Omar Santana. Este pueblo...
 
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   13-08-2013
È curiosissimo. A volta a Cuba non se ne parla né si può parlare dei problemi; a volta se citano, perfino fra virgolette, alti dirigenti che lo fanno. A volta c’è il ferreo controllo militare; a volte l’incontrollabile sbandamento. A volta i medicinali non ci sono, a volta ci sono tantissimi per fare stupefacenti. A volta le persone sopravvivono a stento por proprio conto, “inventando”; a volta lo Stato, importando, garantisce «una cifra». Basta che si giri un po’ e nel “pataleo” si dice il contrario del contrario. Cosa da pazzi!

Mirko, con la rettifica peggiorò: convertì prezzo grezzo delle importazioni dall’estero con disponibilità di contante, al cambio CUC-CUP, per comprare nel mercato libero avanero. NON C’ENTRA. Ma come l’he venuto in mente tale macarronatta?
Mirko, visto che le piacciono le precisazioni, nel 2010 le importazioni furono circa 1,5 miliardi e 1,6 nel 2012. Nel 2013 si aspettano 1,9 (47 cent pro capite giornalieri). Essa «spessa d’importazione» pro capita non è tutta in alimenti – mi pareva ovvio ma così non è stato. In essa s’includono le spesse di trasporto, imbarco e controllo. In essa non s’includono le perdite per vari motivi. Poi, ricordo che sotto «importazione di alimenti» rientrano sia gli alimenti diretti, sia quelli intermedi, ovvero quello per gli allevamenti a uso alimentare. Poi ancora, le importazioni si fanno anche per scuole, ospedali, e per il mercato in CUC e il turismo che “paga” per continuare a comprare.
Le medie e i pro capite sono INDICATIVI.

Trovo simpatica tutta la preoccupazione per me: Marc ed Herman si sono scomodati ad andare al mio paesino. Un altro pure. Tutti tre o uno. Se andrà, pure lei Mirko, mi saluti a Trapito.

Leonardo Mesa   
 
   13-08-2013
Marc ho visto mio errore, infatti ho cercato di correggerlo. 0,37 cent di USD sono circa 10 pesos, i soldi più o meno che ha a disposizione un cubano al giorno. Il comico Mesa, che elude con conteggi ma non li spiega. 0,37 cent a Cuba è un mezzo capitale. Appunto come spiegavo una libbra di riso e mezza di fagioli.
Immagino cosa possono pensare di questo personaggio a Cuba. Uno che se ne sta in Italia, raccontando una Cuba che non c'è, anzi ora mai nella sua difesa estrema è cosa sorpassata e puzza quasi di gusano.
Tanto per spiegare, come sono cambiati i tempi a Cuba. Un giorno ero con un medico cubano, che si lamentava per la mancanza dei medicinali al ospedale, nella discussione c'era anche il delegato del municipio del minsap. Io sempre in difesa- non si sa mai- ho dato la colpa al bloqueo. Mi sono saltati letteralmente addosso, dicendomi che il problema era il rubare e la mala organizzazione del ospedale. Pensa se Mesa si mette a raccontare ora a Cuba le sue favole, secondo me lo arrestano, oppure lo mettono sul palco come comico alla prima attività del suo municipio.
Mirko   
 
   12-08-2013
mirko, mesa dice 37 centesimi al giorno. il tuo conto è 145 usd l' anno, quindi dite mas o menos la stessa cosa. il camaleonte ti ha tirato dentro. questa è l'unica arte di questo personaggio. vive di rimbalzo, ma ha la lingua lunga e viscida. un paio d' anni fa mi sono preso lo sfizio di andare a fare una visita al suo paese che si chiama melena del sur, una cinquantina di chilometri dall' havana. visto che vivi a cuba, facci un giro anche tu e chiedi in giro dell' architetto mesa.....
marc   
 
