06-12-2012 | Non ho capito la differenza fra un campus universitario con le porte aperte a chiunque, un sabato sera alle 20.30, e un concerto in piazza San Giovanni chiusa al traffico.
La manomissione della locandina poi...maliziosetta ilvecchioeilmare | 05-12-2012 | Pereira (mi rettifico nella s), per me un artista va – per primis – al popolo, non ha cantato né in feste private né in palaci. Se dopo l’artista ammira questo o l’altro è LIBERO di farlo. O no? Tu che ti ritieni libertario, come mai preclude i diritti altrui? Leonardo Mesa | 04-12-2012 | Quando se dice situazione domestiche.
La diferenza di un concerto all'aperto come ad esempio quello di piazza S.Giovanni a Roma per il 1 maggio e un concerto all'interno di un campus universitario e tutta un'altra cosa!Chel'ingresso sia libero nessuno ha detto nulla,ma una cosa e si questo avviene in piazza aperta o contenuta come in questo caso.
Poi per finere in bellezza una'ansa d'ultima ora:
MUSICA: ZUCCHERO ALL'AVANA, AMMIRO LA REVOLUCION
INTERVISTA A GRANMA IN VISTA DEL CONCERTO DI SABATO PROSSIMO
(ANSA) - L'AVANA, 4 DIC - «Sarei l'uomo più felice del
mondo se i cubani mi riservassero un posticino nella loro
memoria»: a pochi giorni dal suo atteso concerto all'Avana
sabato, Zucchero ha concesso una lunga intervista a Granma,
l'organo ufficiale del Partito Comunista Cubano, nella quale
confessa la sua ammirazione per il suo popolo e la sua
Revolucion.
«Mio padre era affiliato al PCI dall'epoca di Palmiro
Togliatti,e quello che mi entra dalla pelle mi arriva poi al
cuore. Quando eravamo all'università e, come si dice, eravamo
giovani e belli, vivevamo l'epica della Rivoluzione Cubana, con
Fidel e con il Chè, che era già un simbolo, e Camilo
Cienfuegos: ammiravamo la resistenza e la dignità del popolo
cubano, e poi mi ha incantato la vostra cultura», racconta il
cantante nell'intervista.
In quanto al potenziale rivoluzionario della musica, Zucchero
dimostra un certo scetticismo, sottolineando che non crede che
«in questo momento la musica vada contro il sistema» perchè
«tutto è diventato politicamente corretto, almeno in Italia.
Molta gente della mia generazione è stanca, rassegnata». Non
per questo però il cantante rinuncia alle sue idee.
«Non mi piace il capitalismo nè la globalizzazione che
promuove: le persone pensano più ai loro affari che agli altri.
Noto una mancanza di sentimenti solidali, di autenticità negli
atteggiamenti. Mi spiace che ci siano guerre o aumenti la
povertà, ma mi affido ai giovani, nel mio paese sento che c'è
una generazione che comincia a prendere coscienza che è
possibile, anzi è molto necessario, avere un mondo migliore»,
ha concluso.
Come si può vedere bene questa confusione fra (popolo cubano-governo-revoluzione)per i nostalgici del 68 sono una cosa sola come la trinità per i credenti,che pena
per finire con un ritornello....Senza parole Roberto Pereira | 04-12-2012 | Il concerto è a entrata libera... ilvecchioeilmare |
|