News di TellusFolio http://www.tellusfolio.it Giornale web della vatellina it Copyright: RETESI Morbegno. L’ANPI invita alla Mostra “Le ventuno Madri Costituenti” Nel territorio del Morbegnese, in questo mese di marzo, sono numerose le occasioni proposte da associazioni di volontariato sul tema della “questione femminile”. La tematica è affrontata nelle varie sfaccettature e con diverse modalità, la sezione ANPI Morbegno bassa Valle propone alle cittadine e ai cittadini interessati una Mostra monografica dedicata alle Ventuno Madri Costituenti, cioè alle donne che contribuirono a scrivere la nostra Costituzione È una proposta di informazione, di conoscenza e di ri-conoscenza per quelle donne che, pur fra non trascurabili difficoltà, sono riuscite a “far passare” nel testo importanti principi sulla parità di genere. Introduzione alla Mostra “Le ventuno Madri Costituenti” Il 1° febbraio 1945, a guerra ancora in corso, viene adottata la prima norma che estende il diritto di voto alle donne: si tratta di un primo passo che riconosce alle italiane il “diritto di eleggere” Al conseguimento di questo storico risultato concorre la coralità dell’impegno delle donne italiane nelle città occupate e devastate dalla guerra, nei campi di prigionia, negli insediamenti produttivi ed il ruolo da loro svolto nella Resistenza e nella Liberazione. L’ulteriore passo verso la conquista del “diritto ad essere elette” verrà compiuto con il decreto del gennaio 1946 in vista delle elezioni amministrative che si tengono nello stesso anno. È un primo segnale importante, ma comunque i partiti, nell’imminente consultazione elettorale per la Costituente, presentano un numero abbastanza limitato di candidature femminili. Su 556 deputati eletti le donne sono 21 (meno del 4%): • 9 comuniste (Adele Bei, Nadia Gallico Spano, Nilde Iotti, Teresa Mattei, Angiola Minelli, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra Pollastrini e Maria Maddalena Rossi), • 9 democristiane (Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Maria Guidi Cingolani, Maria Nicotra e Vittoria Titomanlio), • 2 socialiste (Bianca Bianchi e Lina Merlin) e • 1 del Fronte dell’Uomo Qualunque (Ottavia Penna). Molto diverse tra loro per età, cultura ed esperienze politiche, le prime elette della Repubblica, seppero seppero dare voce e rappresentare le legittime aspirazioni di emancipazione delle donne italiane. Le ventuno deputate elette all’Assemblea costituente partecipano attivamente all’elaborazione del testo della Costituzione. Una significativa testimonianza di questo impegno si ritrova nelle proposte di emendamenti da esse sottoscritte al Progetto di Costituzione. Particolare attenzione è rivolta ai diversi profili delle pari opportunità: a questo tema sono riferiti gli emendamenti all’articolo 48 del Progetto di Costituzione (articolo 51 del testo definitivo) sulla parità di accesso di ambo i sessi agli uffici pubblici e alle cariche elettive che risultano sottoscritti da deputate appartenenti a diversi schieramenti politici. Pur appartenendo a forze politiche molto diverse fra loro, le costituenti seppero trovare modi e punti di incontro per fare fronte comune e garantire alle italiane e agli italiani eguaglianza di diritti e pari opportunità nella nuova Carta costituzionale dell’Italia democratica entrata in vigore il 1° gennaio 1948. Nella mostra vengono esposti cartelli che riportano un breve pensiero per ogni “Madre Costituente”, una sintetica scheda biografica e una fotografia. ANPI Morbegno – Bassa Valle http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=125&cmd=v&id=25041 L’artista del balletto Majja Pliséckaja|Presentata Venerdì 7 Marzo per Omnibus a Morbegno da Giulia Peroni Per celebrare la Festa della donna, il prossimo 7 marzo a OMNIBUS renderemo omaggio a Majja Pliséckaja (1925-2015), nel centenario dalla nascita e nel decennio dalla scomparsa. A parlare di questa straordinaria artista del balletto del teatro Bol'šoj di Mosca sarà Giulia Peroni, già nota ai nostri soci per i suoi interventi su Cocco Chanel e i balletti russi e sulla poetessa polacca Wislawa Szymborska. La competenza e la vivacità espositiva della conferenziera ci permetteranno di entrare nel mondo di questa donna dal talento non comune, di cui si ricordano le interpretazioni appassionate nei ruoli delle protagoniste dei balletti comici e tragici del repertorio tradizionale. Il corpo flessuoso, la particolare fluidità delle braccia, la straordinaria elevazione dei salti, la potenza del virtuosismo tecnico hanno fatto della Pliséckaja una delle danzatrici più ammirate e richieste del balletto classico del Novecento. Augurandomi di vedervi numerosi all’incontro, aspetto le vostre adesioni e vi saluto molto cordialmente. (Gabriella Rovagnati) http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=125&cmd=v&id=25028 “In viaggio alla Scoperta dell’Armonia nelle Emozioni” con l’associazione “Sulle ali dei Ricordi” Si è conclusa sabato 9 novembre la due giorni “Viaggio alla Scoperta dell’Armonia nelle Emozioni”, organizzata dall’associazione Sulle ali dei ricordi APS in collaborazione con il Laboratorio Poetico di ÈValtellina Cultura e Territorio, il Comune di Morbegno, la biblioteca civica “Ezio Vanoni” e il BIM presso il complesso di S. Antonio a Morbegno. Rivolta a genitori, insegnanti, educatori e ragazzi, la manifestazione ha offerto uno spazio sicuro e accogliente per approfondire il tema delle emozioni, imparando a viverle con serenità e consapevolezza. Il programma delle due giornate è stato molto