   12-08-2013
Tanto per finire signor Mesa. 10 pesos al giorno pro medio compreso i bambini sono una cifra, salta fuori 1 libbra di riso vale 5 pesos e mezza libra di fagioli altri 5 pesos. Un cubano cosa pensa che mangia di più? In effetti è 80% del fabbisogno alimentare. Ricordiamo che al giorno un cubano ha di media a disposizione 13.33 pesos quindi cosa crede che si possa permettere di comperare di cibo? Mesa ripeto Lei è in Italia con la pancia piena, ci rimanga che è meglio per tutti. Comunque come comico è veramente forte.
Mirko   
 
   12-08-2013
Signor Mesa, ma Lei quindi ci racconta che l' agricoltura a Cuba non è un emergenza. Mi sembra che il Generale Raul Castro e Murillo, stiano battendo molto su questo tasto, ma Lei come sempre nasconde la relatà facendo calcoli empirici, tipici di persone come Lei. Cito testualmente dal informe di Cuba al PMA.http://www.cubainformacion.tv/index.php/economia/49072-cuba-apuesta-a-cultivo-de-peces-de-agua-dulce-para-conseguir-mas-alimentos

Cuba importa hoy el 80% de los alimentos que consume (1.600 millones de dólares en 2012), lo que constituye una pesada carga para sus escuálidas finanzas. Por ello producir más alimentos y sustituir importaciones son prioridades para el presidente Raúl Castro.

Poi se vogliamo fare i conti precisi, 1,6 miliardi la divisione mi da un conto diverso. 1.600.000.000/11.000.000=145,45 USD pro medio.

Comunque signor Mesa, non serve continuare, Lei è un simpatico comico, se ne sta in Italia, non aiuta il suo paese, da informazioni false e tendenziose, che si può dire di più. Ora scopriamo che Cuba non ha problemi con l' agricoltura, che lo Stato non sta facendo sforzi enormi per aumentare la produzione, tanto che ha cambiato anche la legge agraria, dando agli stranieri la possibilità di coltivare la terra cubana. Ma per Lei tutto va bene. Ma non è che è la Santachè travestita da Cubano pitonesco.

Signor Mesa, a Cuba la gente sta lavorando, per risolvere i problemi creati in questi ultimi anni. Guadagnano circa 350 pesos al mese facendo sforzi inumani, il tutto sperando che la situazione si risolva al più presto. Questi amano la patria, Lei cosa sta facendo? Molto probabilmente Lei se ne andato al inizio del periodo especial quando la pancia cominciava a brontolare, ora se ne sta qui sentenzia, difende cose che nessuno a Cuba lo fa, perchè sarebbe un delitto, mette addirittura in dubbio quello che dice il generale e Murillo. Ma mi faccia il piacere. Le ripeto gente come Lei sono il cancro della nazione.
Mirko   
 
   12-08-2013
Non è estraneo che un’isola con una densità di 101 abitanti per km quadro, tropicale, stretta e lunga in orizzontale, senza risorse energetiche abbia bisogno di importare gran parte degli alimenti.
L’«80%» si riferisce alla proporzione in prezzo, non in quantità; pesando in esso la differenza di prezzo (e moneta) fra la produzione propria e quella importata. Erano circa 1,5 miliardi di USD. Un semplice calcolo dimostra l’errore: divisi fra gli abitanti sono soltanto 37 centesimi pro capita al giorno. Insufficienti se non ci fosse dietro una produzione nazionale.
Le matematiche… ahh… le matematiche…
Mirko, lei ha mai seminato e raccolto riso manualmente? Tagliato e alzato a mano canna di zucchero? Io sì.

Leonardo Mesa   
 
   12-08-2013
ho promesso che non polemizzo più con Mesa. e così farò. ma è dura, cavolo! quante balle racconta!
marc   
 
