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Paolo Diodati. Il gioco continua. Da “Per nome” a… “A mountain rising from the sea” | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 1 a 10 | 24-09-2019 | Mi dispiace, hai sbagliato interpretazione della canzone \"per nome\" Carlo | 11-02-2010 | Grazie prof. Sono molto contento che l’abbia ritenuta degna di interesse. L’interpretazione è “modesta” perché non ha la pretesa di essere inconfutabile.
Se uno ha deciso che in quella canzone non vuole vederci alcun senso allora non ce lo vedrà mai. Purtroppo o per fortuna ho l’impressione che con P.P. bisogna scegliere cosa capire.
Venendo alle frasi che non saprei come collocare nel mio schema:
“Ha un nome molto bello, che se me lo ricordo lo chiamo quel bel nome.”
Come dice lei, ricordarsi di un nome è già chiamarlo. Il cantante finge di non ricordare il nome dell’amata perché per pudore o per riguardo non vuole nominarla. Un luogo comune della poesia del Trecento?
“Avrà accordato/il respiro con l'arco/della dorsale/e sembra l'obiettivo/del suo cruciale sbarco”
Forse perché il nome che io “porto” è l’obbiettivo del mio cruciale sbarco?
“misurando con calme sequenze di palmi/ su sé quanto dista/la gola fatalista/da tutta la tastiera del costato”.
Immaginando che la “tastiera” sia il lungo collo di lei e che il costato insieme ai fianchi costituiscano la cassa armonica dello strumento, allora se il collo è molto lungo non basta il palmo di una sola mano a misurare la distanza tra la gola (la parte anteriore del collo) e il petto. Per iperbole lei passa le mani sul proprio collo come stesse misurando il manico in ebano di un violoncello?
Infine, le gradazioni del viola sono così numerose che mi sembra tollerabile considerare il colore rosso scuro dell’amarena come tendente al violaceo.
Alex | 10-02-2010 | Complimenti, Alex, per la bella pagina, con la premessa garbata e realistica di “proporre una modesta interpretazione”. Toglierei il modesta. È un’interpretazione, tra le pochissime, degne di questo nome. Dopo l’assurdo “Equivoci amici”, ho scelto "Per nome", perché ha uno dei testi più dolci e con più "sprazzi di luce". L’appunto, il solito che faccio, è questo: hai messo in risalto quelli che hai visto come “sprazzi di luce”. Sparsi qua e là, ne hai fatto un assemblaggio. E tutte le espressioni, le frasi che non sai come collocare nel tuo schema? Quelle darebbero la possibilità di un'altro assemblaggio. Nel rispondere agli hegeliani, ho in mente di improvvisare un esempio di interpretazione cervellotica e alternativa, per rispondere a Roberto e Feninno (spero di non aver sbagliato i nomi). Così si potrebbe fare con la tua ipotesi. Qui, per brevità, mi limito a poche osservazioni, in aggiunta a quelle messe nell’articolo e comparse nei commenti.
- “Ha un nome molto bello, che se me lo ricordo lo chiamo quel bel nome.”
Ma come sarebbe a dire? Se se lo ricorda, il nome, lo chiama quel bel nome? Se se lo ricorda, l’ha bell’e chiamato, il nome! Se invece vuol dire che lo dice, lo urla, lo dice al telefono, gli costava troppo dire “a tutti io lo dico”, "allora ve lo svelo" o cose simili?
- “Avrà accordato/il respiro con l'arco/della dorsale/e sembra l'obiettivo/del suo cruciale sbarco”. Diamo per buona la tua interpretazione. Ma che c’entra il cruciale sbarco? A me sembra messo lì, tanto per far rima con arco e rendere così “i dolci suoni”.
- “misurando con calme sequenze di palmi/ su sé quanto dista/la gola fatalista/da tutta la tastiera del costato”. A parte la gola fatalista, ma c’è bisogno di sequenze di palmi per misurare la distanza tra la gola e il primo tasto della tastiera del costato”? Non sa che è zero, perché le clavicole, dove s’infila la gola, sono il primo tasto della tastiera? Per me resta un parlare a vanvera.
Potrei continuare. Comunque grazie e bravo. Se ti leggesse Panella, direbbe: “Ammazza quanto so’ bbbravo! Ma guarda 'n po’ che belle cose ho detto senza manco accorgermene!”
Ma, attenzione, non confondere il color viola con quello amarena...
