NNI 28. Andrea Gratton (Pordenone, 1983) | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 1 a 3 | 26-04-2012 | Caro scrittore, caro Andrea, leggerti è stata per me una sorpresa. Mi procurerò le altre tue presenze nel romanzo. A lato ho anche potuto tornare a scrivere di una collana-web inventata da Gordiani Lupi per Tellusfolio che è una ricognizione molto valida. Editore e scrittore con il quale, a volte, col mio cattere pessimo,non mi sono inteso, ma siccome per me una cosa è la biografia e un'altra la scrittura, chi la pratica, la cura, la stimola, la produce... ne ricordo qui, il fiuto, e la prassi d'autore. Sulla Guerra d'Albania, come di altri eventi del '900, i giovani come te, tu stesso, potete rivelarne le pieghe e le piaghe, finalmente, in buona letteratura. Saluti. Claudio Di Scalzo Claudio Di Scalzo | 26-04-2012 | grazie delle belle parole, claudio. le ho apprezzate, anche perché l'idea che stava alla base di questo breve racconto era proprio quella di fondere le due dimensioni del passato/presente, cercando di farlo in modo asettico, non forzatamente sentimentalistico. concordo su ciò che dici: la guerra d'albania è una pagina della nostra storia che trova poco spazio. per questo li ho chiamati "soldati perduti". perduti anche più di due volte. ancora grazie per il commento. Andrea Gratton | 15-04-2012 | Il racconto breve “Le Rose di Gerico” di Andrea Gratton è sicuramente uno sboccio primaverile, in questa serie dei NNI, curata da Gordiano Lupi, che sopravanza altri titoli semplicemente affidati al linguaggio mimetico od ai generi suggeriti dalle diverse faglie in sommovimento delle tendenze. Il racconto memoriale apre uno sguardo sul destino dei combattenti in terra d’Albania durante la guerra e sui dimenticati maneggi della monarchia sabauda con Badoglio e sul livore da carnefici dei nazisti schiavisti operato sui prigionieri. Sui soldati italiani “traditori”. Fra l’altro questo è un capitolo di storia patria non ancora sistemato dagli storici. Convince che la letteratura operi la sua rivelazione sugli eventi. E questo intanto è un merito narrativo notevole. In pochi colpi chiaroscurali viene offerta al lettore la percezione della tragedia e della sofferenza di una generazione. Mi ha coinvolto questa ricostruzione e lettura perché in Albania c’era anche mio padre. Lui scampò ai campi di concentramento per unirsi alla Resistenza e di lì tornare in Italia. (Sui soldati deportati esiste, al momento, un bel libro nella Morgana edizioni: “Natale Borsetti: la mia resistenza non armata” e in Tellusfolio ampi sono i riferimenti a questo libro incentrato anche su disegni, nella cui cura la figlia ed editore mi coinvolse). Gratton non si ferma al bozzetto della biografia familiare, in chiusura del racconto propone un bascullamento tra presente e passato e come tutto cambi in questo andirivieni… che poi è anche il mestiere della letteratura e delle voci narranti. Efficace anche perché la Rosa di Gerico-passato-corpo sigilla la narrazione al presente del nipote.
Un'ultima nota su questa serie. Ne conosco in larga parte gli sviluppi. A mio avviso la sua validità sta nel fatto che un editore presiede sul web ad una campitura e scelta di nuove voci, poi che la narrativa breve sul web è spesso più incisiva della poesia, il limite sta nel fatto che molti dei narratori non proseguono su pagine telematiche la loro scommessa stilistica o di rapporto con altre voci, perché in cerca di nuovo libro da stampare, perché disseminati ovunque, perché cambiano genere ogni anno tanto da apparire non riconoscibili in seguito. Claudio Di Scalzo |
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