ricco e ha offerto una serie di laboratori esperienziali per adulti e bambini dagli 8 ai 12 anni, tra cui sessioni di musica con arpa e pianoforte, diversi laboratori artistici e pratiche di meditazione Mindfulness. Nella serata di venerdì 8 novembre l’evento è culminato con l’emozionante concerto di Alex De Simoni presso l’auditorium S. Antonio, un viaggio armonico nelle sonorità del pianoforte e di altri strumenti musicali. L’evento si è concluso sabato nel tardo pomeriggio presso il Salone dell’ostello (1° piano Chiostro S. Antonio) con un incontro aperto a tutti e una mostra delle opere realizzate dai bambini e ragazzi durante le attività. «Numerosi sono stati i feedback positivi e gli spunti ricevuti dagli insegnanti intervenuti», dice ringraziando Francesca Dalle Grave, vicepresidente dell’associazione Sulle ali dei ricordi, «grande è stato l’interesse verso il voler dare continuità e supporto per un’educazione emotiva anche con interventi nelle scuole. Interessante in particolare il nesso tra benessere, educazione emotiva e prevenzione al bullismo». Alla presentazione del progetto è intervenuta anche Anna Gusmeroli, vice sindaca di Morbegno e assessore alla cultura e istruzione che dichiara: «Personalmente ringrazio l’associazione Sulle Ali dei ricordi, Francesca e tutti coloro hanno reso possibile lo svolgimento di queste due giornate, compresa ÈValtellina che ci aiuta, ci supporta nell’organizzazione e contribuisce alla buona riuscita degli eventi». «Il tema affrontato», prosegue, «è più che mai rilevante ai nostri giorni, viviamo in una società “liquida” dove il tutto subito e il vivere il momento spesso ci spingono a rincorrere e non a fermarci ad ascoltarci, a riflettere e ad attraversare le emozioni, accogliendole e “sentendole” dentro di noi. Abbiamo quasi paura di fermarci, invece avremmo bisogno di entrare dentro noi stessi ed osservarci. Alex, a mio parere, ha dato modo ad ognuno di noi presenti, con la sua musica e l’atmosfera creata sul palco, sia di entrare nel suo mondo nel quale si respirava una bellissima energia, sia di fermarci ed ascoltare le vibrazioni del nostro io più profondo, in un susseguo di note ed emozioni». Maria Antonietta Bevilacqua, educatrice sociale e volontaria dell’associazione, ha commentato: «Le emozioni, spesso viste come “positive” o “negative”, sono in realtà messaggi preziosi che ci guidano attraverso la vita. Imparare a riconoscerle e accoglierle, senza giudicarle, ci permette di affrontare le sfide quotidiane con maggiore serenità e fiducia. La consapevolezza di ciò che proviamo ci dà la forza di gestire meglio anche i momenti più difficili, rendendo più sicura e armoniosa la nostra relazione con noi stessi e con gli altri». «Questa iniziativa è stata voluta per favorire e aumentare la cultura dell’educazione emotiva, per facilitare la capacità di stare davanti alle nostre emozioni, tutte, senza il timore di esserne sopraffatti e per imparare strumenti utili (come la scrittura, i colori e la musica) per comprenderle ed attraversarle», riprende Francesca Dalle Grave. «Le emozioni sono tutte nostre alleate, sta a noi capirle e riuscire a comprendere il messaggio prezioso che ci portano. Questo messaggio lo possiamo sentire solo se ci prendiamo un tempo per metterci in ascolto di noi stessi, in profondità. La riuscita dell’evento è stata possibile grazie alla disponibilità di tanti operatori e volontari e alla preziosa collaborazione con l’associazione ÈValtellina Cultura e Territorio, in particolare Luca Villa e Paola Mara De Maestri che ringrazio a nome di tutta l’Associazione e al partenariato del Comune di Morbegno, della Biblioteca civica “Ezio Vanoni” e del BIM». «Come Laboratorio Poetico di èValtellina Cultura e Territorio abbiamo promosso volentieri l’evento “Un viaggio alla scoperta dell’armonia nelle emozioni”», dichiara De Maestri, «in quanto crediamo fermamente nell’importanza sociale di questi progetti che hanno come obiettivo principale quello di fornire degli strumenti per riconoscere, accettare e vivere le nostre emozioni con consapevolezza. Dare un nome a ciò che proviamo ci rende forti, resilienti e più empatici nei confronti del prossimo. Ci auguriamo di poter proseguire questa collaborazione con l’associazione Sulle ali dei ricordi e di coinvolgere sempre più persone, in particolare i ragazzi». Tutto il ricavato delle due giornate è stato devoluto all’associazione Sulle ali dei ricordi APS per sostenere i progetti di supporto alle persone in lutto. La manifestazione è stata anche occasione per far conoscere tutte le attività e i servizi offerti gratuitamente dall’associazione alle persone che stanno vivendo la perdita dei propri cari, in particolare lo sportello di ascolto gratuito (attivo tutti i giovedì dalle 17 alle 19 al num. tel. 338 9239346), gli incontri mensili e la biblioteca dedicata a queste tematiche, aperta tutti i giovedì dalle 15:30 alle 17:30 presso la Casa delle Associazioni in via Morelli 12 a Morbegno. Sulle ali dei ricordi APS http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=125&cmd=v&id=24963 Sergio Caivano. Ricordo di Irma Camero Clerici Appena entrato nella sede dell’Anpi, associazione alla quale sono iscritto da poco, conosco Irma Camero Clerici. Mi accoglie molto cordialmente, con un bel sorriso schietto, mi suggerisce la lettura di alcuni libri per approfondire le mie conoscenze sulla lotta partigiana in Valtellina della quale, al momento, conosco solo alcuni fatti. Seguo il suo suggerimento. Leggo avidamente tutti i testi esistenti sulla