Paolo Diodati | 10-02-2010 | anche se un po' in ritardo vorrei provare a rispondere a questo articolo proponendo una modesta interpretazione dei versi di Panella.
Mi viene in mente Petrarca in un famoso sonetto del Canzoniere nel quale il nome di Laura viene evocato solo tramite giochi fonici e simboli.
Il tema della canzone di Panella è indubbiamente il ricordo del nome.
È possibile che i riferimenti alla foresta e alla bestiola dallo sguardo rapito contengano una simbologia fonica connessa al nome dell’amata?
Lei non starà forse tra la vegetazione della foresta o nello sguardo rapito di un animale dagli occhi di colore rosso acceso tendente al viola della confettura di amarena?
Gli occhi spalancati, tondi come i pasticcini di frolla fanno venire in mente “l’effetto occhi rossi” che nell’uomo viene fuori solo con il flash ma che in certi animaletti come i gatti è assolutamente naturale.
A ricordarselo quel nome susciterebbe un piacere arrendevole come un frutto dolce e maturo che si apre sotto al sole.
Intanto lei arcua la schiena e si riempie i polmoni d’aria prendendo la forma di uno antico strumento. Il corpo di una donna ha le stesse curve morbide di un violoncello.
Ora, la viola è un ottimo indizio. Lei si chiama come il fiore che cresce nei boschi: la viola mammola celebrata dai poeti come il fiore più delicato, simbolo di pudore e timidezza femminile. Viola come gli occhi color amarena della bestiola furtiva, come il frutto nero-violaceo che si spacca sotto al sole. Un nome illeso nonostante tutto perché “violare” vuol dire trasgredisce: ledere.
Avere un nome sulla punta della lingua e non ricordarselo. Un nome smemorato che si è perso negli occhi di una bestiola impaurita, nel profumo delle mammole, nella polpa carnosa di un frutto dolciastro e nei fianchi morbidi di uno strumento musicale. Il nome di lei starà nella descrizione del suo sguardo inspiegabilmente assorto. A cosa pensano i suoi occhi? Lei starà forse leggendo un libro immaginario, starà guardando qualcosa da vicino che da qui non indovino?
alex | 31-10-2009 | ritengo il commento di Melchiorre Briganti, il migliore finora arrivato e il migliore apprezzamento dei testi di Panella. Accontenta i panelliani, prescindendo dal significato globale e dà ragione a diodati, con l'immagine felice delle macchie i vegetazione in un deserto. Gli sprazzi di luce cercati da diodati. Per giunta preferisce il testo alternativo. Bravo il matematico musicista Simone | 30-10-2009 | Sono un diplomato in Conservatorio, pianista, matematico.
Sono stato invitato a qualche conferenza sulla creativita' dell'arte e della scienza, facendo un intervento in qualita' di pianista.
Indubbiamente tra i due testi e' molto meglio quello di destra, in quanto a destra e' presente qualche immagine ed elemento poetico molto graziosi, mentre il testo di sinistra mi pare un po' troppo "brullo" (la poesia contenuta nel testo di sinistra e' paragonabile alla vegetazione presente in un deserto).
Resto disponibile a partecipare alla realizzazione di un eventuale CD, qualora l'idea dovesse andare in porto.
Il Vs.
Melchiorre Melchiorre Briganti | 27-10-2009 | Credo sia opportuno mi esprima, ancora, sulla sezione “Commenti” in Tf. Anche dopo il pregevole e affettuoso intervento di Paolo Diodati. Inventore di fulminanti articoli polemici e di giochi che hanno coinvolto moltissimi navigatori. Vediamo di semplificare, poi, in calce riproporrò quanto pubblicai nel 2007, il 12,7.2007: ”Come intendo i Commenti su Tf”; ed allora c’era un moltitudine difficilmente regolabile, spesso ripetitiva, di commenti su Cuba. Se chi si lamenta della gestione dei Commenti avesse letto questo TRIS di due anni fa avrebbe capito che in Tf c’è una Direzione e che questa decide le linee del giornale. Ogni giorno. E sul lungo periodo.
1.La Sezione INTERVENTI DEI LETTORI è intesa come una finestra che mischia i diversi commenti oltre a quelli in elenco (stesso tema) cronologico sotto gli articoli. Siamo interessati che chi commenta il poeta legga anche il commento sulla politica e via mischiando. Questa è una scelta fondante di Tf.
