26-03-2012 | Non capita frequentemente che di una silloge si parli a più voci, che si voglia e si senta la necessità di accompagnare con un po' di sé i versi di un libro di poesia. Ma nel “maratoneta” di Samperi c'è un po' di tutti noi e le parole giungono spoglie di orpelli, quasi silenziose gettano luci ed ombre, ricordi e riflessioni sul lettore, anzi colpiscono e non se ne vanno se non “quando” la luce del giorno ammara a mare e i versi tornano briciole di luci ad accompagnare un'altra giornata.
Grazie a Giuseppe e anche a Matteo, profondo lettore.
patrizia garofalo |
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