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Alberto S: a proposito di dislessia… | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 1 a 7 | 03-12-2010 | scorrendo le pagine di tellus folio mi è tornata in mente la mia situazione da bambino e vorrei portare la mia testimonianza.
In quinta elementare (seconda metà degli anni ‘80) mi fu diagnosticata una non saprei dire quanto vincolante forma di dislessia. Siccome frequentavo la scuola francese i disturbi erano piuttosto evidenti. Dopo alcuni mesi di sedute dall’ortofonista, forse un anno, mia madre decise che ero guarito e infatti tutto il mio percorso scolastico è stato disastroso.
Ricordo con terrore gli anni della mia scolarizzazione. Sempre alla ricerca di un modo per fare ciò che agli altri riusciva spontaneo. Se socialemtne me la cavavo bene, in classe ero completamente tagliato fuori.
Da solo mi imposi di scrivere a stampatello perché i professori potessero decifrare la mia calligrafia. Sono mancino e a scuola ci costringevano a usare la penna stilografica il che non facilitava le cose. Adesso tutti mi dicono che possiedo una bella calligrafia ma è da quando ho quattordici anni che scrivo in verticale dal basso verso l’alto inclinando il foglio a novanta gradi. Mi è impossibile scrivere in orizzontale come fanno tutti. E non si è rivelato molto comodo per dimostrare i teoremi alla lavagna.
Le difficoltà sono continuate tragicamente fino a quando non mi sono inscritto all’università e sono passato allo studio in lingua italiana su argomenti diciamo più teorici che costringevano anche gli altri studenti ad un uguale sforzo di comprensione della pagina scritta (anche se per motivi diversi).
Comunque dal passaggio alla lingua italiana la parola dislessia non è mai più entrata a far parte della mia vita. Sono perfettamente bilingue ma non saprei scrivere una riga in francese senza commettere una quantità imbarazzante di errori ortografici.
Leggendo l’elenco redatto dal signor Alberto mi riconosco totalmente da bambino almeno per quanto concerne le prime quindici domande. Ma ora mi sembra di aver saputo escogitare dei piccoli stratagemmi per affrontare in maniera dignitosa ad esempio la lettura in pubblico o la stesura di un testo.
Forse ciò dipende dal fatto che la mia dislessia non fosse poi così importante come per tanti altri? Quello che ora mi domando è se questo disturbo sia ancora diagnosticabile in età adulta. Personalemtne non penso che lo sia poiché alla fine si finisce inevitabilmente per mascherarne i sintomi assimilando dei meccanismi per “calcorare” velocemente ciò che dovrebbe essere spontaneo.
Se oggi a 35 anni sono consapevole di avere alcune difficoltà nell’organizzare i pensieri ogni volta che ad esempio cerco di scrivere (come nel caso di questo intervento) ormai mi sembra normale e appellarmi alla dislessia mi sembrerebbe solo un alibi.
alex
alex | 28-11-2010 | ho un nipote di 14 anni,dall'inizio delle elementari ha problemi di concentrazione,di tabelline che ancora oggi non sa, non sa neppure leggere l'orologio pero i logopedisti ,gli psicologi che lo hanno seguito per parecchio tempo dicono che ha un piccolo ritardo mentale io invece penso sia una variazione della dislessia. chi mi puo' aiutare ad aiutare mio nipote.grazie renata sambuco | 04-10-2009 | vorrei anche segnalare i maggiori centri sociali specializzati nella diagnosi della dislessia:
- Centro regionale per le disabilità linguistiche in età evolutiva:
Via Emilia Ponente 56 -40122 Bologna
- Centro di neuropsicologia clinica Via Nanterre -61100 Pesaro ( e-mail neuropsicologia@uniurb.it)
- Fondazione " Stella Maris" Viale Tirreno 331 - 56018 Calambrone ( Pisa)
- Università " la Sapienza" servizio neuropsicologia Via dei Sabelli 108, Roma
- Policlinico universitario Gaetano Martino, servizio di diagnosi dei disturbi del linguaggio 98125 Messina
- Asl Roma, centro per il trattamento della dislessia e disturbi del linguaggio Via San Martino della Battaglia 16 -Roma
ps: opinione personalissima :le frustrazioni che nascono dalla poca conoscenza e poca informazione in questione, generano spesso un iter scolastico più tormentato del problema stesso.
Esiste invece, e questo lo dico per esperienza vissuta e verbalizzata in vari consigli di classe, per chi ha problemi di scrittura la possibilità e il diritto di essere valutato oralmente.