2.Tellusfolio è un giornale on line con migliaia di visite ed ha dei doveri verso tutti i lettori-navigatori. Non siamo interessati a trapiantare nel giornale un forum o un blog interminabile su alcune questioni. Se i giochi iniziano è opportuno che poi abbiano un termine. I lettori, gli altri lettori, perdono il filo, e dobbiamo semplificare non complicare gli accessi a Tf nel suo insieme.
3. Non possiamo impegnare la Redazione soltanto sulla sezione commenti dietro ad un singolo argomento. I Commenti li intendiamo come paratesti, qualcosa che arricchisce il testo stesso, non semplice chiacchiericcio, interminabile bla-bla. Tutto qui. Ovvio che in alcuni casi viene operato un filtro. Minimale. Il ripetivo angustia. E altri temi, a volte basilari, per il progetto di Tf e del suo Annuario TELLUS hanno la precedenza.
PRONTUARIO IN FORMA DI TRITTICO PER I COMMENTI (12.12.2007)
1. I “Commenti” non possono configurarsi come una sorta di blog personale organizzati da chi ha la cura di una sezione in TELLUSfolio.
2. È opportuno che i “Commenti” non scadano in un ripetitivo chiacchiericcio. Che siano argomentati senza l’eccesso di fastidiose battute polemiche. TELLUSfolio non ambisce al Cabaret sul web. Se i lettori-navigatori necessitano di una maggiore intimità, anche nel litigio, si scambino per e-mail.
3. È comprensibilmente opportuno che altre sezioni abbiano nei “Commenti” la loro visibilità necessaria e non vengano soffocate, in materia di “Commenti”, da un’unica problematica. E per questo, nel mio ruolo, mi adopererò. Il mio auspicio è che i lettori e i navigatori che hanno a cuore questo giornale on line si attengano a questo semplice Trittico. (CDS)
Claudio Di Scalzo - Sui Commenti | 27-10-2009 | Ho visitato il sito di andrea macco. Ma stiamo scherzando?
Non può trasferire in un coso simile la conclusione di un'iniziativa che ha ottenuto tanto successo. Non ci deluda e non mi faccia arrabbiare. Senno la rintraccio e le scrivo pure io. Anzi, litigo col fidanzato e vengo a trovarla. Non sa quanto vorrei incontrarla... rossella | 26-10-2009 | Cari partecipanti al Gioco di fine estate e cari contestatori non partecipanti, prima che qualcun altro si innervosisca, visto che sono ricomparsi alcuni commenti, intervengo, dopo tanti giorni, per comunicare che il gioco, anche se in fase conclusiva dato che l’estate è bella che finita, migrerà altrove. Quindi, non spedite altri commenti. Prevedendo un commento non telegrafico, mi scuso per la probabile lunghezza.
1) Ho scoperto, solo alcuni giorni fa, appena rientrato in sede, l’esistenza su TF di “un’area interamente dedicata ai lettori”. E, scorrendola, ho capito due cose.
La prima è la reazione di Cattolicino e Anarchino, anche se la giudico eccessiva nei toni. Io, in uno spazio non mio, non avrei fatto interventi con quel tono. Per riguardo ai partecipanti al chiacchiericcio, noioso e criticabile quanto vi pare, ma anche per rispetto al moderatore che ne aveva approvato la pubblicazione.
La seconda è che TF dovrebbe risolvere uno dei problemi di crescita, derivante dall’incremento dei commenti, per non cadere in comportamenti altalenanti: in periodi di magra (pochi interventi), si allargano le maglie, in quelli di opulenza o di ressa, si restringono senza poter andare tanto per il sottile, per stanchezza e fretta. Se i due Direttori devono provvedere da soli a leggere, giudicare, cestinare e inserire articoli e commenti, credo che abbiano già dei problemi notevoli di tempo e di pazienza.
Una soluzione per questo problema potrebbe essere quella di imitare i quotidiani nella versione in rete. Lì non c’è un’unica area in cui sono mescolati commenti relativi a tutti gli articoli pubblicati, con un’inevitabile monotona saturazione quando un articolo “tira”, che provoca le proteste di chi non gradisce articolo e commenti. Lì c’è uno spazio e un moderatore per ogni “forum”, ovvero per le diverse aree (sport, problemi medici o amorosi, teatro, scienza, letteratura, linguistica, ecc… ecc…). In pratica la Redazione potrebbe inizialmente e sperimentalmente individuare un certo numero di aree culturali (anche se non tutte quelle ora esistenti) e affidarne la moderazione a collaboratori volontari, fidati e di sicura competenza.