   12-08-2013
Ottimo signor Mesa, scopriamo che Cuba è sempre stata una piccola Svizzera dei caraibi, grazie alla continua libera critica da parte del popolo. Infatti tutti ricordano, manifestazioni di piazza, quando qualche legge emanata dal democratico parlamento, non piaceva e ricordiamo tutti i famosi scioperi generali cubani, famosi in tutte le americhe. Ma si Cuba è un paese che grazie alla genialità di alcuni suoi componenti del governo, mai ha avuto una crisi, i salari sono tra i più alti del pianeta, mai ha chiesto aiuto economico e alimentare a nessuno. Bene Mesa, grazie per le sue sempre chiare e profonde spiegazioni.
Ma ora, quando si rimbocca le maniche e viene a lavorare a Cuba? Sa c'è tanta di quella terra incolta, che lo Stato sta praticamente regalando e sta aspettano braccia forti per lavorarla, Mesa, sa Cuba importa 80% del fabbisogno alimentare, un aiuto pratico lo potrebbe anche dare, invece di stare dietro ad un compiuter in un paese capitalista a fare il vago. Forza venga a Cuba a lavorare ed aiutare il suo paese. Le ricordo la parola d' ordine " Abbiamo già parlato di tutto ora è tempo di lavorare duro" Raul Castro.
Mirko   
 
   12-08-2013
Se può discutere fino a dove è stata la critica e si è stata sufficiente, ma quando Mirko dice «La critica e il riconoscimento degli errori è cosa nuova» non è vero.
La critica nella Rivoluzione ha vecchia storia. Basta ricordare quando all’inizio furono toccati per primo molti che avevano fatto la Rivoluzione. Ricordare la destituzione di Almeijeiras, uno degli uomini più coraggiosi ma che si era dato alla “buona vita”. Ricordare il processo alla Micro frazione, gruppo di estremisti “pro” sovietici, assolutismo statalista, marxismo “biblico”, punizione, censura. Curioso che nella Micro frazione c’era Santacruz, oggi presidente della Commissione di Diritti Umani.
Per non farla lunga e saltando importanti momenti nel 62, 64, 68, 71, 78 e 80, vorrei ricordare che 1986 ci fu il più grande Processo di Rettificazione di Errori e Tendenze Negative. Nel 91 ci fu a livello istituzionale e di ricerca un altro processo che cade in molti casi nel revisionismo.
È vero che con la crisi la critica fu indirizzata a risolvere gli imminenti problemi ma rimassi spesso lontana di profondità e concetti. Nonostante, dalla critica uscì la redistribuzione delle terre, modifica della distribuzione e vendita di prodotti agricoli (già esperimentata prima), la legge d’inversione straniera (già iniziata prima). Nel 2005 ci fu il discorso di Fidel all’Università: dove dissi che la Rivoluzione non poteva essere distrutta da fuori ma sì da dentro, dovuto ai PROPRI ERRORI.
La critica in Cuba non è cosa di oggi né di Raùl Castro. È cosa di sempre, e come dice Scatenoni, una delle ragioni della sopravvivenza della Rivoluzione. C’è la tendenza a dire: l’ha fatto Fidel, l’ha fatto Raùl, la Rivoluzione è dell’uno o dell’altro. Essa personalizzazione spesso non è casuale, persegue un altro obiettivo: fare passare la Rivoluzione per un gregge di 10 milioni comandato da 2 pecorai.
Chi creda che Fidel sia stato messo da parte devo ricordarle che ufficialmente Raùl chiese al Parlamento farlo partecipe delle decisioni. E fu approvato. La storia che Fidel è stato messo da parte, come prima quel messo da parte, dicevano, era Raùl, non è altro che una vecchia tattica per insinuare fratture interne.
Fino ad oggi, però, essi cottigli sono rimasti tali.

Leonardo Mesa   
 
   12-08-2013
Marc, dove è l’errore del «Cordone dell’Avana»? C’è tutto oggi. È un esempio di riforestazione, di circonvallazione, di collegamento di zone periferiche, l’inserimento di strutture periferiche come il Parco Lenin, Il Giardino Botanico (uno dei migliori di America Latina).
Il Che? L’Industria vide per prima volta la sua diversificazione e si eliminarono i licenziamenti. La Banca per prima volta prestò obbligatoriamente servizi ai cittadini con interessi irrisori o senza e si accollò molti debiti privati.
Sulla Rivoluzione cubana, ti raccomando rivolgerti la domanda che hai posto: «Ti ha detto niente quello che è successo vent' anni fa ai paesi satelliti orfani della revolucion sovietica?». Ventidue anni dopo Cuba è lì.

Leonardo Mesa   
 

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