14-06-2011 | Leggo con ritardo queste considerazioni. Voi fate un lavoro magnifico che prima di voi ha fatto la mia amica Laura Gonzales (arrivata a Cuba con Feltrinelli e traduttrice dei Diari del Che, poi pentitasi...). E lo fate prima di tutto per voi stessi. I cubani che vivono a Roma o in Italia (ho appena pubblicato uno studio sui matrimoni italo-cubani, e relativi divorzi) non partecipano e non chiedonomaggiori libertà per i fratelli, le madri i figli che hanno lasciato, semplicemente perchè sono così cinici e privi di illusioni, che il loro vivere è solo consumare, stare nel mercato, divertirsi e magari tornare a Cuba un po' più ricchi. Bisogna rassegnarsi che di questo meraviglioso paese non restano che le spoglie di una gioventù corrotta e cinica, amorale e superficiale. Che i tanto decantati studi sono bluff globale e che la coscienza e Fidel Castro ha insegnato loro solo a sfruttare tutti e a giustificare ogni nefandezza. Nessuno è responsabile di quello che fa. Certo tranne le rare eccezioni. Ma sono rare. Anche perchè il regime è durissimo e cinico anch'esso. Ho visto alla CNN in spagnolo, a New York, un'intervista a un'incredibile Mariela Castro, che a parte il botox sulle guanche, l'aria frivola e seduttiva, spiegava al mondo i suoi ricordi del Che (lei aveva 2 anni!), e come suo zio e suo padre stavano rivoluzionando il concetto di marxismo. E che Cuba non viveva una dittatura, ma un momento riflessivo. Salvo rivendicare poi la libertà degli omosessuali (senza fare cenno a ciò che hanno fatto i Castro nel 1954) e dei transessuali. Questa donna che ha sposato tre stranieri di 3 continenti diversi, che non è chiamata jinetera nè perseguitata, che viaggia e pretende (ed ottiene) il libero orgasmo, credo rappresenti meglio di tutti i cubani giovani: libertà di orgasmo ma non di opinione, di partito e di sindacato. Iberbolica, bugiarda e in male fede come molti cubani. Ma i diritti umani sono i diritti umani. Perciò continuate così per favore. Marcella marcella smocovich | 16-10-2010 | Penso che quando le persone credono in quello che fanno non hanno bisogno di guardare dietro per vedere chi lo segue, le ragione devo essere suficiente.(=fiducia in se stessi)
Manifestare di fronte al cosolato cubano é inutile, penso sia inutile manifestare difronte a chi non ti dà ascolto, e meglio farci vedere con un semplice gazebo insieme Amnesty (u altre associazione umanitarie) in una piazza pubblica e dare semplecimente inf. su quello che accade a Cuba, mi pare che questo sia più accorde con la democrazia.
In quanto ai cubani, oltre a che nessuno vuole rischiare e abbiamo deciso di vivere della stessa maniera che nostri genitori, che al suo tempo ci portavano a noi cibo al collegio, adesso anche noi portiamo cibo a loro per sopravivere.
Personalmente ho deciso di renunciare per avere, penso la libertà merita qualunque sacrificio,e non sono "Giusepina Marti", pero se non facciamo qualcosa almeno dovete avere coraggio di raccontare a vostri figli "le vere ragione" di perché li avete condannati a vivere da emigranti.
Saluti A Medina A medina | 13-01-2010 | Para ustedes, italianos, parece que no entienden nada realmente y son un pco cuperficiales, disculpenme que les diga, pero no pueden valorar los deseos, forma e pensar o las actitudes de los cubanos residentes en el exterior simplemente porque en una manifestacion habia solamente una cubana y seis italianos.
Ustedes no saben que esa cubana que se mostrò sin miedo frente a la embajada es una estupida y corre el peligro de nunca mas poder entrar a cuba a ver su familia, que su familia corre el peligro de ser tildada de contrarrevolucionaria y el cdr y los vecinos pueden tomar medidas represivas con esa familia que esta en cuba.
Se ve bien que ustedes no saben como se vive en cuba.
se ve bien que ustedes no saben nada de nada.
los cambios no se logran con manifestaciones.
los gobiernos no se tumban con manifestaciones.
el cambio tiene que madurar en la conciencia del pueblo cubano. objetivamente bien, pero subjetivamente es imprescindible, si no, no funciona.
podran pasar 50 anos mas, que seguiremos sobreviviendo los emigrantes para poder enviar dinero a nuestras familias en cuba, porque este es el objetivo esencial de la mayoria de los cubanos que salen de cuba.
esperemos que podamos ver el cambio todos los que de forma oculta, lo queremos.
saludos.
una cubana inmigrante en italia cubana333 | 09-12-2009 | Invece, caro Giordano, la maggior parte dei cubani non la pensa come questo che hai postato tu. La nostra comunità a Roma è abbastanza unita ed indaffarata su altri fronti. Ci vediamo spesso e collaboriamo tra di noi come si può. Siamo lontani del voler strumentalizzare i nostri desideri come fate voi. Siamo stanchi delle forme di “lotta” che tu proponi poiché vecchie e non portano a nulla. Non vogliamo riprodurre lo steso percorso lasciato in dietro da noi anni fa. Vogliamo un cambiamento, si, ma non quello preconizzato da voi, proprio perché vogliamo bene la nostra terra.
I giovani guardiamo fiduciosi al futuro senza gettare fango. Dovresti vergognarvi di essere portavoci di qualcosa che non vi appartiene. Pensate a casa vostra (oggi anche nostra) che non è che sia il massimo. Spero che il commento venga pubblicato, altri dei miei connazionali sono stati censurati
maritza | 09-12-2009 | Già, forse è proprio vero che "per loro tutto questo non è un problema e che non possiamo essere noi italiani a farci portavoce di istanze che (i cubani) non sembrano sentire".