2) Ciò premesso, devo parlare di un altro problema che mi si è presentato. Dovete a Marco Cipollini la mia introduzione a TF. Non conoscendo le mie "stravaganze" forse se n'è pentito... . Sensibilissimo pure ai problemi scientifici, da quelli a più alto livello, come dimostrano i suoi articoli su Lazslo, segue anche quelli a livello minimo, come gli scritti di PG Odifreddi.
Cipollini mi contattò per via di una mia critica scientifica al Piegiorgio nazionale (ora riportata su Vikipedia, con tutto l'Asino d'oro...). Come fece Cipollini, così hanno fatto altre firme di TF, specialmente in questo ultimo periodo, quasi sempre riferendosi al Gioco di fine estate. E come hanno fatto le firme, così han fatto alcuni di quelli che, scrivendo commenti non offesivi né scurrili, si erano visti censurare il contributo.
Così, stroncato il chiacchiericcio su TF, s’è riversato su di me. Sono piovuti sul mio indirizzo pubblico contributi respinti e lamentele varie. Non può essere un caso che l’esternazione di Anarchino e Cattolicino sia stata seguita da un immediato ammutolimento apparente di tutti i partecipanti al chiacchiericcio.
Lungi da me l’idea di criticare un simile stop. Se si hanno dubbi, rileggere il punto 1). Ma devo cercare una soluzione, per bloccare una deriva che mi crea problemi sulla posta che arriva all’indirizzo universitario e che vada bene per tutti. Quindi, traggo le conclusioni.
3) Prego chi ha scritto o sta scrivendo al mio indirizzo pubblico, facilmente ricavabile in base alla regola generalizzata di composizione degli indirizzi universitari, di non usarlo più (ricordate? Brunetta è in agguato…). Chi volesse continuare a intervenire prima dell’imminente e programmata chiusura, o per curiosità volesse sapere come va a finire, è pregato di inviare il suo contributo ad Andrea Macco, giornalista laureato in fisica, moderatore di l’universo in clessidra.
Basta andare su google e digitare Andrea Macco. La prima voce che compare è proprio l’universo in clessidra. E così, con la migrazione, accontentiamo Anarchino e Cattolicino e altri che hanno sostenuto che il successo di una iniziativa del genere, fosse disdicevole per l’immagine del giornale. Anarchino e Cattolicino ma, giustamente, non troppo.
Lì gli interessati potranno leggere il mio articolo conclusivo, in cui presento il terzo e ultimo testo alternativo a quello di uno dei brani più complessi e suggestivi musicalmente: La voce del viso. Il testo alternativo, La voce dei nostri, letto, recitato e citato in diverse sedi, è stato definito “una vibrante, appassionata e commovente difesa della lingua italiana”. Altro che sprazzi di luce. Lì, infine, farò il bilancio degli scambi avvenuti, secondo il programma che avevo stabilito, sin dalla scelta del titolo.
Gioco, per ricordare che non si trattava di una cosa pesante e seriosa; di fine estate, per tranquillizzare tutti, compresi i sospettosi e sospetti Anarchino e Cattolicino, sulla sua durata.
E lì, o su Affaritaliani, i pochissimi interessati potranno leggere il promesso terzo articolo sull’intreccio quantistico, dal titolo
Marco Baldino: Raminghi in un mondo senza senso…
Marco Cipollini: Chissà…
Articolo già inviato a Cipollini e alle firme che mi hanno contattato in questo periodo di black out e che, per lunghezza e argomenti trattati, non ritengo adatto a TF, nonostante il diverso parere espresso dal super-esperto Cipollini. L’ho scritto volentieri anche perché mi sentivo in “debito fisico-filosofico” con Cipollini.
Comunico alla Redazione che entro la settimana provvederò all’abbonamento cumulativo sostenitore, mediante bonifico bancario.
Paolo Diodati | 23-10-2009 | Visto che s'è rifatto vivo, Prof, perché non riprende i discorsi anche qua? Ch'é successo? S'è fatto intimidire dagli ultimi due inteventi?
Ma chi sono Anarchino e Cattolicino? Li ho fatti scatenare proprio io? prima tutto quel casino e adesso dopo il loro cazziatone al moderatore, tutto tace da 10 giorni... ???? Simone | | 1 | 2 | 3 | 4 | |
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