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Vetrina/ Rosaria Chiariello. Sentieri | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 1 a 8 | 03-09-2013 | Direi che un parto è sempre per una nuova vita, direi che partorire un nuovo sé comporta sempre il dolore di un distacco e che ciò a cui andiamo incontro è spesso più difficoltoso nel percorrerlo che il parto stesso, poiché ci è dato solo nella conquista di quel nuovo in noi il goderne la bellezza. Dirci e riconoscerci ognuno in quel dolore è possibilità di conoscenza di un io che resiste e soffre da umano essere, l'arte, la poesia, il mito ci pongono con partecipazione d'animo ,e non più con logica razionale, di fronte a noi stessi ponendoci su quel piano di noi, attraverso il quale, trovare il senso di quell'anelito che in noi preme all'andare oltre "quel noi" che patisce, perchè chiara ci sia la visione del nostro aspirare e del nostro voler essere mirella cassina | 02-09-2013 | Questa poesia non è nata per essere pubblicata ma scritta su una cartolina era destinata ad un'unica persona come omaggio alla splendida amicizia di cui mi onora da tempo. Carissimo Enrico tu sai che la mia stima e il mio affetto verso di te sono motivati da sinceri sentimenti. La tua generosità e la tua preparazione professionale nonché la tua onestà etica e intellettuale sono un esempio per tutti. Col tempo sei e io aggiungo a buon titolo divenuto il cuore e la guida di una piccola comunità di autori e intellettuali che vedono in te il loro punto di riferimento. Ringrazio dal profondo del cuore gli amici che hanno voluto ancora una volta farmi omaggio di un loro commento ed Enrico che con i suoi slanci d'entusiasmo e di generosità non smette mai di stupirmi. Scusandomi del ritardo col quale ho risposto, saluto tutti caramente. Rosaria Chiariello | 29-08-2013 | Mi ha colpito Rosaria Chiariello, mi son piaciuti molto questi versi intrisi di vita vera vissuta, o non vissuti, "il poeta è un fingitore" vede ciò che altri non vedono, sente ciò che altri non vedono, storie vere o false, ma...
Chi lo dice che questi "Sentieri" di Storia non ci appartengano?
Si sente sulla pelle quel sudore, quel dolore che così tanto "mi" piace, quell'inquietudine che fa scaturire versi empi di vita, non di morte o dolore, ma di Vita vera.
Complimenti Rosaria, e concisa ed efficace la critica dell\\\'amico Enrico Marco...notevoli lavori.
"Il poeta è un fingitore. | Finge così completamente | Che arriva a fingere che è dolore | Il dolore che davvero sente."
- Fernando António Nogueira Pessoa -
Fernanda Besagno Fernanda Besagno | 28-08-2013 | Senz'altro notevole e coma di interrogativi la poesia. Non sempre si trovano le risposte e l\'uomo vive in una continua ricerca, spesso inconsapevolmente, di ciò che vorrebbe sentirsi rispondere... a guardare troppo lontano mentre sarebbe più semplice cercare soluzioni dentro di noi.
Disamina sempre speciale e molto attenta quella di Enrico Marco Cipollini, persona di grande cultura che riesce a scavare oltre ogni parola e interpretarne i significati più reconditi. Un saluto alla bravissima poetessa e al grande amico Enrico. Italo Zingoni. italo zingoni | 27-08-2013 | Bellissima poesia, il cui significato condivido appieno cristiano s. maiorino | 27-08-2013 | Poche parole, ma così incisive, così profonde e vere da squarciare come un lampo. Secondo la mia visione, in questi concetti l\'essenza più grande, più intima e nello stesso tempo più universale che esista. Il sì....un microcosmo nel macrocosmo, un tutt\'uno. Sta a noi decidere, seppur con dolore, come vivere: se spandere a piene mani o tenere tutto per noi, gelosi ed egoisti del nostro possibile apporto alla crescita umana.
E poi Enrico, non finirò mai di ringraziarti per la felicità di aver conosciuto una persona come te, che spande appunto a piene mani e con grande generosità la sua squisita cultura e il suo sapere, arricchendo soprattutto la mia anima. Grazie.
lucrezia abbrescia | 26-08-2013 | Non leggo il commento di Enrico Marco Cipollini per non esserne influenzata, dico così, senza pelle, orba da pre_giudizi. Concordo che non esiste un sé senza dolore, anche \"uccidere\" il nostro sé che ignora è in qualche modo un omicidio per rinascere ad orizzonti inesplorati come inesplorati ma in modo diverso, innocenti e pieni di meraviglia sono quelli dei bambini, una lavagna intonsa di cui abbiamo tutta la fatica e la responsabilità. Forse da questa grande prova, ma certo non la sola (leggi media, scuola, relazioni ) deriva la foresta nera di sogni cui tuttavia, personalmente, non so rinunciare anche soffermandomi al livello ideale. In fondo oltre le idee troviamo l\'esperienza, solo l\'esperienza non mediata. Homo homini lupus. Grazie Rosaria, grazie Enrico. Federica Bonzi | 26-08-2013 | Rimango pietra d'innanzi a cotanta espressione, esterrefatto dentro ma non privo del mio pensare! La storia, il vissuto di ognuno di noi è diverso come diversa è la percezione delle cose materiale e non. Qua si va alla ricerca di qualcosa di più profondo, si va a scavare nell'anima, nell'essenza di sé e dei se. Non esiste risposta facile per un interrogativo tutto da vivere, da scoprire se vogliamo, da scrivere e ri-scrivere. Mi sovviene il mito di Er quel guerriero greco, morto eroicamente e resuscitato spiegando che l'anima è il tutto. Noi siamo vita anche oltre la morte a differenza delle forestenere che potremmo incappare nel corso degli anni, senza paura spogliarsi di tutto ciò che ci zavorra, che ci ancora a questo becero mondo.
La lirica è splendida, senza sbavature e la recensione è da pelle d'oca, profonda intensa ma soprattutto riflessiva come la poesia, la splendida(e mi ripeto)poesia di Rosaria.
Meco prosit! matteo crosera | | 1 | |
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