Cuba, la dittatura digitale | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 1 a 10 | 06-09-2012 | MESA
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Non potrei trovare parole migliori di quelle di Matteo Mecacci al Presidente della Telecom Italia
Roma, 1 dicembre 2006
Segue il testo della Lettera aperta che sarà inviato domani a Guido Rossi, Presidente di Telecom Italia.
Egregio Prof. Guido Rossi
Presidente di Telecom Italia,
Le scrivo oggi, in occasione del 50mo anniversario della Rivoluzione Cubana, per ricordare a lei, e ai cittadini italiani, che Telecom Italia ha una responsabilità particolare nel consentire che il regime di Fidel Castro possa continuare a vivere ed a impedire la trasformazione di Cuba in un sistema politico democratico.
Telecom Italia, infatti, dopo averla acquisita negli anni ’90, continua a detenere il 27% della proprietà della società telefonica italo-cubana ETECSA, che e’ ormai divenuta uno strumento essenziale per il regime, che se ne serve per mettere in atto la repressione e la censura della libera informazione a Cuba, come testimoniano gli attivisti e i dissidenti democratici cubani... (...)
segue... http://old.radicali.it/view.php?id=77758 Massimo Campo | 06-09-2012 | Leggo (maiuscole mie): «Telecom Italia era stata l'unica […] a PRESTARSI a questi servizi con Cuba», «La presenza di Telecom Italia […] è stata per anni un motivo di VERGOGNA», «Operare come supporto al regime cubano è stato VERGOGNOSO», «tutto il mondo civile dell'ICT, USA, Francia, UK, Germania... e così via ... hanno semplicemente detto a Telecom Italia di VERGOGNARSI».
Curioso!
Telecom è presente in Emirati Arabi Uniti, che non è esempio di democrazia; Cina e Russia, che spesso sono ritenuti antidemocratici; India, che un po’ di problemini ha; Egitto, che tutti conosciamo; Sudafrica, dove ancora il razzismo, la repressione e l’assassinato abbondano; Israele, paese che ancora occupa terre che non li corrispondono e pratica la repressione altrove; Turchia, che con i curdi hanno la mano pesante; gli Usa, dove vige il più grosso ed efficiente controllo delle comunicazioni. Altre Telecom, per esempio, sono presenti dal Marrocco a Arabia Saudita, passando da Sudan e Somalia. Dovrebbe Telecom vergognarsi per brindare servizi? No; credo.
Perché vergognarsi di farlo con Cuba?
La verità è che nessuno di questi paesi ha una legge estraterritoriale imposta dagli Usa come l’Helms-Burton. E in questi mondo, gli “ubidienti” degli Usa sono assai.
Telecom Italia ha avuto il coraggio di prestare servizi a Cuba, nonostante l’opposizione degli Usa, dei dissidenti, dei peggio dei miamensi e dei “ripetenti”.
La ragione dell’abbandono della Telecom a Cuba? Azienda&Mercati, il 5 marzo 2012, pubblica l’articolo «Telecom, inversione di rotta. Non solo dolori dell’Italia». Indica una diminuzione degli introiti in tante parti del mondo; inclusa Italia, dove la fissa a subito un decremento del 4,6% e la mobile di 7,5%. Precisa: «Brasile […] ma anche dell’Argentina, hanno consentito di chiudere il bilancio all’insegna del più.» Infatti, Telecom Italia riconosce come mercati strategici: quello nazionale più Brasile e Argentina.
Leonardo Mesa | 05-09-2012 | é una buffa cosa perché io invece ho vissuto l'esperienza lato telecom italiana. dove ho lavorato 10 anni.
Sulle prime era un piacere farsi trasferire a Cuba, ed il supporto ingegneristico italiano non è mai mancato. meno massivamente che dell'inizio, magari.
Poi tutto il mondo civile dell'ICT, USA, Francia, UK, Germania... e così via ... ha semplicemente detto a Telecom Italia di vergognarsi per aver partecipazioni industriali in ETECSA.
E poi cosa è successo...? che ETECSA ha anche cominciato ad andare in perdita. Forse proprio quando sono entrati nuovi gestori interni.
