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C’è bisogno di un nuovo Illuminismo | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 1 a 2 | 17-10-2006 | La frase introduttiva «Dunque neppure il Papa ha più libertà di espressione», così isolata e streminsita rispetto allo stragante resto, detta da chi sembra esaltarsi nel far rivivere un passato foriero di conquiste sociali all’insegna di libertà continuamente oppresse da un potere assoluto, non senza l’appoggio della Chiesa cattolica, fa pensare a due cose: una meravigliosa lealtà ed alto senso di onore in seno ad un moderno anticlericalismo della nuova classe intellettuale, intollerante verso stranieri che offendono la loro terra, la stessa del Papa da costoro oltraggiato, o un mistificante ricercato compromesso con le forze clericali in questo difficile attuale stallo, di un Europa incapace di fronteggiare le intimidazioni ed il ricatto dell’estremismo islamico, non senza clan politici religiosi a darvi mano.
L’ipotesi buona mi ricorda un episodio, rimasto memorabile, del nobile e crudele re Saladino che conquistò Gerusalemme strappandola dalle mani del re inglese Riccardo Cuor di Leone, dopo la battaglia di Hattin del 20 settembre 1187.
Si racconta che durante la battaglia ingaggiata a poca distanza da Giaffa contro l’esercito di Saladino (5 agosto 1192), mentre re Riccardo Cuor di Leone, benché appiedato, continuava a combattere tra i suoi fanti, fu raggiunto da uno scudiero del sultano, incaricato da questi di consegnargli un inaspettato omaggio: due splendidi destrieri da guerra per permettere al re inglese di riprendere a combattere come il suo rango esigeva. Nonostante Saladino avrebbe tratto vantaggio dalla sconfitta del rivale, non tollerava l’immagine di un re che combatteva a piedi. La storia non dice se Riccardo ringraziò del pensiero “cavalleresco” il suo avversario, ma certamente ne approfittò per continuare con lo stesso impegno la battaglia; tanto che verso il tramonto l’esercito di Saladino ripiegò, lasciando il campo all’inglese. In effetti è probabile che lo stesso Saladino fosse rimasto affascinato dal modo in cui quel formidabile guerriero di Riccardo era riuscito a rovesciare le sorti di quella che sembrava essere un’imboscata perfetta. (1).
La seconda ipotesi, quella infida mi riporta invece al trattato di Tolentino stipulata dallo stato Pontificio e Napoleone Bonaparte quale condizione di pace imposta da questi, un acceso anticlericale
La trattativa tra le parti si svolse in 3 giorni e non mancarono momenti di grande tensione tra Napoleone stesso e la delegazione Pontificia. Il trattato fu firmato il 19 febbraio 1797.
A Sant’Elena, Napoleone Bonaparte, ripensando al trattato di Tolentino, sembra che ebbe a confidarsi a tal proposito e disse così : “Fui obbligato ad inoltrarmi a Tolentino. Io sentivo ripugnanza di dover mostrare le mie baionette a dei preti ed a far guerra ad un Santo (San Nicola protettore di Tolentino); ma 75.000 soldati francesi assassinati nei suoi Stati erano un po’ troppi: risolvetti di finirla. Quelli che mi circondavano avrebbero voluto ad ogni passo rovesciar l’idolo; ma la Francia era ritornata cottolica; facea d’uopo popolarizzare la rivoluzione, prevalersi dell’ascendente dei preti”. (2)
Gaetano Barbella
Il geometra pensiero in rete
(1) - Da un articolo di Pierfrancesco De Marco, «Il Saladino: eroe o carnefice?», tratto dal periodico «Graal» di Gennaio/Febbraio 2004 - Edizione Hera.
(2) - Tratto dal periodico «Manuel. The man's Evolution» n.16 - 06/1999, ediz. Manuel New Science Association. Vicenza.-
Gaetano Barbella | 16-10-2006 | Bravo Gino Songini!
Un bellissimo affresco sulla libertà di pensiero e sulle tragedie dalla sua negazione.
Concordo anche sulla necessità di un nuovo illuminismo, che riveda le follìe della dea Ragione e neghi il lume ad un Dio senza amore.
Il Papa, nella sua lezione, ne aveva fatto uno su 'fede e ragione'.
Nello stile di Woitila avrebbe magari chiesto scusa anche a Giordano Bruno, al rogo nel 1600 per aver scritto il De magia, pieno di eretico animismo.
Credo che la difesa accanita della libertà da tutelare ad ogni costo debba essere il nocciolo di questo nuovo illuminismo.
Ogni autocritica deve partire dal diritto alla parola e alla ricerca di tutti su tutto, salvo il rispetto della vita.
Applaudo alla forza e all'equilibrio di tutti i tuoi argomenti. Carlo Forin | | 1 | |
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