Resistenza nelle nostre valli. Poi, Irma torna a svolgere la sua funzione, quella di segretaria, che comprende praticamente tutto quanto serve all’associazione, dal tesseramento all’archivio alla corrispondenza. La memoria storica dei partigiani valtellinesi, il contatto con gli stessi ricadono in gran parte sulla sua persona. Lavoro che svolge con scrupolo, rigore e precisione. Vengo a sapere che la cosa si ripete, ormai, da lunghi anni. E continua ancora, per qualche tempo. Ma arriva un momento, con l’avanzare dell’età, che il suo fisico non regge più come prima. Così, superati gli anni ottanta, non se la sente più di continuare, chiede di essere esonerata dall’incarico. Viene a trovarci ogni tanto, sempre più affaticata. Ma ci tiene molto ad essere informata sull’andamento dell’associazione. La comprendo. Negli anni del peggior fascismo, quelli della Repubblica di Salò, ha messo a rischio la propria vita operando come staffetta, e non vuole certo veder disperso quel patrimonio di ideali e di speranze che lei ed altri hanno saputo creare e trasmetterci. Col tempo le sue visite si diradano. La vedo l’ultima volta nel mese di settembre. Capisco che non sta più bene. Le telefono spesso. Mi dice: “Vieni a trovarmi, così facciamo quattro chiacchiere”. Glielo prometto ma, per un motivo o per un altro, non mantengo la promessa. Le sue condizioni peggiorano. La figlia Daniela è costretta a ricoverarla presso la casa di riposo di Berbenno. Veniamo a sapere della sua scomparsa a funerale e cremazione avvenuti. Se ne è andata così, in punta di piedi, per non volere disturbarci. Noi dell’Anpi rendiamo onore al suo passato eroico di staffetta, ad una persona positiva ed altruista. La rimpiangiamo molto. Sergio Caivano (estate 2013) http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=125&cmd=v&id=24955 Sandra Chistolini. Maker Faire Rome 2024 sta per cominciare|Tutti a bordo con il Fondo Pizzigoni e il PCTO La grande esposizione conosciuta nel mondo intero come Maker Faire è tornata al Gazometro di Roma e si apre nei giorni 25-26-27 ottobre 2024. Si tratta di un evento “dove le idee prendono forma”. L’annuncio ufficiale recita come segue: “Maker Faire Rome è una manifestazione dove la fantasia e la creatività prendono forma e l'innovazione viene raccontata in modo semplice. Maker, innovatori e creativi di tutto il mondo presentano progetti di elettronica, intelligenza artificiale, robotica, realtà virtuale e aumentata, gaming, musica, arte, formazione e molto altro. Maker Faire Rome è un’esperienza da vivere in prima persona: vieni a scoprire il futuro a Roma! Scopri, Inventa, Crea! #MFR2024”. Siamo presenti nel Padiglione K1 con il Progetto 390 Outdoor Education 0-100 dell’Università degli Studi Roma Tre. Esponiamo i materiali del Fondo Pizzigoni e i prodotti dei PCTO, ovvero i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento 2023/2024 svolti da 109 studentesse e studenti di alcune scuole secondarie mostrando l’integrazione e l’applicazione di teorie scientifiche accreditate, come il metodo sperimentale di Giuseppina Pizzigoni e il Decoding the Disciplines, teorie ben coniugate con i concetti di cittadinanza attiva, di sostenibilità e di inclusione. I cinque Percorsi di PCTO realizzati hanno condotto alla produzione di materiali ora esposti al Maker Fair, necessariamente in forma esemplificativa. Infatti, esporre tutti i prodotti realizzati avrebbe sicuramente richiesto uno spazio enorme, molto di più di quello assegnato dagli organizzatori a ciascun Espositore. Il Liceo di Scienze Umane di Grottaferrata è andato all’Abbazia di San Nilo e al Maker Faire espone alcune sculture in DAS e il video; le sculture sono oggetto di uno specifico Laboratorio per i visitatori. Il Liceo classico di Albano Laziale ha esplorato Villa Doria Pamphili ed ha creato cartelloni collettivi, al Maker Faire apre il laboratorio sul disegno. Il Liceo di Scienze Umane “Benedetto da Norcia” ha sperimentato presso il Fondo Pizzigoni all’Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Scienze della Formazione, ed insieme all’IIS “Giorgi-Woolf” ha creato un sito web su suoni e rumori, al Maker Faire porta il Laboratorio sui fischietti per il richiamo degli uccelli. Il Liceo classico “Pilo Albertelli” ha perlustrato la storica e famosa Piazza Vittorio, al Maker Faire sperimenta “Il Gioco dell’OCA” inserito nell’omonimo Laboratorio, gioia e diletto di piccoli e grandi visitatori. In venti laboratori, guidati da esperti di provata fama e costantemente operativi, permettiamo a tutti, da zero a cento anni, di fare l’esperienza diretta e intensa di che cosa significhi innovare, inventare, sperimentare, creare a scuola e fuori della scuola, appunto in outdoor education. Giochi, sculture, video, siti web ideati dagli studenti saranno il trampolino di lancio per fare qualcosa di originale ed unico nelle tre giornate frenetiche ed intense dove le emozioni si rincorrono, mai arrivando ad un livello di saturazione e permanendo nella memoria collettiva di tutti. Anche la Valtellina è presente con il laboratorio sulle favolette sui Bagni di Masino e sul territorio di Civo della provincia di Sondrio. Emerge la progettualità di narrazione fantastica con valenza pedagogica riconosciuta dal metodo Pizzigoni-Chistolini: Le favolette di Valentina Cosimati. In podcast sulle principali piattaforme, come Spotify e Spreaker from iHeart, è possibile ascoltare una esplorazione giocosa del territorio valtellinese con la Mucca Caspa, da Caspano, che si innamora del vanitoso cervo Masino, da