Come dicevo i radicali dal 2006 urlano la necessità che Telecom Italia esca da ETECSA, per non partecipare in alcun modo all'utilizzo degli strumenti di comunicazione CONTRO la dissidenza cubana.
Finalmente un anno fa, a febbraio, Telecom Italia ha abbandonato quella scandalosa partnership.
Quindi il mio articolo è assolutamente in linea con il pensiero così espresso: ETECSA= strumento di controllo della libera opinione.
Massimo Campo | 05-09-2012 | Quello che la TELECOM non aveva capito inizialmente o forse lo sapeva ma sperava in un cambiamento profondo, era il carattere poco commerciale di ETEC.SA visto che la telefonia a Cuba e pratticamente sovvenzionata, mia mamma paga una bolletta telefonica di circa 35 pesos cubanos, poco più di un euro. Potreste dire che il numero di telefoni privati sono pochi e quello che conta è il servizio alle imprese, bene, anche queste, ad ecezione della telefonia internazionale, pagano delle tariffe irrisorie. Dalla ZIP abbiamo avuto gli apparecchi per i privati (senza costi per il cittadino) non che le centraline per alcune imprese. Gli ingegneri della TELECOM si vergognavano? Conobbi alcuni, vi posso assicurare che si divertivano, avrebbero fatto di tutto per rimanere la molto tempo. Filtraggio delle Email e/o spionaggio? sopravalutate di brutto la capacità di ETECSA, avete idea quanta risorsa serve per fare una cosa del genere? no, non lo sapete. Ci sono dei filtri è vero, e sono mirati, visto le scarse risorse, a persone e/o organizzazioni che in qualche modo si sono messi contro il governo. Credete che se io mi ci metto a sparlare al telefono con mia mamma contro i Castro c'è cualcuno all'ascolto?. continuate a sognare. Manigüero | 05-09-2012 | Sig. Campo
Sono un ing. elettronico e ho lavorato in ETECSA negli anni 90, nel periodo che uscivano i messicani ed entravano gli italiani, nella sede di Santiago in via Aguilera. E questo partner tecnologico non era così tanto tecnologico, i messicani avevano fatto di più. Quando gli italiani arrivarono avevamo gia installato la magior parte delle centrali digitali dell'isola, non che alcuni transponder a microonde per scavalcare le montagne. So molto bene cuale è stato l'apporto tecnologico della telecom a Cuba. Pensi, che poi, quando arrivai in Italia scoprì che in certi aspetti la TELECOM stava peggio di ETECSA. Il problema di ETECSA erano due fondamentalmente, aveva come fornitore ufficiale la SIEMENS che dopo la legge HELMS BURTON scisse ogni rapporto commerciale lasciandoci in panne. Danno provocato anche nel settore sanitario visto che era anche il fondamentale fornitore di apparecchiature mediche (abbiamo dovuto fare ingegneria inversa per poter riparare i tomografi. L'altro problema era proprio l'impenetrabilità della tecnologia tedesca, cosa che ci creava non pochi problemi nelle riparazioni e/o manutenzioni. La verità e che credete di sapere, quel che non sapete o non volete credere e che non lo avete vissuto, Io si. Manigüero | 05-09-2012 | Vi sono addirittura procedure allamcomunitá europea da parte dei radicali per invitare Telecom Italia a lasciare Cuba e il suo supporto al governo totalitario.
Nell’interrogazione dei Radicali al Parlamento Europeo di Bruxelles del 21 febbraio 2007 si riporta l’esempio di un arresto “L'8 ottobre scorso il dissidente nonviolento Nivaldo Díaz Castellón - dopo essere stato arrestato dai servizi di sicurezza - è stato portato via in un veicolo di Etecsa”.
E poi si arriva alle richieste interpellando la Commissione:_
La Commissione
“1. non ritiene che la partecipazione al capitale di Etecsa e la collaborazione operativa con le sue attività delle imprese europee sia in palese contrasto con le linee guida sulle relazioni UE-Cuba, che considerano la difesa della libertà di espressione un elemento fondamentale?
2. quali misure intende adottare per evitare la collaborazione delle imprese europee con attività repressive (in particolare spionaggio, censura e arresti per reati di opinione) messe in atto dal regime castrista?
