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Gordiano Lupi. La morte di Huber Matos
 
Commenti presenti : 12 In questa pagina : da 1 a 10
   14-03-2018
In riferimento all articolo di Giordano lupi su huber matos, vorrei esprime la mia indignazione per le cavolate pretestuose e fasciste scritte dal sig Giordano. Come può un giornalista se così possiamo definirlo, scrivere certe menzogne contro Fidel Castro? Suggerisco al signor Giordano lupi di rileggere la storia della rivoluzione cubana, così eviterà di scrivere simili castronerie!
Daniele Lari   
 
   05-03-2014
Inutile discutere di Cuba con quelli come te, tanto a voi la parola l'ha tolta la Storia!
Patemazzo Scatenoni   
 
   05-03-2014
Terrorismo: metodo di lotta violenta adottato da una fazione politica , da gruppi o movimenti di guerriglia per abbattere un regime.
Attentato: atto che mira a danneggiare gravemente qualcuno o qualcosa.
Militare: che appartiene ad un corpo armato regolare.
Parole da te usate. Quindi secondo te caro Pat quelli del Moncada erano militari e non terroristi e non compivano un attentato. Con le parole mi sembra ci stia giocando tu. Comunque hai ragione: meglio lasciar perdere
marc   
 
   04-03-2014
Marc, se non capisci la differenza tra un attacco militare contro una caserma dell'esercito e mettere una bomba per ammazzare civili, non vale la pena continuare...
Patemazzo Scatenoni   
 
   03-03-2014
allora erano terroristi anche quelli che hanno assaltato il moncada
marc   
 
   03-03-2014
Marc, chi pianifica attentati, non sarà mai un eroe ma solo un terrorista!
Patemazzo Scatenoni   
 
   02-03-2014
Leo e Pat: quello che avete scritto,è esercizio perfettamente inutile: non dimostra niente, serve solo a convincere quelli già convinti. . Matos sarà sempre per alcuni un eroe, per altri un terrorista. Quello che conta è che alla fine della fiera, come dice Pat, Cuba sta continuando la sua marcia. Quella del gambero
marc   
 
   28-02-2014
dai, non esageriamo. forse Camilo è davvero morto nelle turbolenze di un temporale. e il Che diciamo che l' ha mollato perchè non gli serviva più, anzi gli faceva danno. certo che per come lentamente sta girando la storia come sempre verso la verità, il vecchio avrà poco da sperare riguardo all' assoluzione.
marc   
 
   28-02-2014
La notizia della morte di Huber Matos mi ha fatto ripensare a quella notte dei primi mesi del 1998, quando lo incontrai presso gli uffici dell'organizzazione Cuba Independiente y Democrática (CID), adiacenti alla sua casa, situata al 10020 SW 37 Terrace, Miami, Florida 33165.
Dopo che un controrivoluzionario di costituzione forte, soprannominato Tarzan, organizzò l'appuntamento con Huber, mediante una chiamata al suo telefono(305 551-8484), entrambi arrivammo al domiciliodel capo del CID, che ci ricevette in un piccolo ufficio. Un luogotenente di Matos, di nome Astorga, si trovava nell'ufficio.
Il mio contatto con Huber Matos era il frutto di un lavoro di penetrazione degli Órganos de la Seguridad del Estado, i quali mi incaricarono di infiltrarmi nell'attività terrorista del CID e conoscere le sue attività e piani contro la Revolución. Indietro erano rimasti gli anni nei quali mi ero relazionato con altre organizzazioni controrivoluzionarie radicate a Miami: Comandos L e l'ala terrorista della Fundación Nacional Cubano Americana.
Il quasi ottantenne terrorista in quel mentre centrò il suo sguardo su di me, scrutandomi senza distogliere lo sguardo, valutando la mia persona, cercando di individuare qualche possibile collegamento con la seguridad cubana. Quando dopo un tempo, per me interminabile, sembrò che fossi riuscito a passare la prova della sua analisi, Huber assunse una postura più aperta e mi offrì un discreto sorriso.
Dopo aver fatto una magniloquente apologia della sua persona e della sua organizzazione, passò a indicarmi, a grandi linee, quale sarebbe stato il mio ruolo per il CID a Cuba:
1) Servire da messaggero tra lui e gli altri membri dell'organizzazione che lavoravano a Cuba nella più totale clandestinità.
2)Cercare informazione su possibili membri delle Fuerzas Armadas Revolucionarias e del Ministerio de Interior con possibilità di collaborare con il CID, orientandoli nella realizzazione di attività violente all'interno delle loro unità e all'esterno delle stesse, con l'obiettivo di sabotare e creare il caos e la confusione dentro l'isola.
3)Valutare le possibilità di creare cellule del CID dentro le FAR e il MININT che permettessero l'acquisizione di armi e esplosivi per organizzare dei sabotaggi.
4)Realizzare studi di vulnerabilità in organismi e imprese, firme straniere e entità dedicate al turismo, con l'obiettivo di realizzare sabotaggi contro le stesse.
5)Creazione di cellule del CID con personale civile per provocare l'indisciplina sociale e il caos nel paese.
La sua indicazione principale per il mio lavoro cospirativo a Cuba fu sentenziata da una sua frase: “Non importa uccidere, incendiare, rubare o fare qualsiasi cosa. L'importante è farla finita con il tiranno". Me lo disse con un'espressione di odio nel suo volto, senza mostare il benchè minimo segnale di pentimento.
La verità è una sola: se l'odio viscerale che Huber Matos ha mantenuto contro Fidel e la Revolución Cubana è stato neutralizzato, lo si deve al lavoro minuzioso di decine di uomini che qui e là, nelle stesse entrañas del monstruo,come hanno fatto i nostri Cinco Héroes, hanno donato il meglio di loro stessi per difendere la Patria.