Val Màsino, e chiede aiuto agli animali locali, quali Gaudiella Micropterix e Martes la Martora. In tema di metodi pedagogici, il laboratorio Abilità presenta l’arte dell’educazione propria della pedagogia Waldorf Steiner. Il giro dei tavoli espositivi si conclude cliccando sul QR code che conduce al Questionario di valutazione dell’esperienza laboratoriale assaporata e condivisa. Al link si può leggere il nostro impegno nelle edizioni precedenti del Maker Faire, appuntamento annuale da non mancare. Sandra Chistolini http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=125&cmd=v&id=24943 Sandra Chistolini. Un appello per la ricerca delle immagini dell’affresco|Laboratorio creativo sulle Cappellette a San Bernardo, aspettando il restauro di San Bello Il 6 agosto 2024 si è svolto il Laboratorio creativo sulle Cappellette votive nei pressi di San Bernardo (Civo), con la partecipazione di bambine e bambini che hanno prodotto lavori veramente eccezionali, maturando un nuovo interesse verso questo bene culturale della montagna. L’iniziativa è la prima di altri numerosi eventi estivi di questo agosto 2024, organizzati dal Gruppo “Ciò che è stato è parte di noi” e dall’Associazione per la diffusione del Fondo Pizzigoni E.T.S., con il patrocinio dei Comuni di Civo e di Dazio e l’adesione di èValtellina, del Coro dei “Cech” di Traona, dell’Edilizia Zugnoni Bruno e C. Snc, con le sponsorizzazioni di Autotorino S.p.A. di Cosio Valtellino, di Frate Elettronica di Morbegno e della Famiglia Valtellinese di Roma. Ringraziamo in modo particolare Fabio Soldati, vicesindaco del Comune di Civo e la Proloco di Civo per la disponibilità dei tavoli e delle panche, indispensabili per poter disegnare e creare comodamente vicino alla Cappelletta di San Bernardo, ora presentata come riferimento importante. Il laboratorio a cielo aperto è stato condotto da Giulia Bogialli, esperta di uso didattico del museo, con la collaborazione di Patrizia Rovedatti e della scrivente, dei genitori e dei nonni che si sono uniti festosamente nella condivisione del bel pomeriggio caldo ed accogliente intorno alla Cappelletta di San Bernardo. Due parole di introduzione e poi, al via di Giulia, è partita sfrenata la fantasia dei piccoli che hanno ricreato nove Cappellette con riferimenti sacri, come quella con “San Carlo” di Claudio, ed ecologici come quelle ispirate all’ambiente e intitolate “Il cuore del bosco” di Linda e “Laghetto” di Anita, oppure familiari e dense di emozioni come quella di Giulia di tre anni che ha disegnato “La culla” e poi, tanto stanca, è andata a nanna. Non sono mancate espressioni di empatia con il mondo animale nella Cappelletta “Animals” di Elisa, e di carattere cosmico come “Il Mondo” di Carlotta. Nelle Cappellette, finemente colorate e ricche di elementi naturali, raccolti nel terreno circostante, ognuno ha riversato le proprie gioie e i momenti significativi della propria vita come nelle opere “La realtà” di Leonardo e “L’Unione” di Tommaso che richiamano temi tra realismo e esistenzialismo dell’essere umano. Dopo varie votazioni, la Cappelletta vincente il premio di un bel cappellino di paglia è stata “La Fortuna” di Clara. Veramente ardua la scelta del vincitore tra tante bellezze! Come organizzatori abbiamo apprezzato molto la partecipazione degli adulti che di fatto non erano certo esclusi prioritariamente dal pomeriggio creativo. Chi ci ha accompagnato ha dimostrato la positività di voler meglio estendere il progetto a tutte le fasce della popolazione, magari introducendo varianti significative intonate all’ambiente naturale, pensiamo per esempio alla composizione del Mandala. In un tempo così circoscritto, l’esperienza è stata intensa ed entusiasmante conclusa con un graditissimo rinfresco. Laboratori come questo sono senz’altro da ripetere in prossimità delle varie Cappellette che abbiamo restaurato e che ci avviamo a restaurare. Nella mente il pensiero va alla Cappelletta di San Bello alla quale abbiamo dedicato il laboratorio creativo. Nell’attesa del restauro, cerchiamo le immagini che potrebbero aiutare nella ricostruzione dell’affresco originario. Abbiamo consultato un antropologo culturale, esperto di arte sacra e, al momento, possiamo precisare, rettificare e aggiungere almeno sei nuove considerazioni effettuate tenendo conto della volta e delle tre pareti, frontale, sinistra e destra: 1. sulla parete di fondo in alto della Cappelletta, la Trinità è raffigurata dal Padre, dal Figlio, simbolizzato dalla Croce, e dallo Spirito Santo in forma di colomba circondata da fasci di luce; 2. nella parete frontale, il Bambino Gesù è in punta di piedi sul grembo della Madonna, il tallone alzato mostra il tentativo di arrivare ad abbracciare il collo della Madre che lo cinge amorevolmente; 3. nella parete frontale, accanto alla Madonna si intravvedono due personaggi di cui uno ha in mano un fazzoletto; 4. nella parete frontale, le tre immagini in basso all’affresco, sotto la Madonna in trono, potrebbero essere di devoti imploranti, un giovane nudo, un anziano, una donna dalla capigliatura accurata, forse appartengono alla stessa famiglia e stanno chiedendo l’aiuto per un malato; 5. nella parete di sinistra guardando la Vergine, appaiono due figure una con in mano il fazzoletto, l’altra con la mano sul petto, una potrebbe rappresentare San Bello; 6. nella parete di destra, guardando la Vergine, è probabilmente ritratta Santa Margherita da Cortona (1247-1297), penitente del Terz'Ordine Francescano, che si tratti di questa santa si potrebbe dedurre