Patrizia Garofalo
Patrizia Garofalo patrizia garofalo | 03-10-2009 | " l'ipotesi che possa esistere una disabilità specifica di lettura ha tardato ad emergere ed ancora oggi, per alcuni, parlare di dislessia fa scandalo. Per gli insegnanti vìola una delle poche certezze della didattica tradizionale, mette in crisi uno dei cardini su cui di basa l'indiscutibilità del loro lavoro:insegnare a leggere e scrivere a tutti" Giacomo Stella insegna psicologia clinica ed è il fondatore dell'associazione italiana dislessia.La frase che ho virgolettata sopra è tratta dal suo libro " La dislessia" edito il Mulino.
La dislessia ( spesso accompagnata anche da disgrafia ), se non riconosciuta in tempo può divenire causa di dolorose frustrazioni e gravi disagi psicologici.
E' possibile con metodi adeguati farcela e spesso una persona affermata può essere stato un bambino dislessico.
Molto e troppo spesso vengono considerati bambini che non apprendono , in realtà hanno spesso un QI molto più alto della media.
Il testo suggerito è stato per me insegnante, fondamentale e tale anche per i genitori la cui collaborazione deve procedere insieme alla maestra , addirittura maestra di scuola materna in quanto alcuni segnali ( mettere per esempio la manina al contrario quando in uno schermo ottico, il medico chiede di ripetere con le dita la lettera rappresentata) appaiono precocemente.
Seguono altri testi :
AID la dislessia raccontata agli insegnanti
AID prime prove d'ingresso e proposte di lavoro
Stella : diagnosi precoce e riabilitazione
Ho un solo libro, quello che ho citato per rispondere ulteriormente e niente altro posso fare se non postarne delle parti, ma spero veramente che molti accettino più qualificati di me
di intervenire come suggerito dal direttore Di Scalzo
Patrizia Garofalo patrizia garofalo | 03-10-2009 | Tellusfolio-Scuola è pronto ad ospitare senza limiti di spazio... posizioni... materiali... testimonianze... articoli...saggi...sulla Dislessia e organizzazioni che si occupano di Dislessia. TELLUSfolio e l'Annuario TELLUS vivono del rapporto stretto con i lettori grazie alla Rete - Claudio Di Scalzo Claudio Di Scalzo/Sulla dislessia | 03-10-2009 | GRAZIE
a nome di tutti quei bambini/ragazzi che hanno passato, stanno passando e, spero, non passeranno più quello che ha passato Flavio.
Anch'io sono un genitore di un ragazzo di 18 anni con dislessia, disortografia e discalculia severe; ma sono anche un insegnante!
Per fortuna mio figlio non ha mai, fin'ora, incontrato grossi ostacoli. E' stato fortunato ad avere: una madre che lo segue ancor oggi nello studio, degli insegnanti nel complesso comprensivi e sensibili (anche se disinformati), un buon carattere e una buona dose di determinazione.
Ma quanti alunni in difficoltà hanno queste fortune? Quanti dovranno ancora subire l'accusa di essere svogliati, pigri e magari "un po' lenti"?
La storia di Flavio è la storia di tanti ragazzi con lo stesso problema: la scuola!
Una scuola non in-formata, non sensibile e non conscia del fatto che ad ogni alunno va dato ciò di cui ha bisogno, con modalità didattiche diverse perchè diversi sono gli stili di apprendimento di ognuno.
Molte storie simili a quella di Flavio le potrete rileggere su www.dislessia.org/forum ma, nello stesso luogo troverete anche esempi di buone pratiche, di esperienze di genitori eccezionali e di dislessici che "ce l'hanno fatta"
Ancora un grazie e un saluto. Attilio | 03-10-2009 | Egr. Direttore
Vorrei rispondere al sig. Alberto sul problema "Dislessia" e fare una considerazioe: noi genitori di figli "diversi" siamo dei "grandi" ma siamo anche fortunati perchè abbiamo dei figli SPECIALI (e non è da tutti).
Mia figlia, dislessica, è all' Università Facoltà di Lettere !!! ho lottato con le unghie e con i denti per tutto l' arco scolastico; ora è grande e si disbroglia da sola, anche se non ha mai accettato e ancora a volte non accetta questa sua "meravigliosa" diversità. Anch' io, come lei, sono socia AID e, con l' associazione, ho trovato tanto aiuto e sollievo. Voglio fare tanti auguri a voi genitori ma soprattutto a Flavio voglio dire: "dai Flavio sei grande non ti abbattere e fai sempre valere i tuoi pensieri e i tuoi diritti; in bocca al lupo e un abbraccio."
Solo chi ha sofferto nel lungo percorso scolastico a fianco dei figli può capire e la scuola ancora non capisce molto ma, sappia la scuola, che noi genitori saremo sempre presenti e lotteremo fino in fondo; a noi non manca la perseveranza. Non è giusto sacrificare e bollare dei ragazzi super dotati per l' ignoranza della scuola!
Grazie e saluti
Tullia Marianelli Tullia Marianelli | | 1 | |
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