Percy Alvarado Godoy
Patemazzo Scatenoni   
 
   28-02-2014
I fatti della storia possono essere interpretati, opinati, valutati; ma, non cambiati: sono fatti.
Hubert Matos non era un semplice coltivatore, aveva istruzione e interessi agrari.
Quando succederono i fatti la Rivoluzione non era comunista. L’unica misura radicale – che non è comunista, tanto che prima nel capitalismo c’erano stati degli esempi e perfino Kennedy la proposi – era la riforma agraria. Mentre la maggioranza dei “cattivoni” della Rivoluzione consegnarono le loro terre Matos ne voleva. Matos fu uno dei critici maggiori della Riforma. Altra critica che fece Matos fu il coinvolgere nelle forse iniziali il Partito Socialista Popolare (dei lavoratori e sì di stampo comunista, ma teorico) e il Direttorio 13 marzo (generalmente di studenti). Matos voleva tutto per il 26-7 che era al quale apparteneva.
Matos che ebbe distaccata partecipazione nelle poche fortificazioni dell’epoca diventò comandante – come tanti altri, che invece sembrano non essere mai esistiti per gli amici di Matos – stava al fronte di un Regimento. Non si sa perché abbandonò le truppe per raggiungere Fidel e Camilo poco prima di entrare nell’Avana. Non si sa perché era spesso dal primo presidente della Repubblica.
Dopo la Riforma gli Usa ordinarono, con il contubernio dei batistiani e del Batista di Santo Domingo, prepararono la prima invasione militare a Cuba, per Trinità. Matos ne era la corrente. Bella cosa, vero? CI sono elementi non provati che puntano a che si voleva fare il fronte contro rivoluzionario Trinidad-Escambray-Camaguey. Al di là di ogni ipotesi e sospetto, lo certo è che pochi giorno dopo l’intento di invasione, Matos insubordinata le truppe e, calcando Batista, la Rosa Bianca, Trujillo e gli Usa grida alla invasione comunista.
Chi disarmò Matos fu Camilo.
Il giudizio di Matos fu pubblico. E dopo negare le evidenze, includendo la presunta rinuncia all’esercito, che invece fu preludio della subordinazione, crollò.
Negli Usa fondò il CID che è fra le organizzazioni ritenute dal GOVERNO USA di linea dura – quella inaugurata in seconda battuta da Reagan – seguita per molti anni dal FBI. La linea dura vuol dire organizzazione paramilitare. Il CID è stato coinvolto in atti che la legge internazionale considera terroristici.
Matos era difensore del Blocco e il diroccamento militare del governo cubano includendo forse degli Usa.

Questi sono fatti.

In ogni caso, che Matos riposi in pace.

Leonardo Mesa   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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