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Marco Furia: L'onirico canto di Silvia Comoglio. Otto poesie inedite. | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 1 a 4 | 12-11-2007 | Così mi ritrovo.
"amare voi, mio píccolo signore,
è un rívolo di voci a néve trascinato —
è scégliersi di sera un’altra sola storia
álta - sulla luna"
Grazie Alberto per la segnalazione.
giulia righetti | 11-11-2007 | Quando si scrivono poesie così lievi e profonde al tempo stesso si mescolano fascino ed intelligenza. alberto persichelli | 09-11-2007 | bellissime! marco giorgi | 09-11-2007 | Dicono, coloro che la sanno più lunga di me, a proposito della scrittura e della mia scrittura in particolare, che il risultato prezioso di una pagina, di un racconto, è la progressiva sottrazione, l'eliminazione del superfluo, la lievità del testo consegnato infine alla lettura. Credo che, in poesia, questa sia una aspirazione tanto comune quanto difficile da raggiungere. Silvia Comoglio, da quanto ho letto, è attenta a camminare su questa strada, abile nello scansare la retorica dell'immagine e la trappola della seduzione. Sono così parole cesellate e pure, quelle che scrive dedicandole a un ideale di bellezza che lei pare conoscere,dove incedono senza fare ombra angeli e lune, terra e albe, voci boschi e natura e, nel cuore stesso dell'autrice, un grande "piccolo signore". laura bosia | | 1 | |
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