dall’abito, con l’evidente cordone, e dalla Croce e dal teschio, deposti poco distanti, in basso a destra, questi due ultimi elementi sono ben presenti in altre iconografie, sopra la santa un angelo che porge l’aureola. Dell’abate di Monastero Benigno de’ Medici (1372-1472), popolarmente detto “San Bello”, ci dovrebbe essere una immagine nella Chiesa di San Bello a Campovico. La Chiesa è chiusa, non si sa chi potrebbe aprirla per permettere di fotografare il santo. Siamo alla ricerca di due immagini che potrebbero aiutare nella ricostruzione. La prima è quella della Madonna di Talamona di Giovanni Gavazzeni e la seconda è quella di San Bello per meglio identificarlo nella Cappelletta di Milva Barri. Senza escludere una indagine nella Chiesa parrocchiale di Berbenno di Valtellina. In attesa che chi farà il restauro possa far meglio emergere le figure soffuse e corrose dal tempo, rivolgiamo il nostro appello affinché qualcuno contribuisca alla ricerca inviando a sandra.chistolini@uniroma3.it le foto scattate, posizionando il cellulare sia in orizzontale che in verticale, delle due immagini della Madonna di Talamona e di San Bello. Ringraziamo in anticipo per la preziosa collaborazione e restiamo a disposizione per la segnalazione di altri restauri in Valtellina. Sandra Chistolini http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=125&cmd=v&id=24902 Sergio Caivano. Un uomo vero tra tanti mostri Una domenica di molti anni orsono, all’altezza della Versilia, uscii dall’autostrada Genova-Livorno e, salendo per una strada tortuosa, raggiunsi la frazione di S. Anna di Stazzema, che da tempo avevo deciso di visitare. Mi ritrovai in un ampio parco, circondato da alberi di alto fusto, intitolato ad Anna Pardini, la piccola innocente vittima di 20 giorni massacrata dai nazisti in quel maledetto 12 agosto 1944 nel quale trovarono la morte 560 civili, per lo più vecchi, donne e bambini. Il parco era pieno di bus e di auto e vi parcheggiai la mia. Subito dopo la piccola Chiesa, al Museo Storico della Resistenza era in corso una conferenza. Entrai e colsi le ultime parole dell’oratore, che mi venne definito come un superstite. Invitò i molti presenti, quasi tutti giovanissimi, a riflettere su quanto era accaduto e a chiedere giustizia, non vendetta. “S. Anna vuole essere un paese di pace”, disse. Qualche mese dopo, nel corso di una trasmissione televisiva, riconobbi il “superstite” di quella domenica. Era Enio Mancini, allora direttore del Museo della Resistenza di S. Anna di Stazzema, che raccontò di essere sfuggito miracolosamente alla morte. Il giorno dell’eccidio, Mancini era un bambino di sette anni che viveva col padre, la madre, la nonna ed un fratello. Furono tutti catturati ed un soldato SS ricevette l’ordine di ucciderli e poi di bruciarli col lanciafiamme. Racconta Mancini (Lettera ai compagni, rivista FIAP fondata da Ferruccio Parri e da Aldo Aniasi, n. 2 del 2010, pag. 24): “ Quel soldato aspettò che gli ufficiali se ne andassero e, mentre noi bambini piangevamo, ci guardò e con l’indice della mano destra sul naso ci fece cenno di stare zitti. Poi ci indicò una via di fuga. Iniziammo a correre increduli, poi dietro di noi sentimmo una raffica di mitra… mi voltai e vidi quel tedesco sparare in aria”. Mancini aveva cercato per tanti anni quel soldato tedesco che gli aveva salvato la vita, senza tuttavia riuscire a trovarlo. Dalla rivista citata si apprende che il soldato si chiamava Peter Bonzelet, deceduto nel 1990. Un suo nipote, tale Jochen Kirwel, studente di teologia, venuto a conoscenza della storia e dei tentativi del Mancini di ritrovare il nonno, gli ha telefonato e poi scritto. Alla fine si sono visti. Sempre la fonte citata scrive: “L’incontro tra i due ha provocato grande commozione a S. Anna di Stazzema e pure a Magonza, città natale del soldato buono e di suo nipote. Jochen ed Enio si sono incontrati il 26 marzo a Roma…” Tanti soldati tedeschi delle SS furono colpevoli delle atrocità compiute in quella piccola frazione del borgo apuano. Lo furono anche i fascisti che collaborarono all’impresa. Gli abitanti del borgo, per non dover rivivere la continua angoscia del ricordo, sono per lo più andati ad abitare altrove. Sorprende felicemente trovare un uomo, solo ma vero, che ha saputo riscattarsi dall’orrore e salvare la propria coscienza. Un barlume di luce in un mondo – quello nazifascista – caratterizzato da terrore, tragedie, morti. Una piccola speranza per il futuro del genere umano violentato allora dai fondamentalismi del nazismo e del fascismo. E il futuro, poco tempo dopo, con la demolizione del totalitarismo nazifascista da parte di chi si è battuto per la libertà e per la democrazia, si è rivelato certamente migliore. Il 12 agosto di ogni anno S. Anna vede la presenza di tante autorità, anche non italiane, per commemorare i caduti e deplorare il tragico evento. Tra queste, anche Ursula Von der Leyen, Presidente della Commissione Europea. Sergio Caivano http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=125&cmd=v&id=24887 Sergio Caivano. Il delitto Matteotti Lunedì 10 giugno 2024 ricorre il centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti, deputato del Partito socialista unitario di Fratta di Polesine, provincia di Rovigo. Matteotti aveva sempre denunciato le menzogne, le falsità, gli intrighi e le aggressioni di sindacati, partiti, singoli individui posti in essere dal fascismo fin dal suo nascere. Perciò rappresentava, per i fascisti, il nemico più odiato. Lo stesso Matteotti era stato oggetto di diverse aggressioni punitive da parte delle squadracce fasciste. Invece di esserne intimorito, lui ne usciva temprato. Occorreva far conoscere al Paese, in parte ignaro, l’attentato in corso alla libertà dei cittadini. Dopo le elezioni del 6 aprile 1924, Matteotti aveva nuovamente denunciato le ripetute violenze esercitate nei confronti dei candidati avversi, quelle eseguite all’interno dei seggi elettorali, i brogli compiuti. La validità delle elezioni era stata largamente inficiata. Nel corso della seduta della Camera dei deputati del 30 maggio 1924 documentò le violenze ed i brogli posti in essere dai fascisti, tali da impedire la libera espressione del voto. In una Assemblea tumultuosa ed ostile concluse il suo discorso con le seguenti parole: “…Noi deploriamo che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza. Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano… chiediamo il rinvio alla Giunta delle elezioni inficiate dalla violenza”. Terminato il discorso, i compagni si strinsero a lui facendogli i complimenti. Ma Matteotti li raggelò: “Ora mi fate le congratulazioni, ma tra non molto in quest’aula farete la mia commemorazione funebre”. Dunque sapeva cosa l’attendeva, ma l’idea sacrale della libertà che portava con sé gli impedì di sottrarsi al suo destino. l’11 giugno avrebbe denunciato alla Camera tangenti oscure del regime. Il 10 giugno, quindi il giorno prima, avvenne il fattaccio. Mentre dalla sua abitazione si stava recando a piedi al Parlamento dove avrebbe denunciato i finanziamenti illeciti del partito fascista, all’altezza del ponte sul Lungo Tevere Arnaldo da Brescia, venne aggredito da un gruppo di fascisti scesi da un’autovettura. Matteotti lottò, si difese strenuamente, ma alla fine dovette cedere. Venne issato sull’auto. Qualcuno sentì, qualcun altro vide la macchina allontanarsi a tutta velocità dal luogo dell’assalto. Passarono molti giorni, finchè il suo corpo, dilaniato e straziato dalle pugnalate ricevute, venne rinvenuto da un contadino nei dintorni di Roma, al quartiere della Quartarella il 16 agosto. L’assassinio provocò un’enorme impressione non solo in Italia ma anche all’estero. Le proteste si estesero in particolare in Francia, dove gli esuli politici italiani erano consistenti, con manifestazioni pubbliche di condanna ed esecrazione. A Londra i laburisti votarono alla Camera un ordine del giorno contro il Governo italiano. Pochi giorni dopo la salma venne trasportata a Fratta di Polesine per la sepoltura. Il regime fascista traballò a lungo, dando l’impressione di poter cadere da un momento all’altro. Si accertò che i sicari erano squadristi della prima ora, con diverse aggressioni e violenze già praticate. Il gruppo era guidato da Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola, Amleto Poveromo ed Augusto Malacria. Individuati i colpevoli, fu facile risalire ai mandanti. Di certo De Bono, Acerbi, Marinelli ed altri, tutti componenti della Ceka, la polizia segreta del Duce. Risultò chiaro che l’operazione fu attuata col consenso, esplicito o tacito, di Mussolini. L’opposizione, composta da socialisti, popolari, comunisti e repubblicani, interpretando nobili posizioni d’intransigenza morale, ma politicamente improduttiva, fece un grosso errore: scelse di abbandonare il Parlamento in segno di protesta e di ritirarsi sull’Aventino. Poco a poco, il fascismo si riprese. Il 3 gennaio 1925 Mussolini, parlando alla Camera priva dei secessionisti dell’Aventino, affermò: “Se il fascismo è stata un’associazione a delinquere, se tutte le violenze non sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, io l’ho creato” per aggiungere poi: ”ebbene, al cospetto di quest’assemblea e al cospetto del popolo italiano io, io solo, mi assumo la responsabilità politica, morale e storica di tutto quanto è accaduto”. A Chieti, nel 1926, si svolse un processo-farsa, chiusosi con condanne ridicole, di fatto mai scontate. L’istruttoria aperta nel dopoguerra, portò al processo conclusosi nel 1947 con la condanna all’ergastolo di Dumini, Volpe e Poveromo, tra i materiali esecutori dell’omicidio. Si riconobbe altresì le responsabilità dell’assassinio ricostruendo la struttura con al vertice Mussolini e, ad un livello inferiore, la famigerata Ceka fascista. Cesare Rossi venne assolto per insufficienza di prove. Per gli altri imputati la Corte si pronunciò per il non luogo a procedere a seguito dell’intervenuta amnistia del Ministro della Giustizia Palmiro Togliatti. Sergio Caivano http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=62&cmd=v&id=24866 Sandra Chistolini. Il dibattito in Parlamento sulla differenziazione didattica|Accesso della Scuola dell’Infanzia alla formazione secondo il Metodo Pizzigoni Da anni chi si occupa del Metodo Pizzigoni aspetta l’autorizzazione ministeriale ai corsi e quindi al rilascio di certificazioni utili anche alla progressione di carriera di chi insegna nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria. La certificazione didattica secondo i metodi Agazzi, Montessori, Pizzigoni è fornita da enti privati di formazione che colmano il vuoto lasciato dalle Università quali massime istituzioni di preparazione superiore all’insegnamento. I Metodi Agazzi, Montessori e Pizzigoni sono riconosciuti formalmente da oltre un secolo e costituiscono una ricchezza unica della cultura pedagogica italiana. Probabilmente, la stragrande maggioranza della popolazione scolastica e non scolastica conosce almeno il nome di Maria Montessori (1870-1952), sebbene non tutti abbiano avuto una esperienza