06-08-2013 | Mirko, come chiaramente indicato nell’articolo al quale lei rimanda (e il successivo), la Pericolosità sociale è quando esiste «proclività» «dimostrata» da condotta «manifesta» come ubriachezza «abituale», «narcomania» e «condotta antisociale», questa ultima intessa come il fatto di rompere «abitualmente» le regole di «convivenza» medianti «atti violenti», «provocazioni», violazioni del «diritto altrui» o nel caso si «sfrutta il lavoro altrui». Ci vogliono specifici atti che siano compiuti ripetitivamente e che siano dimostrati. La valutazione e condanna corrisponde al Tribunale, non a un poliziotto o gruppo di essi. Poi, a giudicare da quanti a Cuba si ubriacano e quanti rompono la convivenza cittadina, il capo d’imputazione non sembra molto applicato.
Mirko, la cosa più importante, però, è che gli stessi motivi che rientrano nella Pericolosità sociale a Cuba, rientrano in quasi tutti codici (a volta penale a volta no) del Mondo; soltanto che lo chiamano di un’altra forma.
Sulla «morale socialista». Cuba è un paese socialista. Quando in un paese capitalistico si parla di morale si parla di morale capitalistica, e a volte anche religiosa.
Mirko, il Ministero dell’Interno, proprio per essere dell’interno controlla tutto il paese, a Cuba e dovunque. Un’altra cosa è confonderlo con l’esercito o con una forza militare. L'Esercito cubano – rispetto a quel che lei parlava prima – fa solo l’esercito: non controlla né si volta contro i cittadini.
Adesso lei ha introdotto una cosa NUOVA: la partecipazione nell’economia. In tutti paesi socialisti – e molti capitalistici – l’esercito ha anche compito economico. Di base, è un modo che una forza improduttiva diventi produttiva. A Cuba se ben la direzione di alcune corporazioni sono affidate all’Esercito in esse la stragrande maggioranza dei lavoratori sono civili. Un settore strategico è l’agricoltura: l’esercito produce e vende a minore prezzi, costringendo a ribassare i prezzi di molti prodotti del mercato libero, quel che è un bene per i cittadini.
In altri paesi il vincolo militare-economia è più velato. Per esempio, negli Usa, l’esercito fa “fruttare” l’economia civile medianti invasioni e occupazioni e attizzando o innescando guerre. O no?
Mirko, lei conosce Cuba perché ci vive, mentre io – a quanto pare – no. E – a quanto pare – nessuno che non viva adesso a Cuba. Hai sentito, Lupi?
Leonardo Mesa | 06-08-2013 | Per dovere di cronaca, chi vuole andarsi a leggere come funziona la pericolosità sociale ecco il testo completo, dal titolo XI art 72 a scendere, così tanto per capire che il comico Mesa, si diverte a prenderci in giro, con fantasiose e ironiche verità cubane. http://www.gacetaoficial.cu/html/codigo_penal.html#A5
Sempre nel proseguire alla grande comicità di Mesa, magari con la sua solita ironia, ci spiega questo passaggio del articolo "ARTICULO 72.- Se considera estado peli-groso la especial proclividad en que se halla una persona para cometer delitos, demostra-da por la conducta que observa en contradic-ción manifiesta con las normas de la moral socialista." Cosa vuol dire Moral socialista? Non è forse una frase molto sibillina dove possiamo metterci dentro di tutto a piacere?
Mirko | 06-08-2013 | Certamente che per me sei comico, leggendo quello che scrivi, essere comici, usare l' ironia è sempre un sentore di persona intelligente e io credo che tu lo sia. Mi fa piacere che ci racconti che a Cuba non c'è libertà di stampa, magari ci puoi spiegare il perchè, forse fa paura una stampa libera? Inutile rispiegare ancora cosa sia la pericolosità sociale, e ti posso assicurare che basta un poliziotto per appioppartela, senza passare davanti alla magistratura. L' esercito cubano, non solo fa l' esercito che assieme al ministero degli interni controlla tutto il paese, tipico delle dittature, ma sia le FAR che il Minint, sono a capo di corporazioni commerciali, economiche, e agricole, quindi non fa solo l' esercito. Ma i i così detti dissidenti possono partecipare ad una Mesa Redonda, hanno spazi pubblici concessi liberamente? Possono stampare in proprio un giornale, organizzare manifestazioni? Spiegaci questo visto che ci racconti, con la tua solita buona ironia, che sono liberi di dire quello che vogliono. Chiaramente , seguendo la tua comicità e ironia, ci parli del avvertenza, che come ben sappiamo è altra cosa dalla pericolosità sociale, che viene usata ripeto per imbavagliare e come monito alle persone, e ripeto anche in Italia durante il fascismo esisteva, come a Cuba adesso.
