05-02-2011 |
Mi scuso se ho offeso qualcuno. Non volevo. Ho usato l'espressione "malattia che non perdona" perchè Maria Schneider aveva un tumore al pancreas molto grave. Non è sempre così, per fortuna. Gordiano Lupi |
05-02-2011 |
Commento molto bello da cui Gordiano NON doveva tralasciare malattia che non perdona, essendo proprio la mancanza del perdono fisico e mentale a costituire il filo conduttore dell'intero film.
Quanto al rispetto per le persone malate di cancro , quel rispetto lo abbiamo tutti per loro e per tanti altri malati sofferenti di malattie incurabili e non solo di cancro !
patrizia garofalo patrizia garofalo |
05-02-2011 |
Visto l'impatto che il film ha avuto su l'attrice
Maria Schneider, non penso proprio sia un capolavoro
(o la fine giustifica i mezzi).
Anch'io ho visto il film nel 1972 avevo anch'io 20 anni
come lei, ma visto i tempi anni 70 l'ho trovato particolare e
provocatorio, ma nel senso buono.
Capisco benissimo che si sia sentita usata sia da Marlon Brandon e specialmente Bernardo Bertolucci.
Come sempre gli uomini usano le donne a loro piacere.
Una parentesi guardate tutte queste donne mezze nude
sui canali televisi italiani.
Mi dispiace che sia morta cosi giovane, magari vivendo di
più avrebbe potuto ritrovare la serenità.
Riposa in pace Maria Schneider cristina |
05-02-2011 |
Articolo molto bello. In rispetto a tutte le porsone ammalate di cancro poteva tralasciare malattia che non perdona!
Claudia claudia |