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Alessandra Borsetti Venier: Vanessa Beecroft a Venezia | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 1 a 10 | 30-06-2007 | La mia ammirazione a Vanessa per il coraggio e la forza incisiva della performance, ad Alessandra per le parole di risveglio delle coscienze: incidere l'indifferenza e fare riflettere è uno dei compiti dell'Arte.
Gladys Basagoitia | 26-06-2007 | Rispondo a Piumalarga con un pensiero pasoliniano: "la morte non è nel non poter comunicare ma nel non poter più essere compresi". Forse dai per scontate troppe cose... Alessandra Borsetti Venier | 26-06-2007 | Deve essere stata veramente di forte impatto emotivo la ricostruzione (in arte) d'un massacro. Non resta che il silenzio a commento di ciò che succede. Non solo nel Darfur. Dove sono i responsabili? Non certo fra il pubblico sollecitato civilmente ad una presa di coscienza (impotente). Il giusto si perde nei meandri del mercato del pesce mentre il Darfur potrebbe essere molto vicino... Ti ammiro per la fede
che hai negli uomini. Oggi io li vedo burattini che non imparano più niente...
Liliana Ugolini | 25-06-2007 | non mi piace proprio, questa volta, no, pensiero debole.
rappresentare una scena che abbiamno visto e che continuiamo a vedere sugli schermi televisivi tutti i giorni, in cui la realtà già presenta la metafora di se stessa, e non venitemi a dire che la performance risveglia le coscienze assuefatte! è pensiero debole, anzi debolissimo.
infatti gli aggettivi che ricorrono (parole vostre) sono: civile provocatorio emozionante (puah) gli stessi che usa la parietti o la santanchè, quelle che seguono la moda, tanto per intenderci.
qualche corpo qua e là a mestiere, una camionata di carminio, l'aria intelligente di colei che pensa sul da farsi e voilà, il gioco è fatto.
per intenderci. e non voglio essere troppo cattivo, è la stessa operazione dei lyon's club o dei rotary quando vogliono "aiutare" quelli che soffrono, solo che questa è perfetta sotto il profilo estetico.
ah vanessa vanessa, rinnega il tuo nome farfalla e riparti dal baco
piumalarga | 23-06-2007 | Cara Laura, certe operazioni artistiche, soprattutto quando si incastrano perfettamente - guarda caso! - dentro momenti di grande visibilità possono sollevare dei dubbi sull'opportunismo che le ispira. Conosco abbastanza bene il sistema dell'arte per non avere più certe ingenuità. Resta comunque il valore della performance della Beecroft che ha un profondo senso civile e provocatorio, al di là di altre sue operazioni più estetiche, quasi manieriste. Hai ragione, è inquietante constatare quanto la "rappresentazione" sia molto più sconvolgente della "realtà" alla quale non facciamo più caso...
Alessandra Borsetti Venier | 23-06-2007 | ....curioso come il fastidio e lo sdegno si manifestino per la rappresentazione e siano totalmente assenti per la realtà!... - grazie Alessandra, mi dispiace non averla potuta vedere. laura viliani Laura Viliani | 22-06-2007 | Alessandra, grazie della segnalazione. L'abbiamo messa su "Il paese delle donne" citando che il tuo articolo è apparso sul sito tellusfolio.it e che ci è stato concesso dall'autrice. http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article737
Cristina Papa | 22-06-2007 | Cara Alessandra, l'effetto apotropaico è un risultato che l'arte ha spesso conseguito. Non so se tale esito possa essere considerato una prova della riuscita. Senza alcun dubbio dimostra la capacità dell'immaginario di materializzarsi, attraversando la barriera dell'impalpabilità. Il problema è complicato, ne riparleremo. Nell'attesa, cari saluti.
Arnaldo | 22-06-2007 | ... invece non dovrebbe essere un rammarico che la performance non possa essere riproducibile attraverso la fotografia o il video... perché questa è la sua forza, la sua essenza. L’intensità del processo non può passare che attraverso l'esperienza diretta. La percezione contemporanea grazie alle diverse sfere sensoriali rende fondamentale "la presenza", un valore troppo spesso ridotto a una semplice opzione. Complimenti per le attività del Museo Villa Croce! Alessandra Borsetti Venier | 21-06-2007 | Ero presente anche io e devo dire che ho trovato questo lavoro di V.B. tra i più forti ed emozionanti. Tra l'altro la location del mercato del pesce di Rialto ha prodotto valori aggiunti che non credo casuali: il forte odore di pesce , il gesto stesso dell'artista che rovesciava il liquido rosso sulle modelle, il leggero fremito dei corpi distesi riportava alla mente l'inferno della "mattanza". Purtroppo la partecipazione sinestetica della performance non sarà riproducibile nella ripresa fotografica! Sandra Solimano | | 1 | 2 | |
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