21-06-2013 | Dispiaciuto sempre sono alla morte di qualcuno. Non ha importanza chi sia stato.
Mi dispiace quando a Miami festeggiano per la morte di qualcun dirigente di Cuba.
Quando Batista morì a Cuba non si festeggiò. Né anche lo “spietato” governo “di Fidel” lo fecce. Né anche le miglia di familiari vittime del “idolo” degli Usa e del peggio di Miami. Tutto si limitò a uno stretto trafiletto che comunicava – assente di gioia – la notizia.
Spesso i goduriosi della morte a Miami – consideratosi “patriote” – parlano di «orrore storico al popolo cubano». L’errore, secondo loro “patriottismo”, è stato l’indipendenza del potere opprimente degli Usa che generò Ammenda Platt, governati servili e governati assassini come Machado e Batista: sottomissione, analfabetismo, povertà, fame, malattie e morte; costrizione, torture e assassinati.
Non si può chiamare patriota a chi «non credeva nella buona volontà della Patria» e meno a chi con «idolatria» parla del Paese che tanto male ha fatto al proprio. È un paradosso avere il sospetto di che qualcuno fosse «annessionista naturale» e al contempo avere convinzione per definirlo «patriota». Un paradosso insalvabile: o l’uno o l’altro.
Inoltre, trovo contradittorio che qualcuno sia convinto «di non tacere» sulle ignominie ma che taccia ogni giorno disciplinatamente sulle ignominie del governo Usa; il governo straniero che – come è pubblico – gli paga per screditare il proprio.
Oddio chi gode dalla morte. Oddio di più a chi la usa per meschino proprio interesse. Oddio ancora di più a chi usa la morte passando, pure, sopra i propri sentimenti.
Requiem per Pardo papá.
Pena provo per questo Pardo Jr.
Leonardo Mesa | 20-06-2013 | Signor Lupi, perchè non ci racconta della famiglia Payà che si è stabilita a Miami?4 Patemazzo Scatenoni |
|