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Vincenzo Donvito. Crocifisso a scuola. Corte Strasburgo lo condanna. E ora che farà il nostro Stato? | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 1 a 1 | 03-11-2009 | In una società che sta diventando sempre più multietnica, con culture diverse che già trovano difficoltà di integrazione, il simbolo massimo di una religione ostacolerebbe ulteriormente il processo di assimilazione culturale.
Peraltro escludere il Crocifisso dalle aule non significa cancellarlo dai cuori. Anche in questo caso questa democrazia malata, privilegia l'apparenza di una icona alla sostanza di un sentimento di Fede e di Amore.
Ho visto troppi crocifissi al collo di scollacciate escort di turno, che esibivano una croce tempestata di brillanti, sballottolata tra i seni generosamente esposti alla domanda; ma si è sempre trattato di un crocifisso senza Cristo, sostituito dal simbolo dell'opulenza e del possesso materiale.
Cristo non può essere ridotto ad una occasionale icona da esibire per privata convenienza.
Ora il governo italiano si leva a paladino di ciò in cui non crede; il ministro che fa spettacolo per incrementare il turismo, M.V. Brambilla, esibisce senza pudore una croce tempestata di brillanti, simbolo di opulenza e generosa donazione, ma nulla a che vedere con il Crocifisso di Cristo; alla ricerca di consensi questo remoto palliativo di governo non teme nemmeno di offendere la sensibilità del vero “cattolicesimo dei cristiani”, pur di esibirsi di fronte al “cattolicesimo di Ratzinger”.
Rosario Amico Roxas | | 1 | |
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