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Paolo Diodati: Perché Giorgio Napolitano "non può" essere Tommaso Pignatelli
 
Commenti presenti : 10 In questa pagina : da 1 a 10
   06-01-2015
In questi giorni si intensificano i giudizi sui nove anni della presidenza di Napolitano.
Se ne leggono parecchi negativi a tal punto da classificarla come la peggiore in assoluto tra quelle avute.

Mi è stato segnalato questo articolo come il migliore tra quelli scritti all'inizio del settennato e con la previsione opposta, per cui sarebbe stato il miglior Presidente.

Si potrebbe chiedere all'autore l suo giudizio a posteriori? Lo riterremmo particolarmente interessante, vista la profondità e la completezza di questo scritto.

Grazie, Vittorio Scaccia
Vittorio Scaccia   
 
   18-10-2012
è un bellissimo e sensibile scritto e mi sembra in verità sia stato apprezzato no?
patrizia garofalo   
 
   18-10-2012
Articolo davvero incredibile! Analisi psicologica profonda e credibilissima, da manuale. Previsione azzardata e comunque centrata. Peccato sia uno scritto passato inosservato.
Andrea Pieroni   
 
   04-02-2012
Forse perché per lavoro sono spesso all'estero, in Inghilterra in particolare, mi fa particolare piacere che la stampa inglese, e non solo, abbia preso a parlare di "Re Giorgio". Non in senso ironico per dare del ducetto al nostro Presidente, ma per sottolineare che col suo comportamento, si è conquistato la massima stima internazionale. Ora anche una laurea Honoris causa di grande prestigio per le ralazioni internazionali.
Non ho letto tutti gli articoli pubblicati su Tellus. Ma questo è certamente uno dei migliori, soprattutto perché scritto tempestivamente, in tempi in cui, come ricorda l'autore, fu criticato da destra e da sinistra.
E' incredibile l'affermazione perentoria "sarà il miglior Presidente della Repubblica che abbiamo avuto".
Complimenti all'autore.
A. Del Monte   
 
   27-12-2011
Signor Mercacci, non solo ho letto l'articolo ma ne ho parlato più volte proprio con Paolo Diodati.
Non comprendo bene cosa voglia dirmi, quando parlo di indifferenza mi riferisco al fatto che leggo quello che mi piace e non mi interesso se e perchè gli altri non commentino alcuni bellissimi scritti.
patrizia garofalo   
 
   26-12-2011
Chiedo scusa, ma la mia difficoltà a scrivere con queste mqcchine da scrivere pc, ha prodotto una frase senza senso.
Ecco quella corretta ".... la totale indifferenza e, mi scusi, anche la sua (signora Garofalo)....". Infatti, lei così attenta a tutti gli articoli, e commentatrice assidua, forse non lo lesse. Comunque grazie e tanti auguri.
Domenico Marcacci   
 
   26-12-2011
Intanto i miei auguri e saluti cari.
Vede, sono tante le cose che non mi spiego ma qualche volta riesco a coglierne le motivazioni. All'indifferenza invece non so dare che un solo perchè. L'incapacità a sentire e a valorizzare cose importanti, dar loro diffusione, sentirsi più ricchi solo per averle com-prese. Il raggio d'interesse è corto tanto corto che l'ombelico è traiettoria persino ,è una strada troppo lunga.patrizia
patrizia garofalo   
 
   25-12-2011
Cara Signora Garofalo, ora che il nostro Presidente ha ottenuto clamorosi riconoscimenti internazionali (nessun altro Presidente ne ha ottenuti e nemmeno Pertini, noto per lo scopone e per i fumetti letti in prigione, fu tanto stimato dagli italiani) il contenuto di questo articolo sembra incredibilmente centrato. E l'inizio, con la perentoria previsione pienamente azzeccata e, mi perdoni, anche sua, ne dovrebbe fare un caso giornalistico. Invece, nulla! Come spiega la totale indifferenza dei lettori verso questo articolo-capolavoro?
Domenico Marcacci   
 
   20-01-2010
Non me ne intendo troppo di politica. In seguito al putiferio nato dalla lettera di Napolitano alla moglie di Craxi, ho fatto un'indagine internet per documentarmi. Mi sono rimasti impressi due scritti. Le dichiarazioni dello scrittore intellettuale Aldo Busi e questo articolo.
La volgarità e lo scherno di Busi, rendono grande per lungimiranza e coraggio l'inizio di questo articolo e folgorante la chiusura. Credo che Napoloitano stia diventando il miglior Presidente che si possa desiderare e che la sua bella lettera, equilibrata e piena di umanità, sia scaturita dalla sensibilità di Tommaso Pignatelli, poeta.
Specializzando in psichiatria   
 
   27-05-2008
Nella primavera del 2006 azzeccai tre previsioni: la vittoria per un soffio del centrosinistra, la meritatissima elezione di Giorgio Napolitano e la semiparalisi dell'esecutivo di Prodi. Sbagliai invece nel prevedere il voto di Berlusconi. Pensavo che avrebbe votato anche lui a favore di Napolitano. Probabilmente lo avrebbe votato se avessero concesso al centrodestra la presidenza di una delle due camere.
Aver fatto il nome di Napolitano quando ufficialmente ancora nessuno lo faceva e aver poi così clamorosamente indovinato l'esito diede, del tutto ingiustificatamente, più peso alle mie parole sul quesito che subito riemerse sulla vena poetica del nostro Presidente. Per gli amici più intimi espressi allora il mio pensiero nell'articolo che, per iniziativa del poeta Marco Cipollini, fu sottoposto al direttore di Tellusfolio, Claudio Di Scalzo, dopo quasi due anni.
L'enciclopedico matematico Umberto Bartocci, mio carissimo amico, fu il primo a leggerlo. Lo trovò coinvolgente e interessante nell'impostazione e vinse la mia avversione a spedirlo a qualche giornale. Fu spedito a due giornalisti molto noti.
Lo scritto fu aspramente criticato in chiave "politica". Criticato da destra, perché lascia trapelare la mia grande simpatia per Napolitano (cosa vera) e da sinistra, perché tira in ballo il clima del "conformismo culturale" che c'era e che talvolta riemerge (anche loro fatti così veri che il negarli è prova di "conformismo culturale").

Forse non è un caso che siano stati due letterati, con grande sensibilità poetica, Cipollini e Di Scalzo, a ritenere che l'articolo andasse letto. Anzi, non può essere un caso. Perché non bisogna guardarlo né da destra, nè da sinistra. Ma solo con la partecipazione e la comprensione di chi sente la forza, la potenzialità, il dramma di ciò che potrebbe essere e che non sarà. In questo caso un ruscello, la poesia, che poteva diventare un fiume e che invece, almeno finora, sembra essiccato, perché si è voluto/dovuto spegnere 'O chiarfo' (il temporale) che aveva iniziato ad alimentarlo.

Grazie Cipollini, grazie Di Scalzo. PD
Paolo Diodati   
 
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