questa che non esito a definire " commedia " ( ma forse sarebbe meglio dire commediucola) mi sa che l' unico che ci lascia le penne, oltre che la penna, è Gordiano Lupi: ha scaricato la Sanchez, e ne è stato scaricato. E così facendo, si è tagliato una bella fetta di visibilità mediatica. Che sono anche soldi. Onore alla sua integrità di uomo tutto d' un pezzo che elegge da che parte stare.Come Olga Tanon. E tu, Leomesa, quando deciderai di non comportarti come Oscar de Leon, e dirci da quale parte dell' Atlantico ti piace stare? :))
marc   
 
   17-05-2014
Tempo fa commentai l’articolo di Lupi “Yoani Sánchez dal Messico sulla censura a Cuba”, affermai che Lupi non aveva bisogno di seguire la Sanchez, che è superiore come giornalista e come scrittore.
Ripeto quel che dissi all’epoca: “Ora penso che, voi Sig. Lupi, dovrebbe percorrere una strada diversa, critica pero sin intermediazioni, penso voi siate molto più ricettivo e intelligente di Yoani. Non vi servono i suoi racconti, essi non fanno altro che danneggiare vostro prestigio. Forse conoscete Cuba meglio di Lei.”
Penso egli abbia fatto un ottimo lavoro, anche con entusiasmo e convinzione. Penso che, malgrado i segnali fossero evidenti, sia stato difficile accettare il buio che fa traballare le nostre convinzioni. Penso, anche, che il mestiere di giornalista sia un compromesso perenne, non diverso da quello dell’operaio nelle scelte quando si lavora per un padrone. Per ci’o non posso biasimarlo, posso soltanto comprendere che sia stato una delle tante vittime della meschinità e dell’intolleranza. Un mezzo per diffondere altro odio travestito di presunta realtà cubana. Solo un popolo disunito, disfatto, può essere saccheggiato, ed è questo il vero motivo per il quale i sistemi informativi fanno di tutto per propagare l’odio usando le convinzioni e le paure di coloro che possono arrivare alle masse attraverso la parola.
Sta a noi, lettori, essere critici e selettivi, ma purtroppo le nostre capacità di percezione della verità ha perso l’istinto e diamo per scontato che quel che ci raccontano tutti i giorni sia veritiero, dalle notizie fino all’enorme quantità d’informazione commerciale che ci invade quotidianamente. E alla fine caschiamo tutti nella cecità.
E’ per questo che invito al Sig. Lupi a non lasciarsi abbattere da questa avversità, e come contrario nel pensiero, desidererei che continuasse il suo lavoro, critico, pero soltanto suo y con mente aperta. Soltanto dalle contraddizioni possono sorgere buone soluzioni, tuttavia richiede interazioni costruttive tra le parti in causa, altrimenti diventa odio e rancore che non porta a nulla di buono per entrambi.
Da cubano mi sono sempre fatto una prima domanda: Voglio una Cuba indipendente e sovrana? Quando mi rispondo capisco che per me non è così importante il sistema politico quanto l’indipendenza della patria. Per tanto approvo qualsiasi miglioria o cambiamento che possa gioire il mio popolo sempre che esso non provenga da interferenze o manipolazioni esterne. Penso che i cubani abbiano la maturità storica per costruire una società giusta come mai sia stata vista nella storia dell’uomo. Pero saremmo soltanto noi a trovare la strada maestra e con i nostri tempi, pero farlo ci serviranno le critiche, anche gli apprezzamenti di chi ci conosce.
Forza Lupi.
Manigüero   
 