diretta della pedagogia e del metodo della illustre dottoressa. È diverso, e molto inferiore, il livello di conoscenza delle sorelle, Rosa (1866-1951) e Carolina (1870-1945) Agazzi e di Giuseppina Pizzigoni (1870-1947) fondatrice della Scuola Rinnovata di Milano e del metodo sperimentale destinato, originariamente, a minori compresi nella fascia di età 0-14 anni. Nella Rinnovata esisteva, tra l’altro, l’avviamento professionale per la preparazione delle puericultrici che studiavano con i neonati accolti nella scuola stessa. In questi giorni in Parlamento, presso la VII Commissione della Camera (Cultura, Scienza e Istruzione), si parla delle quattro grandi donne pedagogiste e del loro metodo per determinare le linee di svolgimento e per stabilire i termini della necessaria autorizzazione ministeriale dei corsi intesi alla preparazione dei docenti in tutto il territorio italiano. L’attesa dell’autorizzazione ministeriale risale al 1987 anno in cui si è svolto l’ultimo corso Pizzigoni per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia con decreto di autorizzazione del Ministero. Continua la ricerca sull’ultimo decreto di autorizzazione ministeriale rivolto alla scuola primaria. I testi sui quali ci soffermiamo sono il DDL S. 924-bis “Revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti” del 12/05/2024 fascicolo Iter del Senato della Repubblica e il testo alla Camera dei Deputati n. 1830 Disegno di Legge approvato dal Senato della Repubblica il 17 aprile 2024 (v. stampato Senato n. 924-bis) risultante dallo stralcio, disposto dal Presidente del Senato, ai sensi dell’articolo 126-bis del Regolamento, dell’articolo 3 del disegno di legge n. 924 presentato dal Ministro dell’Istruzione del Merito (Valditara) “Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell’autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi scolastici differenziati” trasmesso dal Presidente del Senato della Repubblica il 17 aprile 2024. In questi testi, che si riuniscono in un solo documento legislativo, si trova l’oggetto della nostra preoccupazione concernente la non menzione della scuola dell’infanzia come destinataria della formazione dei docenti secondo il Metodo Pizzigoni. Infatti, ai commi 10 e 11 si legge: «10. Il Ministero dell’istruzione e del merito può autorizzare lo svolgimento, presso università ed enti di formazione, di corsi annuali di differenziazione didattica a metodo Agazzi per le scuole dell’infanzia e a metodo Pizzigoni per le scuole primarie. I corsi sono indetti dal Ministero dell’istruzione e del merito con decreto, che stabilisce la durata, gli orari, i programmi, le modalità di partecipazione, i modi di vigilanza e le prove finali d’esame per il rilascio del titolo. I costi dei corsi sono posti a carico dei partecipanti. 11. Il titolo rilasciato alla fine dei corsi di cui al comma 10 consente l’iscrizione, a domanda, in appositi elenchi a cui attingere per l’attribuzione dei contratti a tempo indeterminato e determinato per le sezioni delle scuole dell’infanzia a metodo Agazzi e per le classi di scuola primaria a metodo Pizzigoni autorizzate al funzionamento dagli uffici scolastici territorialmente competenti» (N. 1830, p. 9). Certamente, non si può che essere soddisfatti di queste poche righe con le quali si affronta il tema. Tuttavia, la non scrittura della scuola dell’infanzia a Metodo Pizzigoni richiede una seria ed urgente revisione, a nostro modesto parere, delle frasi di pertinenza nei due commi citati, frasi nelle quali andrebbe appunto aggiunta la scuola dell’infanzia. Nei corsi di laurea universitari il curricolo formativo della scuola dell’infanzia è offerto insieme al curricolo formativo della scuola primaria ed ambedue sono posti a fondamento della preparazione dei docenti che, al termine dei cinque anni di studio, conseguono il titolo di laurea abilitante in Scienze della Formazione Primaria ad indirizzo specifico, per l’insegnamento nella scuola pre-primaria e nella primaria. Va sottolineato come uno dei principi del Metodo Pizzigoni, “Scuola nel mondo e mondo nella scuola”, incarni pienamente tanto l’obiettivo dell’apertura della scuola al territorio, prevista dalla specifica normativa sulle Indicazioni Nazionali, quanto le attuali istanze sull’insegnamento trasversale dell’educazione civica, Legge 20 agosto 2019, n. 92 dal titolo “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica”. Per quanto illustrato, auspichiamo che si apra il dibattito, dalle insegnanti alle rappresentanze parlamentari, affinché la scuola dell’infanzia sia inserita nel Disegno di Legge, dove la differenziazione didattica è costitutiva del documento legislativo degno di attenzione. A questo link si trova la scheda del progetto di legge, che mostra le fasi dell’iter parlamentare con la relativa documentazione. Il dossier realizzato dal Servizio Studi della Camera dei Deputati è reperibile a quest’altro link. Sandra Chistolini Presidente dell’Associazione per la diffusione del Fondo Pizzigoni E.T.S. http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=61&cmd=v&id=24858 A Morbegno la natura in concorso|Premiati disegni e poesie di bambini e ragazzi Un pomeriggio all’insegna della poesia e dell’arte, quello di sabato 18 maggio, a Morbegno. Alle ore 15:00, in Auditorium in S.Antonio, è iniziata la cerimonia di premiazione del Concorso Letterario Figurativo “C’è un libro sempre aperto a tutti gli occhi: la natura”, iniziativa che ha coinvolto 174 bambini e ragazzi, organizzata dal Laboratorio Poetico di èValtellina Cultura e