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Crollo ponte Morandi. Aduc al Governo: Festina lente!
 
Commenti presenti : 7 In questa pagina : da 1 a 7
   21-08-2018
… irrealizzabile con l’attuale Governo, caro Carlo,
“ togliere dall'infarto la nostra Costituzione”, anzi si farà di tutto per portarla alla morte… ( facciamo gli scongiuri ! )
Considero la classe politica di questo momento storico del tutto incapace di operare per il bene sociale, a cui tutti aspiriamo, e di portare il Paese fuori dal caos ( certi deliri di onnipotenza ! ) in cui siamo recentemente precipitati.
Non vedo spiragli di luce all’orizzonte.


Giuseppina Rando   
 
   21-08-2018
Cara Giuseppina, io concordo. Specificamente il dovere prioritario sta nel togliere dall'infarto la nostra Costituzione. Ai fischi levati al funerale contro quelli che hanno governato prima è urgente aggiungere le urla col megafono agli indegni che sono succeduti. Andando al pratico: pretendiamo leggi all'articolo 49 della Costituzione. La legge sui partiti, in specie, ci consentirà di denunciare ai giudici tutti i politici che parlano a vanvera. Così, il primo a vedere il carcere, da dentro richiuso, sarà il ministro degli interni, che deve 49 milioni allo Stato che nessuno va a detrarre dagli stipendi dei suoi eletti.
Carlo Forin   
 
   20-08-2018
La realtà, per quanto la si voglia edulcorare con visioni più o meno speranzose sul futuro, resta ( nonostante gli sforzi degli organi preposti alla formazione ed educazione delle nuove generazioni ) molto amara e, ahinoi, si presenta come il risultato dell’agire degli uomini . Mi sovvengono le parole di Aldo Moro . ..” Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere “. Credo che questo nuovo senso del dovere ancora non sia nato come ampiamente dimostra il crollo del ponte Morandi di Genova.
Giuseppina Rando   
 
   18-08-2018
Il "quando" di cui parli Carlo è già iniziato nel momento del crollo. Purtroppo facendo un calcolo matematico ci accorgiamo che non riusciamo più a star dietro ai fallimenti del nostro saper vivere la cittadinanza. I cittadini denunciano, segnalano ma per essere ascoltati ci vogliono alte risonanze e quando accade l'inevitabile siamo bravi a mostrare dolore e sofferenza. Questa è una delle grandi contraddizioni della nostra cultura. Siamo coinvolti prima, durante e dopo il tragico evento, partecipiamo pienamente. Il silenzio nel rispetto e nel ricordo ci avvicina alla gente più che alle istituzioni. Io credo che le istituzioni siano importanti e che debbano funzionare, quindi nonostante i fallimenti dobbiamo continuare ad esserci, ognuno nel suo spazio perché se ci siamo possiamo vedere, ascoltare, parlare, discutere e questi sono atti di profonda libertà. Non tacere e non cadere nella trappola del capro espiatorio. Le verità che man mano appaiono all'orizzonte sono la triste constatazione di omissioni gravissime. Errori su errori. Quanti errori non corretti in tempo!
Sandra Chistolini   
 
   18-08-2018
Hai ragione, Sandra. Io non mi tiro fuori. Sono quasi alla nausea: quando cominceremo ad osservare l'articolo 49 della Costituzione, il più prezioso ed ignorato (Ogni cittadino ha diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale)? Quando avremo la possibilità di elevare denuncia del responsabile o dei responsabili di aver operato male o di non aver operato potendo e dovendo? Io ho 70 anni compiuti completamente. Temo che me ne andrò insoddisfatto.
Carlo Forin   
 
   16-08-2018
Giusto. Festina lente. Smetti di dichiarare, accertati su quel che è successo realmente, non curarti di quel che pensa la gente, vedi se devi cambiare la dirigenza con la stessa società, magari, e provvedi. Temo che il governo pupi pop sia esattamente l'opposto di ciò di cui abbiamo sete. Dovremmo avere uno iato preciso tra chi governa e chi è governato. Mentre abbiamo la confusione. Nei primi tre mesi il governo è nato. Nei secondi tre mesi è sorto l'evento che dimostrerà che abbiamo votato male.
Carlo Forin   
 
   16-08-2018
Come un tragico destino, sembra che ogni estate si sia chiamati a dover far fronte ad una nuova elaborazione del lutto. Natura amica o nemica, a seconda delle situazioni, e cultura della costruzione o della distruzione a seconda degli eventi. Quello che più sorprende è la mancanza di ravvedimento affinché quello che possa essere evitato, si eviti e si prevengano, nel migliore dei modi, fatti che portano alla morte prematura di tante persone. Rousseau e Kant ammonivamo sulla questione dei terremoti riflettendo su intelligenza e scienza ed invitavano a non coprire gli eventi con false considerazioni che mistificavano le responsabilità degli uomini. A parte le frasi di rito, c'è da chiedersi quale educazione dovrebbe passare nelle nostre scuole e quale formazione dovrebbe essere presente nelle nostre università, affinché chi ha gli strumenti dell'analisi critica delle cose operi in coerenza e rettitudine, senza rinviare sine die quelle azioni necessarie a salvare vite e a prevenire il lutto. Lo stesso ricorso alla categoria del destino ammonisce affinché non si sottovaluti la negligenza di chi ha potere, conoscenza e coscienza dei fatti. Nessuno è spettatore inerte ed assente.
Sandra Chistolini   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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