Gino Songini. Nel ventennale delle stragi di Capaci e via D'Amelio
Un'interminabile teoria di domande senza risposta. Con chiosa dai ricordi familiari
 
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   19-07-2012
Grazie Gino di aver condiviso con noi il tuo ricordo familiare. I dubbi , i tanti dubbi sul rapporto stato-mafia le sappiamo certezze da tempo e molti giornalisti ne avevano accennato e molti ne hanno scritto. Nessun uomo può lottare da solo. Hai fatto bene a ricordare Dalla Chiesa, fu il primo a chiedere nell'agosto dell'anno in cui fu ucciso il controllo dei conti bancari di sospetti mafiosi. La mafia è antica e sempre espressione di un'assenza dello stato o peggio di uno stato collaborazionista.
Basterebbe pensare agli appalti, chi firma l'autorizzazione alla costruzione di mostri di cemento? Falcone e Borsellino erano vicinissimi alla mafia della droga e del riciclaggio. E' stata la fase più difficile e di meno possibile controllo per la mafia e forse per la paura che qualcosa sfuggisse di mano furono ordinate le stragi. Ne sapremo qualcosa? si e ti rispondo si anche quando chiedi se ne è valsa la pena. Ne stiamo parlando e la Sicilia è piena di forse nuove, che aspirano e lottano per la legalità.Non dimentichiamo la vita da recluso di Saviano e le sue parole.Stamattina leggiamo anche il bello scritto di Grazia Musumeci.
patrizia garofalo   
 

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