Forse sarebbe meglio se gli italiani si facessero sentire per quello che succede nel loro, nel nostro, paese.
Un tale, molti anni fa disse: "Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello", ma era un poco di buono ed è finito male. Alcuni, ultimamente, dicono anche che sia comunista.
Aldo | 07-12-2009 | nb: gli ebrei non reagivano perchè non sapevano che li portassero al massacro. Gli dicevano che sarebbero stati portati in campi di lavoro e lo speravano.
Paragonare i cubani, perciò, agli ebrei è sintomo di poca conoscenza della storia, dal momento che i cubani sanno quello che passa il convento e, bene o male, lo accettano, almeno in maggioranza. nino | 07-12-2009 | lupi, dici che le manifestazioni in europa non sono riuscite perchè i cubani temono qualche rappresaglia contro la famiglia. Se questa affermazione fosse vera, a miami, dove i cubani stanno nella maggior parte dei casi colla famiglia,la manifestazione sarebbe dovuta essere un successo.Guardando, però, la foto pubblicata su "penultimos dias", non risulta.
Anche da questi flop si capisce, senza alcuna pretesa di leggere il futuro,che il governo cubano avrà ancora vita lunga. nino | 07-12-2009 | La situazione è molto più complessa, ma per i castristi di casa nostra fa comodo accettare la spiegazione più semplice. Ho raccolto molte opinioni di cubani che mi spiegano i motivi della scarsa partecipazione a certe manifestazioni. Provate a stare sotto una feroce dittatura per 50 anni, un governo dispotico che vi controlla e che vi mette in galera solo per aver espresso opinioni e poi non so se ve la sentite di scendere in piazza. A Cuba c'è una famiglia... e se poi se la prendono con loro? Se non mi fanno rientrare? Il cubano è annichilito da un'esperienza allucinante che non lo fa parlare e decidere da 50 anni. Ma vi rendete conto? 50 anni senza poter scegliere di mandare a casa un presidente e di cambiare un governo...
Ecco - per chi sa leggere lo spagnolo - cosa mi ha scritto un cubano, in risposta alla mia affermazione: "Ma perchè in Iran protestano e a Cuba non se la sentono di farlo?":
Son situaciones completamente distintas: el totaliatrismo en Irán no es tan absoluto como lo ha sido el de Cuba. El castrismo prohibió y reguló absolutamente todo, hasta en el más mínimo detalle, y todos han dependido absolutamente del estado, que es quién lo ha decidido absolutamente todo. Otra cosa: en el mundo musulmán hay una filosofía de la muerte muy distinta a la del pueblo cubano: en el cubano perdura la filosofía de pueblo esclavo, ( muy reciente, históricamente hablando ). Yo, que nací en Cuba en el 1941, personalmente, conocí en mi infancia, gente negra que había nacido esclava, que eran vecinos nuestros. ( la esclavitud duró en Cuba hasta 1888 ) Los negros esclavos soportaban la esclavitud riendo y cantando, y al igual que los cubanos de hoy día, "acataban pero no cumplian", eso es: digo que si, que acepto, pero por detrás, afloja y se relaja, ( doble moral ) y con eso se hace llevadera la vida. Por eso en Cuba la vida es una "pachanga".
Amigo Lupi, no lo puedes entender, simplemente, porque no eres cubano que ha vivido en Cuba bajo ese sistema totalitario, que solamente tiene comparación con la Rusia de Stalin; la China de Mao, o la Corea de Kin il Sun.
Los judios, pueblo que ha sobrevivido en diáspora por más de 2,000 años, no era capaz de enfrentar su exterminio ordenado por los nazis, solamente se limitaban a huír, a esconder su dinero, y dejarse matar en masa como mansos corderos. ¿Por qué? porque la represión ejercida era igual a la de los castros: "científica", planificada fríamente, para ejecutarla con precisión y dar siempre el "Jake Mate" ganador.
Todo cubano quiere que se estrangule económicamente al régimen de Castro, pero... ¿En cuánto a su familia? ¡Qué va, mi famila no, a esos yo tengo que ayudarlos, envíandole dinero, comida, ropas, y que se alegren mucho de lo bien que yo estoy!: "prueba que mi decisión de abandonar el país fue lo correcto".
Y mucho más te diría, pero tengo que ponerme a hacer mi página de Gugulandia para la próxima semana.
Créeme, Gordiano, jamás lo comprenderás: hay que vivirlo durante 50 años, y ser parte de ese mundo cubano que comenzó hace 500 años atrás, para entenderlo.
Pero no desmayes: estás en el camino correcto.
HH
Lupi | 07-12-2009 | il flop della manifestazione italiana dimostra che il governo cubano non è poi quella dittatura alla stalin o alla hitler, che alcuni commentatori in questo blog dicono che sia.Elizardo Sànchez, presidente della Commissione Cubana per i diritti dell'uomo, illegale, perchè non riconosciuta dal governo, afferma che oggi a Cuba ci sono 200 prigionieri politici( si spera che vengano al piu' presto liberati) incarcerati su 11 milioni di persone.Molti per chi,giustamente, non può tollerare che possano andare in carcere coloro che semplicemente criticano il governo, ma assolutamente una piccolissima parte della popolazione.Se si pensa che negli anni 70 i prigionieri politici ammontavano a 10-15 mila persone, si capisce chiaramente che il governo cubano oggi usa una repressione selettiva e non generalizzata, che non mette in allarme la gran totalità della gente di cuba. nino | 07-12-2009 | da ridere. Nella presunta patria di Zoe Valdes erano 4 gatti. Proprio 4....
Non capite che i cubani il vostro "aiuto" non lo vogliono?
tita |
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