Penso di conoscere Cuba abbastanza bene, visto che ci vivo, a differenza tua che invece te ne stai in Italia a fare il comico. Chiaramente io rispetto le tue opinioni, e se permetti mi faccio anche delle grasse risate leggendo quello che scrivi, e non solo io ma anche i cubani quelli veri, che vivono a Cuba.
Saluti. Mirko | 05-08-2013 | Mirko, sono contento che lei mi trovi comico: lo prendo per un complimento: di solito mi dicono il contrario. Forse lei si è confuso: ho detto che a Cuba la stampa è libera? NO! Tanto che ho scritto «non vengono riferite nella stampa» quel che presuppone un filtro, una censura. Invece, io al suo posto non mi stupirei più di tanto: il riferito o non della stampa è relativo anche all’ammasso generale. Se in un posto ci sono 10 organi stampa e nessuno ne parla di qualcosa è molto simile a – per non dire equale – dove ci sono 1.000 ma soltanto 1 ne parla: non si vede, si perde, simile a non parlarne. È cosa ben saputa dai grandi media che si precipitano a comprare – monopolisticamente – qualsiasi mezzo che spunta con prospettive: lo assorbono e lo annientano. Esempi abbondano a mai finire. Per non parlare che dagli 1.000 prima citati, 700 ripetono la stessa cosa che hanno detto 1 o 5 soltanto. Come i 10 di Cuba. La invito a un esercizio di confermazione.
A Cuba l’esercito fa l’esercito. Dovrebbe sapere che Cuba è l’UNICO paese latinoamericano (includendo Costa Rica con la sua paramilitare Guardia Nazionale) dove l’esercito non si è rivoltato MAI contro i connazionali. Esso è una delle cose buone – senti Marc – del governo cubano in questi 50 anni.
Le reitero che a Cuba le proteste ci sono state, quel che invaliderebbe la sua – senza piedi e testa – affermazione, del assoluto controllo: le potreste, alla fine, sono incontenibili, come dimostrato dal militaresco Chile di Pinochet.
Sulla Pericolosità sociale, lei mente. Non basta il parere di un poliziotto se non ben altro che è ben precisato e soltanto se compiuto in maniera ripetitiva. Quel che lei chiama «monito o avvertimento» è un’altra cosa, si chiama «Avvertimento ufficiale» e nemmeno per questo basta un parere, e non ha connotazioni se non ci arriva processo. Tutte due cose pesano nel trovare un lavoro di dirigenza ma non di altro tipo, tanto che una delle “condanne” nel caso di Pericolosità sociale è obbligare all’imputato a lavorare in qualcosa consueta con la sua istruzione, perché – sappia – la metà non lavora.
La sua affermazione che queste cose vengono usate per «tappare la bocca a chi magari parla un po' troppo» è smentita non da me se non dalla centinai di dissidenti che parlano e sparlano.
Sull’«agguato» dove secondo lei «la massima dirigente del Partito a Varadero» risultò uccisa (che rientrerebbe nella cronaca gialla che a Cuba non c’è), l’invito a indicare i dettagli in suo possesso.
Devo riprendere il suo monito sul non parlare di quel che non si sa?
