Gigi Telloli ricorda Federico Aldrovandi
 
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   23-07-2010
Ciao Federico, nell'impossibilità di un abbraccio, nella dolcezza ricolma d'ira di un ricordo, negli occhi a te più cari, nei tuoi stessi, in quelli dei tuoi che sono e devono continuare ad esser i nostri, gli occhi di chi non s'arrende per nulla al mondo e continua, continua, come giusto che sia, in un mondo che spesso tace e per viltà volta le spalle, nell'illusione che niente è stato.
Noi continueremo a tener viva quella “fogna mediatica”, continueremo con l'amore a non lasciarci ulteriormente distruggere da tutto ciò che l'infamia continua a voler insabbiare.
Per chi ti ha conosciuto, per chi ha imparato a conoscerti, ad amarti come un fratello.
4 anni Federico, è passato più tempo di quanto tempo “dovrebbero” scontarne...
Provo una rabbia enorme Aldro, ma voglio combattere, devo, dobbiamo.
Per Lino, per Patrizia, per Stefano, per Te.
Gigi
luigi telloli   
 
   22-07-2010
Caro Gigi, frequentatore dalla prima ora del blog di Federico, ho molto apprezzato le tue parole, che ti fanno uno di noi, famiglia Aldrovandi allargata.
La sincerità che, sulla soglia dei 70, mi sono voluto permettere, mi ha guadagnato quattro querele sul punto di diventare cinque: la seconda, però, è stata dichiarata improcedibile.
Lassù qualcuno ci ama, mentre con Mauro Corradini, compagno di querele, stiamo valutando l'opportunità, sulla base delle motivazioni in arrivo, di querelare il nostro querelante.
Un altro di noi, Elio, comunità di Sant'Egidio come Mauro, partecipa al progetto DREAM, lotta contro l'AIDS per mamme e bimbi dell'Africa Centrale: abbiamo pensato di finanziarlo a spese di questo e dei numerosi altri nostri querelanti, questore, condannati per omicidio e per falso, favoreggiamento e omissione di atti d'ufficio e sindacalisti permalosi. Noi ci crediamo!
Torniamo alle tue parole condivise e a quelle che non saranno mai: verità e giustizia.
Entrambe scontano la timidezza della tipologia di reato, che da preterintenzionale, già un regalo in luogo del doveroso doloso, è stato prima dell'inizio del processo addirittura derubricato in colposo: se la foto parlante di Fede qui sopra pubblicata riflette un colposo, la pavida giustizia del primo grado è destinata a scomparire in quelli successivi.
Mi disse un giorno il pm derubricatore Nicola Proto, peraltro persona degnissima, come il giudice Francesco Maria Caruso, "... se avessimo proseguito con il preterintenzionale, oggi non saremmo in aula": potenza delle istituzioni, specie quando corrotte.
La verità non la conosceremo mai: un omicidio colposo non postula un movente, quel "perché" che tutti cerchiamo invano da cinque anni, quel che Fede ha visto o sentito di imperdonabile e che gli è costato la vita.
Da quando il neoprocuratore capo di Ferrara, Rosario Minna, ha definito stampa e blog "fogna mediatica" e Federico un "poveraccio", ho cambiato il mio nick...
Giorgio poveraccio   
 
   22-07-2010
"Piangiamo la verità, in un mondo che dicono moderno, moderno a tal punto che la verità diviene sempre più, o sempre meno mi vien da pensare, ciò che differenzia una persona da un uomo."
"Perché, nel mio piccolo, ciò che posso dare è un cuore... Perché ciò che tiene vivo Federico è ciò che tiene viva Patrizia, quella parte di città, d'Italia, di mondo che con naturalezza offre se stessa e la parte più bella di se stessa."

Queste parole sono importanti e preziose e risvegliano le nostre coscienze.

Mi sono permessa (se già non fosse stato fatto) di segnalare questo articolo sul blog dedicato a Federico.
E di riportarlo sul nostro (canzonepercastor.blogspot.com) naturalmente citando la fonte, sperando di dare anche noi, nel nostro piccolo, un contributo alla memoria e alla coscienza.
Grazie. mari
mari cavalli   
 

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