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Enea Sansi. Madre surrogata
 
Commenti presenti : 5 In questa pagina : da 1 a 5
   01-03-2016
Ancora non costituisce reato recarsi all'estero per pratiche di “maternità surrogata”, in paesi come ad esempio il Canada dove non c'è sfruttamento ma centri appositi e costituiti da persone che si offrono quale libera scelta. Che piaccia o meno, se tale pratica è possibile per le coppie eterosessuali perché mai tanto scalpore per una coppia omosessuale? Vendola è solo la dimostrazione dell'italiana omofobia; la donna è merce quando non esiste la sua consensualità, quando sia accertato lo sfruttamento di una situazione economica grave, quando sia usata per turismo sessuale (gli italiani dovrebbero saperne, come se non più di altri), quando nei femminicidi i cosiddetti uomini se la cavano con una pena risibile... ometto altre situazioni... che sono tante.
Patrizia Garofalo   
 
   20-02-2016
Ah, questo me l'ero proprio perso...
È di una dolcezza struggente!
Anche a Beatrice Lorenzin e a Marco Travgalio, che l'altra sera discettavano a 'Otto e mezzo', potrebbe suggerire qualche proficua meditazione. Chissà!?

Francesca P.   
 
   01-02-2016
Ho letto adesso la prima lettura della Messa di oggi, che dà un'idea della misericordia che sta in alto e che va oltre il groppo ironico della prima battuta mia.

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Lunedì della IV settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Secondo libro di Samuele 15,13-14.30.16,5-13a.
Arrivò un informatore da Davide e disse: "Il cuore degli Israeliti si è volto verso Assalonne".
Allora Davide disse a tutti i suoi ministri che erano con lui a Gerusalemme: "Alzatevi, fuggiamo; altrimenti nessuno di noi scamperà dalle mani di Assalonne. Partite in fretta perché non si affretti lui a raggiungerci e faccia cadere su di noi la sventura e colpisca la città a fil di spada".
Davide saliva l'erta degli Ulivi; saliva piangendo e camminava con il capo coperto e a piedi scalzi; tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva.
Quando poi il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della stessa famiglia della casa di Saul, chiamato Simeì, figlio di Ghera. Egli usciva imprecando
e gettava sassi contro Davide e contro tutti i ministri del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla destra e alla sinistra del re.
Simeì, maledicendo Davide, diceva: "Vattene, vattene, sanguinario, scellerato!
Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo tutto il sangue della casa di Saul, al posto del quale regni; il Signore ha messo il regno nelle mani di Assalonne tuo figlio ed eccoti nella sventura che hai meritato, perché sei un sanguinario".
Allora Abisài figlio di Zeruià disse al re: "Perché questo cane morto dovrà maledire il re mio signore? Lascia che io vada e gli tagli la testa!".
Ma il re rispose: "Che ho io in comune con voi, figli di Zeruià? Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: Maledici Davide! E chi potrà dire: Perché fai così?".
Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi ministri: "Ecco, il figlio uscito dalle mie viscere cerca di togliermi la vita: Quanto più ora questo Beniaminita! Lasciate che maledica, poiché glielo ha ordinato il Signore.
Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi".
Davide e la sua gente continuarono il cammino e Simeì camminava sul fianco del monte, parallelamente a Davide, e, cammin facendo, imprecava contro di lui, gli tirava sassi e gli lanciava polvere.
Carlo Forin   
 
   01-02-2016
Myriam-Maria, prendi la preghiera di Enea sul serio. Lui, forse, è ancora confuso da colei cui si rivolse con una domanda (An Phoebi soror?) rimasta senza risposta. Lei è figlia dell'inferno, infatti! L'ateo non è abituato a pregare. Tu, prendilo sul serio, per favore. Ignora l'ironia inconsapevole!
Carlo Forin   
 
   31-01-2016
Condivido pienamente il testo di Enea Sansi ma se fosse diversamente non potrei non coglierne il linguaggio, misurato e composto, sintetico , essenziale e connotativo .
Una forma sostanziale alla profondità del contenuto che mai scende a compromesso con la volgarità delle espressioni che rimbombano in ogni dove , di qualsiasi tema si tratti. L’aggressività in realtà è solo paura di leggersi dentro e di rapportarsi con la società.

patrizia garofalo   
 
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