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Anna Lanzetta: Difendiamo i nostri valori | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 1 a 10 | 10-08-2008 | Del quadro "Disperazione" mi ha colpito il signore in primo piano che è triste mentre più lontano ci sono due signori felici. Mi hanno colpito anche i colori del cielo chiari e scuri.
Martina,
5°elementare Martina | 20-06-2008 | Leggendo questo articolo scopriamo l'enorme importanza della formazione e dell'educazione nella nostra vita ma imprescindibilmente dobbiamo chiederci quali siano i veri valori, se ce ne siano ancora e se il mondo sia nuovamente disposto ad accoglierli. Resta importante, primariamente a tutto l'educazione alla cittadinanaza che non significa assimilare, assecondare o tollerare una cultura dei valori diversi dai nostri, ma accogliere in un dialogo costante e continuo l'altro. Ma da dove partire per concretizzare tutto ciò? Beh, ancora una volta dalla scuola e dalla famiglia.
In primis dalle istituzioni dove si trovano a lavorare insegnanti, professori, educatori, maestre, perchè è importante l'assidua costante e continua presenza di una persona che oltre alla didattica delle materie riscopra la didattica dei valori affiancando ad un programma di studio scolare un percorso metodologico non per insegnare all'alunno ad essere un cittadino ma aiutarlo a riscoprire il cittadino che è già. E la famiglia, il luogo dove oltre all'affetto deve dominare la trasmissione dei veri valori, il senso puro della vita, l'apprezzare anche le piccole cose e l'educare all'accoglienza del "diverso da noi", ma dove l'accogliere implica lo svuotamento interiore per l'ascolto vicendevole e critico.
..."ANCHE SE NON CONDIVIDO QUELLO CHE DICI MI BATTERO' FINO ALLA MORTE AFFINCHE' TU POSSA DIRLO"... (Voltaire)
L'argomento andrebbe esteso ed approfondito. Mi limiterò con questo commento semplicemente a riflettere su una cruda realtà che ci scopre denudati della nostra persona ed imballati dentro un madschera di Pulcinella. Banelli Ambra | 12-06-2008 | Personalmente credo che viviamo in una società afflitta e succube di troppi problemi, che non vengono affrontati e risolti da chi di dovere. L'irresponsabilità e il totale menefreghismo dei "potenti" del nostro paese è conseguenza di un malessere sociale gravissimo, che purtroppo sfocia in assurde violenze. E' molto triste il periodo che stiamo attraversando e vivendo; mi sembra che alle persone interessi solo che l'immigrato o l'emarginato in generale venga cacciato o punito ritenendolo colpevole dei mali del nostro sistema e non si preoccupano minimamente di come migliorarlo. E' un accanimento assurdo, contro il più debole, che non porta soluzioni, ma solo altro odio e rancore. Per concludere cito Vasco: IL MONDO CHE VORREI.... ecco, non è certo questo.......
Alessio Alessio | 10-06-2008 | E' dovere di tutti noi, unirci e difendere i nostri valori, ma come, se la violenza ormai fa parte del nostro vivere quotidiano, e la delinguenza dilaga a tutti i livelli e specialmente in quei luoghi dove il dovere morale e il rispetto per gli altri dovrebbe essere una regola di vita? Mi riferisco ai malati e a quei medici che a danno di chi dà loro fiducia, dimenticano la deontologia professionale e il loro dovere morale, la clinica dell'orrore a Milano scuote profondamente, e questo solo per parlar di alcuni settori e tutto il resto?. Ci affanniamo verso gli altri e non vediamo la trave nei nostri occhi?
Che cosa ci ha condotto a tutto questo se non il desiderio subdolo di avere sempre di più; in una società che cambia velocemente è giunto il momento di ripensare a ciò che siamo e a non lasciarci travolgere oltre.
E' importante parlarne come questo spazio ci consente di fare. Raffaele | 10-06-2008 | Il quadro scelto come icona, s'intona perfettamente a questo scritto, specialmente nei colori e nel volto inesistente del personaggio che come gli altri quadri di Munch, scelti dalla signora Lanzetta per altri scritti, sottolinea il nostro presente ed esprime l'attuale disorientamento. Speriamo tutti di dare presto a questo personaggio il volto che tutti desideriamo. Cristina | 09-06-2008 | Dovremmo tutti rileggere quegli autori che ci invitano a riflettere prima di agire e a non creare tra noi differenze che sul piano storico sono soltanto ricchezza per il nostro pese; basterebbero le parole di Leopardi a superare la cecità di chi nel bel mezzo di uno scontro, rivolge le armi non contro il nemico ma contro i propri commilitoni; basterebbe una pausa di riflessione per farci rinsavire; basterebbe una giusta informazione per non farci dividere su un impegno comune...Ma forse abbiamo perso il gusto per il confronto e per il sapere, in un momento in cui la cultura va per conto suo e noi ci sentiamo poco protetti, poco confortati proprio nel bisogno di sapere a tutti i livelli di comunicazione.