3. quali misure adotterà per proteggere dallo spionaggio e dalla censura di Etecsa le comunicazioni telefoniche e via internet dei propri uffici all'Avana?"
Il Commissario Europeo agli Aiuti Umanitari Luis Michel ha più volte risposto, come da logica, che “Telecom non ammette alcun crimine di quelli imputabili e gestisce secondo le norme UE una attività finanziaria con lo Stato Cubano”.
IL 9 Maggio il partito Radicale e Marco Pannella rispondono nuovamente e traspare il loro astio per la Commissione Europea per la decisione per loro scellerata:
Ecc. Massimo Campo | 05-09-2012 | Telecom Italia era naturalmente il fornitore tecnologico. Sono dati pubblici che non tutta ETECSA fosse in mani italiane. Questo non sarebbe possibile in paesi democratici, figuratevi a Cuba.
In un breve articolo non si possono formalizzare aspetti cosí evidenti. E perdonatemi banali.
La proprietá cubana era passiva a livello tecnologico, la totale funzione progettuale e di gestione era nelle mani italiane.
Dire che Telecom Italia ha ceduto l'azienda è formalmente corretto, perchè era Telecom Italia ha fare di ETECSA quello che è. Non il governo cubano.
Colossi delle comunicazioni spesso di "posseggono" avendo in realtà pochi punti percentuali della proprietà. Quindi nessuna bugia, solo utilizzo corretto del linguaggio finanziario.
La cessione del 27% ha significato il passaggio di tutta la gestione tecnica e procedurale dei sistemi fonia-dati all'azienda acquirente e di riflesso alle Forze Armate.
La presenza di Telecom Italia, con i suoi ingegneri di progettazione, è stata per anni un motivo di vergogna in azienda.
Operare come supporto al regime cubano è stato vergognoso.
Tra le altre cose Telecom Italia vinse l'appalto perchê tutti i principali competitor ICT mondiali non si presentarono data la delicatezza del cliente.
Massimo Campo | 05-09-2012 | I motivi che mi fanno dubitare della sincerità e buone intenzioni di alcuni "informatori".
1-ETEC.SA non era della TELECOM, la sua partecipazione era del 27% e fu ceduta per decisione unilaterale di TELECOM per 706 milioni di dollari, azione che portò beneficio all'impresa italiana.
2-L'altro 73% era in mano dello stato.
Chi legge e non conosce potrebbe credere che la TELECOM abbia venduto una sua compagnia privata ad una compagnia privata fatta dai militari. Tutti i settori strategici a Cuba sono statali e in alcuni casi ci sono delle partecipazioni straniere di capitale privato pero che non hanno potere decisionale. tranne che poter cedere le quote allo stato cubano che ha il diritto di prelazione. Una volta ogni tanto leggete la gazzetta ufficiale di Cuba, li troverete anche i dati delle partecipazioni straniere.
E' divertente sentire come si riesce a speculare su certe cose senza avere idea di come funziona il sistema previsto. Prima il carro e dopo i buoi. Stò perdendo totalmente la voglia di leggere queste striscie. Una volta leggevo tanto la Sanchez, all'inizio mi piaceva parecchio, oggi non fa altro che contradirsi e giocare alla politicheria barata.
Un po di serietà, solo chiedo un po di serietà nell'informazione. Manigüero | 05-09-2012 | Etecsa è stata ceduta da un anno, dopo che Telecom Italia era stata l'unica tra le grandi aziende mondiali ICT a prestarsi a questi servizi con Cuba.
La notizia della nuova piattaforma di gestione, e probabilmente controllo, della posta elettronica a Cuba è fresca di 2 3 giorni.
Massimo Campo | 04-09-2012 | IL SOLITO TESTO ANTICUBANO CON NESSUNA NOTIZIA (CHE ETECSA AVESSE COMPRATO CUBA SI SAPEVA DA QUALCHE ANNETTO). SIETE SOLTANTO DELLE IENE CHE ASPETTANO LA MORTE DI CASTRO. MA SE POI IL POTERE POLITICO NON DOVESSE CAMBIARE POTRESTE SOLO SUICIDARVI... dariiiio |
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