Leonardo Mesa | 05-08-2013 | La pericolosità sociale, tipica di tutte le dittature, esisteva anche in Italia durante il fascismo, funziona in maniera molto semplice. Basta che lo Jefe de sector, o un funzionario di polizia, segnali la persona come pericolosa, e questa verrà marchiata per sempre. Sistema molto usato, spesso come monito e avvertimento. Nessun giudice decide nulla viene data direttamente senza appello. La persona che si trova in questa condizione, avrà grosse difficoltà di trovarsi un lavoro decente, diventa in automatico un emarginato sociale. Spessissimo viene usata, proprio per tappare la bocca a chi magari parla un po' troppo, emarginandolo subito appunto come persona disadattata e pericolosa. Il passo poi è breve, una volta marchiato, basta una qualsiasi sciocchezza, magari un sacco di cemento comprato in nero, per far scattare denunce, arresti e ogni tipo di attività repressiva. Questo è solo un esempio di come si tappa la bocca alla gente, tipico di tutte le dittature e Cuba non si fa mancare proprio nulla. Mirko | 05-08-2013 | Come sempre l\' immancabile commento del signor Mesa, che il senso della comicità non gli manca, ci racconta che a Cuba la stampa è libera. Che dire, l\' importante è crederci vero signor Mesa.
Mirco, ma come ci possono essere rivolte a Cuba se la polizia controlla tutto, e l' esercito anche. Non credi che sia un po\' difficile?
Per esempio Mirco, lo sai che la massima dirigente del partito di Varadero circa cinque mesi fa è stata uccisa in un agguato? Certamente secondo il signor Mesa questa notizia è stata data a Cuba.
Ricordo al signor Mesa che in Italia i partigiani, erano chiamati dai tedeschi e fascisti banditi un po\' come descrive lei chi la pensa in maniera diversa dal pensiero unico cubano.
saluti. Mirko | 05-08-2013 | Ragazzi,ho detto rivolte non proteste.Son due cose ben differenti tra loro. Mirco | 05-08-2013 | Mirco, a Cuba ci sono state proteste e anche rivolta, soprattutto all’inizio della Rivoluzione e in 1980 e 1994; la maggioranza con l’attiva istigazione dei peggio di Miami e del governo Usa.
Mirko, tutte le proteste rilevanti sono state mostrate in DETTAGLIO dalla stampa, includendo la TV. Sono stati, invece, molti messi internazionali a mostrale diversamente e soprattutto a tacere sulla dinamica di innescamento. A Cuba delle piccole proteste (ogni uno il suo piccolo lo considera grande) non vengono riferite nella stampa, tipo una protesta in un posto di lavoro. In esse caso però si avviano subito le assemblee. Non 4 rappresentante che vanno a parlare per 100, sennonché tutti 100. In fondo, questa assemblea estraordinaria segue l’estesa modalità delle assemblee ordinarie, soltanto che le autorità con competenze devono essere presenti e non aspettare essere convocati dall’assemblea ordinaria. Nei quartieri, per le cose estraordinarie o urgenti, ci sono il “delegato” del quartiere e il “presidente del consiglio popolare” della zona; anche se alcune persone si presentano direttamente nel Comune… e vengono ricevute lo stesso.
La invito a fare un elenco dei paesi che fanno simili cose.
Mirko, l’invito anche a informarsi meglio sul reato di Pericolosità sociale, perché NON c’entra con quel che se ne sta parlando. E riprendendo le sue parole le suggerisco anche: «prima di fare certe affermazioni magari sarebbe bello conoscere[le]».
Leonardo Mesa | 05-08-2013 | Mirco, sei convito che a Cuba in 54 anni non ci sia mai stata una protesta, magari soffocata con qualche bella mangannellata?
Certo che se si legge il Granma o si vede il notiziario certe cose non vengono dette. Ricordo che a Cuba non c\\\\\\\\\\\\\\\'è libertà di stampa. Mirco sei convinto che a Cuba non ci sia una repressione per ogni motto che non sia controllato dallo stato? Mirco sai come funziona la pericolosità sociale? Bene Mirco prima di fare certe affermazioni magari sarebbe bello conoscere di cosa si parla. Mirko | 05-08-2013 | Mamma mia come vi brucia che la Revolucion sia ancora in piedi dopo così tanti anni.Ma non vi viene da pensare che non sia così male?In più di mezzo secolo mai una rivolta,eppure i cubani sono stati capaci nel passato di mamorabili lotte contro le ingiustizie.La dissidenza,nonostante importanti aiuti economici,non ha mai attecchito.Stiamo parlando di un paese che grazie alla Revolucion è stato un punto di inizio per la rinascita dell'America Latina ed è tutt'ora un esempio da seguire.
Fatemi un piacere,i cubani non hanno bisogno di voi,sceglieranno loro stessi il loro destino come sempre hanno fatto fino ad ora. Mirco |
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