Siamo un paese ricco perchè vario di culture, di dialetti, di usi, di costumi, ma quando riprenderemo ad apprezzare tutto questo, quando capiremo che proprio nella diversità è la forza e la storia del nostro paese e non nelle divisioni che sono soltanto lacerazioni, non con la violenza contro chi non ha avuto la fortuna di nascere in un territorio ricco e fecondo? "Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te". Anche nel pensiero più laico prendono forma queste massime che al di là di ogni credo hanno una valenza universale. Mi associo a quanto è stato detto negli altri commenti con la speranza di un veloce rinsavimento da parte di tutti e specialmente da parte di chi in questo momento ha il dovere di guidarci, compito che richiede lungimiranza, buonsenso e accoglienza, perchè storicamente noi siamo tali (tutti) e tali vogliamo essere. Un'assidua lettrice di Tellus | 08-06-2008 | E' domenica e mi sono fermato sul titolo di questo articolo che attira l'attenzione di quanti che come me, se ne sentono coinvolti e leggendolo ripenso ai miei studi: Martin Luther King, Malcolm x, Mahatma Gandhi, con terrore al Ku Klux Klan, e a quanti hanno lottato con la parola, l'esempio e la partecipazione per la dignità dell'uomo.
E' bello leggere casi in cui la femmina di un animale alleva i cuccioli di un'altra specie. Miracolo della natura, bellissimo e noi, non ne siamo capaci? Perchè? Cosa ci sta succedendo, mi chiedo molto preoccupato.
Buona domenica a tutti Antonio | 08-06-2008 | Interrogativi purtroppo fondanti in un momento di sonno della ragione che ci impedisce di vedere il baratro che ci attende...ma di fronte a tanta sofferenza, violazione della dignità e dei valori non possiamo tirarci indietro, dobbiamo piuttosto farci carico ognuno delle proprie Responsabilità.. non possiamo permettere che esali l'ultimo respiro della nostra parte più nobile:il cuore, il sentimento, l'emozione. C'è bisogno di ritrovare la linfa vitale, il DIALOGO, soprattutto a partire dai nuclei di crescita delle nuove potenziali vite del futuro: la famiglia e la scuola. Possiamo richiuderla questa "crepa" dilagante...dobbiamo volerlo! Grazie di cuore alla Professoressa che, con il suo articolo toccante, ha stimolato il risveglio delle nostre coscienze... Martina | 08-06-2008 | Il passaggio sulla cecità degli uomini è quello che maggiormente mi ha colpito perchè mi ha riportato alla mente con estrema efficacia un bellissimo libro di Saramago appunto "Cecità" all'interno del quale si narra di una società colpita ineluttabilmente da un improvviso male, altamente contagioso che conduce tutti gli uomini a non avere più il dono della vista. la metafora di Saramago è molto più vasta perchè la cecità conduce la società ad un abbrutimento violento senza precedenti dove l'ordine viene completamente sovvertito e la legge del più forte è la sola sovrana... altra cosa non trascurabile è che tutto questo avviene nelle grandi metropoli...
ecco chiudo il mio commento puntando ferocemente il dito sulle città e le grandi metropoli circondate da periferie ormai giungle urbane dove ognuno vive rintanato nella sua celletta e le strade e le piazze sono spesso vuote e scarne... sole... comunicare; la gente non comunica, ha paura; ricostruiamo un senso civico che riparta da una comunità cittadina attiva che si confronta dialoga si proietta per migliorare il proprio spazio circostante... ricominciamo a vivere sentendoci rensponsabili non solo per noi ma anche per il nostro vicino che si aspetta la nostra stessa tranquillità... non abbiamo bisogno di nemici...
la professoressa teme che il sonno della ragione generi mostri... non abbia paura questo è già successo ma chi ha una coscienza che ancora grida si preoccupi di risvegliare la propria ragione per un domani meno selvaggio.... sologio75 | 08-06-2008 | Mi inserisco volentieri per esprimere la mia idea, visto che il giornale ce ne offre l'opportunità.
Non bastano le parole a sedare gli animi, ci vogliono i fatti e meno strumentalizzazione, ricordiamo quello che anche noi siamo stati e parliamone, la società cambia, sta a noi conservarne principi e regole che tutti devono rispettare nel rispetto di tutti ma senza ostracismi. Confrontiamo i nostri sistemi educativi e non chiudiamo le porte, non creiamo differenze con la scusa di difenderci, questa non è difesa, questa si chiama intolleranza e noi non siamo intolleranti; devono smetterla coloro che vogliono far passare come nostri tali principi, chiediamo tutela ma non contro il diverso e poi diverso in che cosa? Sarebbe difficile spiegarlo ai nostri figli, senza il pericolo di inculcare loro ciò che abbiamo rifiutato. Serena | | 1 | 2 | |
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