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Moonisa. ‘Legge’ contaminata da tirannia e violenza, in Nigeria | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 1 a 4 | 03-08-2009 | Caro (a?) C.S.
grazie a te (e di cuore) di pensare che (in Nigeria, come in Italia e come nel resto del mondo) la legge, i principi, il rispetto per la vita e “l’umana pietà” abbiano ancora ragion d’essere (e siano la sola opposizione possibile alla violenza). Ti dedico un abbraccio grande come l’Africa.
Moonisa
moonisa | 03-08-2009 | E… io conosco questo luogo da trentadue anni, caro Eresio 52. Hai letto soltanto ‘in superficie’ ciò che ho scritto, temo, perché le mie affermazioni sono tutt’altro che superficiali: 1) non ho parlato di gente ‘buona’ né ‘cattiva’ (che chieda pace); 2) le cose non sono così ‘semplici’ (o, meglio, semplicistiche).
Un Nigeriano ha appena letto il tuo commento insieme a me, chiedendomene la traduzione, e ha appena domandato: “Has this person ever lived in a street together with poor people? He speaks like one who knows things from a privileged position. Poor people may be ignorant and violent, but so a government should not be and should know better”. E con queste parole ha spiazzato tutta la risposta che avevo in mente di scriverti. Ecco la verità ‘concentrata’ di un trentenne nigeriano di media cultura presente in un internet point insieme a me. Le cose che scrivi e racconti sono vere e le conosco bene (e fanno parte del bagaglio triste che attende soluzioni da un tempo infinito). Hai scritto in lungo e in largo su quanto sia feroce ed estesa la corruzione (e la cattiveria interpartes a livelli infimi). È fin troppo facile… E dove sono le soluzioni che proponi? Come pensi che le cose possano cambiare, di grazia, posso domandarlo? Pensi che la risposta sia la violenza più dilagante? Pensi che siano i genocidi? Come chiami il massacro di centinaia di persone (che sappiamo essere migliaia e migliaia, invece)? E posso domandare anche quale differenza c’è tra chi trucida la gente per un principio religioso e chi la trucida molte volte di più solo perché ne ha il potere (e le armi)? E posso anche domandare se un governo che trucida i suoi figli che dissentono non somigli a un genitore che stermini a colpi di accetta i figli un po’ ribelli che gli si oppongano? E posso anche domandare a chi toccherebbe ‘educare’ i suoi figli e farne cittadini rispettosi della legge? Certo non con la bacchetta magica, né dalla sera alla mattina, ma… forse cominciando con l’arrestare e giudicare (secondo la legge dei popoli civili e non con la legge dello sterminio) i figli adulti ribelli e proseguendo con il togliere dalla strada i bambini (che saranno i ribelli violenti del domani), non credi? Durante i conflitti a fuoco, si salvi chi può. Ok, ma al di fuori dei ‘conflitti’, quando stanano le persone ‘a piedi’, nelle case e ovunque, le potrebbero ‘arrestare’, invece di crivellarle, o no? C’è anche da dire che, nei ‘conflitti’ impari (tra mezzi aerei, carri armati, kalashnikov, e coltelli-frecce-fionde) ‘arrestare’ anziché ‘trucidare’ non dovrebbe essere difficile (se se ne avesse l’intenzione).
E non ti sfiora il sospetto che, forse, dietro ogni Mohammed Yusuf del momento ci siano governatori e persone molto in vista che, prima sponsorizzano l’organizzazione di eventuali colpi di stato e poi fanno in modo che chi potrebbe esporre i loro nomi non giunga mai in un’aula di tribunale? Hai mai provato a parlare con i reporter della stampa locale, quelli che ne sanno molto più di tutte le intelligence e che non possono parlare (se non vogliono che la loro vita valga quanto un soldo bucato?). Il tuo punto di vista, caro Eresio 52, è quello di moltissime persone che ascolto e controbatto ogni giorno e che (lasciamelo dire) mi sembrano ‘leggermente’ (si fa per dire) razziste (o, se prescindiamo dalla razza e focalizziamo l’attenzione sulle condizioni sociali, classiste). Occorre che ci si faccia un buon esame di coscienza, prima di esprimersi sui popoli con molti problemi (anche perché stiamo diventando -anzi siamo già- una civiltà multirazziale anche noi e…, prima o poi, chissà, potremmo dover guardare in faccia gli stessi tremendi problemi/ le stesse stragi a sfondo religioso- dal momento che di moschee non manchiamo affatto e di ideologie contrastanti neppure…). Sarò un’idealista, ma la verità è che soltanto opponendo alla violenza il volto dei principi, della legge, del rispetto per la vita del singolo e delle moltitudini le comunità degli Stati grandi e piccoli (in Nigeria, come nel resto del mondo) possono avere delle chance (e che chi vuole spegnere la violenza con la violenza è folle proprio come lo sarebbe chi volesse spegnere le fiamme gettandovi sopra benzina). Ti auguro Buona Nigeria, caro Eresio 52, e, quando capiterai nei mercati vari e sentirai le voci bianche dei bambini almajries che cantano i versetti del Corano per farsi fare l’elemosina da chi sta mangiando qualcosa o da chi ha qualche soldo, pensa che, se lasciassi un tuo bambino lì con loro, non avrebbe altra possibilità che crescere come loro e con loro e diventare un adulto di strada pronto ad essere ‘assoldato’ per qualunque guerra santa del momento (e per la manciata di yam cotto nel pentolone della mammy al bordo delle strade).