   17-05-2014
«Davanti allo schermo»
Quando Olga Tañón, all’apertura del Concerto per la Pace all’Avana, dissi che da sempre voleva andare a Cuba, incontrare i cubani e esprimere liberamente opinione ma che i suoi contratti musicali e discografici – gestiti dall’emporio miamense della Gloria Stefan – se lo PROIBIVANO tacita e esplicitamente e che di avere infranto tale regola la avrebbero rovinato a vita; il popolo in piazza – quasi mezzo milione – scoppiò in sentito ed enorme applauso. Quel popolo, all’Avana, al di là dei singoli pensieri politici, applaudì il coraggio di tale confessione. Al contempo, il peggio di Miami, la condannava per l’eternità. L’eternità della loro rabbia.
Arrivano alla mia memoria altri ambasciatori culturali del canto che avevano “infranto” le leggi dal Nord imposte. Tutti a un pesantissimo prezzo. Ricordo la messicana Castro che le è venuto in testa di fare una puntata al Tropicana dell’Avana, alla venezolana Robles per trasmettere da Cuba o al pure venezolano Oscar de Leòn per avere cantato a Cuba. Tutti ritrattarono, in preda dal panico e dei danni che i “difensori” della democrazia avevano provocato nella loro carriera e vita. Il peggio, Oscar de Leon, quando vide la sua stella nella via 8 di Miami saltare in aria, i negozi assaltati per prendere i suoi dischi e spaccarli in messo alla strada e suoi contratti improvvisamente cancellati corsi a raccontare di essere stato ricattato per andare a Cuba sotto minaccia di morte, che prima di atterrare l’era stato ordinato di baciare la pista dell’aeroporto o, altrimenti, sarebbe stato incarcerato e torturato. Se prolungò nel sparlare del governo cubano e – cosa da pazzi – dai cubani che recidevano a Cuba. Non persi occasione per affermare che «i veri cubani sono a Miami». Un sapore amarico restò fra i cubani di Cuba che lo avevano applaudito fino allo svenimento e lo avevano nominato il continuatore del mitico Benny Moré. Il popolo che lo applaudì senza mai averle richiesto definizioni politiche restò con l’amaro. Mentre, il peggio di Miami, nonostante sapere bene le dinamiche della sua retrazione, lo “perdonò”. A loro non importava tutta la falsità e assurdità, a loro importava che la stella più grande della salsa era adesso senza condizioni a loro fianco. Come per arte di magia Oscar de Leòn duplicò i suoi contratti e le vendite della sua musica si triplicarono. Per i cubani di Cuba il Blocco si radoppiò.
Oggi volta che qualcuno si schiera con il popolo cubano, anche senza mettere di mezzo il governo, il peggio di Miami, gli Usa e della reazione imperialista mondiale non lo accetta, lo condanna e si prodiga per fargli il peggiori dei mali. E loro complici vanno al seguito. Non tollerano nessuna opinione – né la minima – diversa di quella che vogliono imporre.
Lupi è stato buono e caro finché è rimasto – per una ragione o altra – in linea con loro imposizione. Adesso è lapidato; perfino quando dice di essere contro il governo, di non credere nel Granma e de volere una dissidenza e dei cambi strutturali. Non basta essere in disaccordo se non che si deve essere PER FORZA in accordo con i loschi ed stremi disegni che dall’imperio, gli imperiali arriva. Chi si storce, anche un po’, va annientato, lapidato.
Vedo perfino commenti comparsi da finti cubani per partecipare al rogo. Io che al rogo, né prima né adesso voglio partecipare vorrei dire alcune cose; ne al rogo di Lupi né di nessuno.
Quando Lupi portò Yoani in Italia mi sono detto: è pazzo. La storia non poteva avere un altro fine. Prima di Yoani sono passati tanti come lei. Tutti eguali: fabbricati, allevati, cresciuti dal peggio del governo Usa e dal “governo” miamense. Tutti finti. Tutti, a tempo scaduto, fatti morire.
Adesso a Lupi, che dovrà essere lapidato, gli stessi che prima lo lodava le diranno – per sminuirlo – che lui non è nessuno e lo fu quando era a braccetto con Yoani. Essi ignorano – con volere accurato – l’amplissima produzione di Lupi che perfino io – suo “contrario” – ho sempre lodato. Una produzione che risale a molto, ma molto prima di Yoani e – mi auguro – si protragga molto oltre. Una produzione multiplicata in questi anni INDIPENDENTEMENTE da Yoani. Non sarebbe la prima volta nella quale ho riconosciuto la sua conoscenza viscerale di Cuba. Più di una volta mi sono detto: ma come mai questo tizio è appresso a questa, l’ennesima creatura del peggio di Miami. Come mai uno che riesce a entrare dentro di noi non si rende conto? E mi incavolavo. E parecchio. Non mi sarei mai incavolato con uno spregevole.
Adesso a Lupi, che dovrà essere lapidato, gli stessi che prima lo lodava le diranno – per sminuirlo – che è qualcosa di inutile. Qualcuno – anche in pessimo spagnolo – lo definirà disonesto perché ne parla una volta che la sua funzione di traduttore di Yoani è finita. Vorrei capovolgere. Ci sono leggi indiscutibili della Natura e una delle più importanti è quella fisica dell’azione-reazione; o si se preferisce, in termini filosofici, quella di causa-effetto. È indiscutibile che dal momento nel quale Lupi conobbi di persona a Yoani qualcosa cambiò. Lo si vedeva nel rallentamento di suo impegno, negli scritti, nei commenti, nella musica delle sue parole: dolorose. Questo di sicuro sarà stato avvertito dal peggio degli Usa e Miami, e forze anche dalla stessa Yoani. Concatenando: questo ha fatto che non sia più stato ritenuto – se mai lo fossi stato – uno “suoi” e lo hanno condannato a essere tolto dal mezzo. Perciò, capovolgendo, non è che Lupi ne parla una volta che è stato dismesso, se non che è stato dismesso perché GIÀ lui ne parlava. Se Lupi voleva essere ai “vertici” e ricevere tanto le bastava essere in linea con l’imperio. Anzi, se agli ordini dell’impero poteva diventare pure ricchissimo; come lo è diventata Yoani. Lupi non lo ha fatto. Se questo – indipendente di tutto e di più – non è onestà; dove è l’onestà?
E perciò, come per Olga Tañón, applausi.

Leonardo Mesa   
 
   16-05-2014
Il ridicolo è il mio mestiere. :)
Gordiano Lupi   
 
   16-05-2014
Mi viene da rispolverare (quanta polvere accumulata!) la frase che i compagni degli anni 77 lanciavano come slogan nelle manifestazioni studentesche SARA' UNA RISATA CHE VI SEPPELLIRA'. Ci credevamo, eravamo pieni di fiducia, la fantasia avrebbe dovuto abbattere il potere, cosa che non è avvenuta purtroppo in nessuna parte del mondo. Ma resta secondo me valido il senso della coesione, della condivisione di un sogno. Perciò ribadisco a Lupi, dimentichi Yoani, ma non la causa di Cuba, siamo in tanti a sperare in una futuro migliore, con allegria e senza acredine.
Fiore   
 
   15-05-2014
per una volta sono in pieno accordo con marc.
lupi si sta coprendo di ridicolo.
hermes leon   
 
   15-05-2014
Ahahahah! E' proprio vero che per troppo amare poi si finisce per troppo odiare. Attento Lupi, che già stai rischiando anche tu la figuraccia :)
marc   
 

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276