Vittorio Bellavite. Sul nuovo documento del Vaticano “de delictis gravioribus”
A sorpresa, è ancora del tutto reticente sulla necessità di rivolgersi alla giurisdizione civile nel caso di abusi sessuali da parte di esponenti del clero
 
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   17-07-2010
Non solo l'esclusione ribadita delle donne dal presbiterato (sacerdozio non è parola cristiana) è pesantissima discriminazione, senza la minima ombra di ragionevole motivazione, ma l'idea stessa viene posta tra i "gravissimi delitti contro la fede".
Quelli sono pazzi, maschil-megalomani (ma è un male epidemico)!
Enrico Peyretti, Torino   
 
   17-07-2010
Condivido la sorpresa un po' scandalizzata a proposito di pedofilia non sottoposta alla giurisdizione civile e anche la parificazione della richiesta del sacerdozio per le donne ai peggiori reati che il Vaticano contempli e il fatto che venga addirittura detto “reato”. Non mi importa nulla del sacerdozio alle donne, sarei dell'opinione che sia da levare a tutti e che una specie di pastorato sarebbe meglio -per chi fosse credente- esercitato a tempo e a turno da tutti e tutte; quindi non prendo parola, se non per dire che però, fino a che l'ordinamento cattolico continua definire il sacerdozio un sacramento dal quale le donne sono escluse, la discriminazione è pesantissima.
Lidia Menapace   
 

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