Senza animosità e con spirito di amicizia. Moonisa
moonisa | 01-08-2009 | Vivo in questo paese da venti anni, e sentire come semplifichi le cose, e l'idea utopistica che la gente sia in fondo buona e chieda solo pace mi fa sorridere.
Un piccolo aneddoto: l'altro ieri attraversavo un mercatino locale dove si vendono prodotti alimentari in condizioni igeniche inimmaginaboili per noi abituati ai supermarket asettici e ben forniti, quando improvvisamente una donna si mette a urlare al ladro, tutti si sono uniti nella caccia di questo ladro, rivelatosi poi un poveraccio che aveva rubato due cipolle, ma non c'è stata pietà è stato aggredito dalla folla con bastoni e macete sino a quando non si è mosso più,
non so se è sopravvissuto o meno, ma quello che mi ha colpito di più è stato il commento del mio accompagnatore che approvava incondizionatamente la reazione della gente del mercato, e tra questi cerano rappresentate tutte le religioni e etnolgie, essendo Lagos il vero "meltig pot" di tutta la Nigeria.
Se quel poveraccio però fosse stato armato anche solo di un coltellaccio nessuno si sarebbe fatto avanti per lavare l'onta del furto, cosa che mi è capitata di assistere in un altra occasione dove il ladro si è semplicemente presentato con il macete in mano si è preso quello che voleva e nessuno si è ben guardato dall'intervenire anzi......
Quello che posso dire che in questo paese la gente non si preoccupa più di tanto di quello che succede attorno a loro,
accettandodi soprvvivere in attesa del loro momento di poter far parte delle cerchia di quei pochi ricchi che riesce a beneficiare delle enormi risorse di questa terra.
Quì in questa parte del mondo, quello che conta veramente è quanto poteree soldi hai e solo in funzione di questo sei rispettato, e questo aqualsiasi livello della scietà.
Cpsì capita che un semplice addetto al cancello della fabbrica ha il potere di decidere chi può entrare per chiedere lavoro, e la decisione è determinata da quanto gli si da per fargli aprire il cancello.
Così come l,alto funzionario dello stato darà il contratto di costruzione di un acqedotto o di un ponte (magari finanziato da organizzazioni umanitarie straniere) solo alla società che si mostrerà più generosa con lui, e non gli importa nulla se non ha neanche le attrezzature e le capacità per fare il lavoro richiesto.
Di questo passo potremmo andare avanti per ore, ma il succo è che anche il più povero dei derelitti che vive sotto i ponti di Lagos se domani avesse la fortuna di assurgere a cariche importanti rinnegherebbe immediatamente le sue origini dimenticandosi dei miglioni di individui che vivono come viveva lui poco prima, anzi si comprerebbe immediatamente un bel SUV con i vetri oscurati per non vedere e non essere visto e si farebbe scortare da poliziotti armati pronti a bastonare chiunque ne intralci il passaggio.
In conclusione, credo che pima che le cose cambino ci vorrà ancora molto tempo, e solo qualche timido evento (vedi Ghana) danno qualche speranza che anche quì un giorno ci possa essere la pace intesa come possibilità di vivere insieme rispettandosi reciprocamente.
eresio52 | 31-07-2009 | Grazie Moonisa
per tenerci sempre aggiornati su ciò che succede al di fuori del nostro Paese, spesso i giornalisti si dimenticano di farlo.
Condivido pienamente il tuo pensiero.
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