Territorio in collaborazione con il WWF Insubria Valtellina Valchiavenna. «Come responsabile del Laboratorio Poetico voglio ringraziare tutti i partecipanti, che si sono messi in gioco realizzando a casa o a scuola, lavori originali, espressione di creatività e buona volontà e anche genitori e insegnanti che hanno iscritto figli e alunni» dichiara Paola Mara De Maestri, consigliere èValtellina Cultura e Territorio. «Lo scopo di questa iniziativa, che organizziamo da anni, sempre con una tematica diversa, è infatti quella di stimolare una riflessione creativa su un tema importante, quest’anno l’argomento era la natura, e di promuovere nel contempo la cultura poetica e l’arte». Gli elaborati vincitori sono stati messi in mostra nel Chiostro di S.Antonio, insieme ad altro materiale fornito da Villiam Vaninetti, responsabile WWF Insubria Valtellina Valchiavenna e dal gruppo dei collezionisti di èValtellina Cultura e Territorio. L’esposizione allestita per l’occasione e curata dal consigliere dell’Associazione Luca Villa, dal titolo “Natura” è rimasta aperta da venerdì 17 a domenica 19 maggio. La Cerimonia è stata presentata da Lorenzo Del Barba, presidente di èValtellina Cultura e Territorio, alla quale erano presenti anche le componenti, della Giuria tutta al femminile: Angelisa Fiorini, Giovanna Maria Cavallo, Gina Grechi, Maria Teresa Petrone, Vanda Sironi. «È stato un piacere far parte di questa giuria affiatata e concorde» dichiara Gina Grechi, a nome dei giurati. «Tutti i partecipanti vincono nel momento in cui decidono di misurarsi con le proprie capacità e i propri limiti. Sono stati tutti bravi. Certamente, fra loro, qualcuno ha toccato maggiormente le corde del nostro cuore di giurati e merita una segnalazione particolare». «Mi complimento, come sempre, per questa iniziativa e per tutte quelle precedenti», il messaggio di Maria Cristina Bertarelli, assessore alla cultura e vice sindaco di Morbegno: «è fondamentale offrire occasioni stimolanti di crescita ai bambini e ai ragazzi, permettendo loro di cimentarsi creativamente con il pensiero, i valori, la società e il territorio che li circonda. Naturalmente mi complimento per l’altissimo numero di partecipanti al concorso e con tutti i partecipanti, che sono sicura hanno dimostrato passione e capacità di valore. A voi, a tutti i volontari del Laboratorio Poetico e a èValtellina la mia sincera gratitudine per il vostro impegno a favore del bene di Morbegno». http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=125&cmd=v&id=24856 Primavera ricca di appuntamenti con il Laboratorio Poetico di èValtellina Cultura e Territorio «La costante ricerca di nuovi stimoli e collaborazioni per promuovere la cultura poetica ci ha consentito di mettere in campo quest’anno un ricco calendario di iniziative, le quali coinvolgono anche i ragazzi», dichiara Paola Mara De Maestri, consigliere di èValtellina Cultura e Territorio e responsabile del Laboratorio Poetico. Successo di pubblico per “Pillole di poesia”, progetto realizzato in collaborazione con la Biblioteca civica Ezio Vanoni, giunto al penultimo incontro sabato 4 maggio. Protagonisti i poeti Massimo Malgesini (Andalo Valtellino) e Luca Martinalli (Cosio Valtellino), con i loro testi, accompagnati musicalmente da Caterina Giannoni (Civo), allieva della scuola di musica “Dante Milani” di Morbegno, all’opera con il suo fagotto insieme al Trio Viva Mozart (Archimede Mondora, Luca Scieghi e Gioele Tonelli), allievi della terza media “Vanoni”, ad indirizzo musicale, con i loro clarinetti. Il 6 aprile invece si erano esibite le poetesse Luciana Marchetti (Traona) e Lucia Mescia (Morbegno), con intermezzi musicali a cura di Stefano Ciapponi (Morbegno) e il suo handpan. L’ultimo incontro della rassegna è in calendario il primo giugno con i poeti Giuliano Luzzi, Cesare Ciaponi (Talamona) e Stefano Ciapponi (Morbegno), quest’ultimo in duplice veste di poeta e musicista. A Piagno, nell’ambito della festa per la Madonna Ausiliatrice, sono previsti tre incontri di preghiera, organizzati dalla parrocchia e dal Gruppo “Gli inarrestabili”, guidati da Vanda Zugnoni, ai quali parteciperanno i poeti Paola Mara De Maestri, Luciana Marchetti, Lucia Mescia e Giuliano Luzzi, declamando testi a tema. Giovedì 9 maggio prima e dopo la Santa messa alle ore 20 davanti alla Cappelletta in Via Grande, il 10 e l’11 maggio nell’ambito del rosario, sempre alle 20. Domenica 12 maggio alle ore 14:30 S.Vespri e processione, poi festa per tutti alle ex scuole. Fervono intanto i preparativi per le premiazioni del concorso letterario-figurativo “C’è un libro sempre aperto per tutti gli occhi: la natura", che si terrà sabato 18 maggio alle ore 15 in S.Antonio a Morbegno. L’iniziativa che aveva come obiettivo quello di coinvolgere i bambini e i ragazzi in modo creativo, sviluppando il tema dell’educazione alla convivenza civile e dell’ambiente, organizzata dal Laboratorio Poetico in collaborazione con WWF Insubria Valtellina Valchiavenna, ha visto l’adesione di 174 partecipanti, che hanno realizzato disegni e poesia a tema. Gli elaborati vincitori verranno messi in mostra, insieme ad altro materiale fornito anche da Villiam Vaninetti (responsabile WWF Insubria Valtellina Valchiavenna), organizzata per l’occasione curata dal consigliere di èValtellina Cultura e Territorio Luca Villa. La mostra “Natura” che sarà aperta venerdì 17 e sabato dalle ore 14 alle ore 18, domenica 19 dalle ore 10 alle ore 12. èValtellina http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=125&cmd=v&id=24846