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Enrico Marco Cipollini. Sul Male (breve riflessione)
 
Commenti presenti : 12 In questa pagina : da 1 a 10
   29-01-2013
Continuo a leggere risposte chiarimenti su questo tema, mi informo, leggo, comprendo. Bisogna chiarire che il male può essere definito secondo due distinte chiavi di lettura: quella ETICA, che è quella alla quale ci siamo più riferiti " è il costume veramente vissuto" ed è per questo che il male può diventare bene e viceversa. La seconda chiave di lettura è quella della MORALE, nel senso del nostro comportamento nel rispetto di principi, facendo riferimento alla MORALE LAICA qualcosa è stato detto: siamo tutti d'accordo che uccidere e rubare è male. Altre affermazioni ritengo non possano essere smentite: avere devozione per potere e ricchezza, per noi stessi o il nostro successo, un corno rosso o un ferro di cavallo, io credo sia male; non essere riconoscenti a tutti quanti ci aiutano, io credo sia male.
Claudio Pelonzi   
 
   29-01-2013
Ringrazio Francesca per aver posto un commento che finalmente va al di là dei soliti luoghi comuni e appunto moralistici rispetto ad un argomento che solo può divenire conoscenza attraverso la propria e unica esperienza umana posta nell'intento di una visione universale di una questione utile solo se come tale resta profonda domanda eternamente aperta in noi...se il male esista in quanto tale e quanto è dato all'uomo il superamento, non del male concetto posto in opposizione ad un bene che altrimenti come tale non potrebbe chiarirsi alla mente, ma nelle miserabili conseguenze perpetuate dai principi che a questo pensiero dualistico e spesso manicheo ne conseguono. Così che utile a se stessi e alla risoluzione sia porsi sempre in prima persona rispetto all'assunzione del proprio vivere e del proprio scegliere uno stile di vita che in sè sia continua possibilità di trasformazione
mirella cassina   
 
   28-01-2013
IL MALE

La domanda è: il male esiste in quanto tale? Il male è un problema filosofico, morale, etico, o in quanto risultato della caduta, cioè della perdita della grazia, è solo un elemento della forza divina? Sarebbe allora corretto sostenere, volendo prendere in esame la cristianità, che il male è intrinseco a Dio?

Esplorare il tema della dicotomia tra il bene e il male ha in sé una molteplicità di correlazioni che trascende la stessa capacità dell’ uomo di inoltrarvisi senza rischiare la retorica intellettuale; non esiste niente di più stoicamente imperscrutabile nella storia dell’ umanità delle energie che impegnamo con le forze del bene e del male; ciò detto, rimando l’ argomento, oggetto d’ infinite valutazioni dottrinali, ma di per sé atto ad una molteplicità di risposte, ognuna nel suo contesto sapienziale lontana dall’ essere definitiva, ad una riflessione di ordine puramente personale, senza voler deliberatamente sfiorare i numerosi concetti accademici ad esso correlati- Mi limito al tentativo di formulare alcune ipotesi in risposta alle mie stesse domande e ciò in maniera del tutto arbitraria rispetto all’ampia ed erudita esegesi del Professor Enrico Marco Cipollini, che condivido in toto e che ringrazio per avermene offerto lo spunto- Tutto quello che accade nella vita è semplicemente il risultato di un’illuminazione, vale a dire di saggezza intellettuale (o divina per i credenti), o il frutto malvagio dell’ignoranza? Ecco qui i poli, positivo e negativo, bene e male che si contrappongono e che, per quanto discussi, permangono da secoli nella loro fissità teoretica, se pur caratterizzata da un’ infinità di dottrinali relazioni - Noi non siamo sostanzialmente altro che il frutto del nostro pensiero, ma altresì essendo troppo problematico cercare in sé la sapienza assoluta, quale risposta al superamento del male attraverso l’ esercizio del bene, poiché non vogliamo liberarci del primordiale concetto di bene e di male, finiamo allora solitamente per abbracciare un credo religioso; il risultato converge nel pensare di essere un impasto di questi due imprescindibili elementi a noi tanto saldamente connaturati, così che agiamo di conseguenza ad essi- Gli uomini hanno commesso l’ imperdonabile errore di creare il dualismo tra il bene e il male in modo da poter giudicare gli altri piuttosto che scoprire se stessi, e quel che si definisce male è solo il modo in cui si manifesta la forza della coscienza più bassa e la lotta che s’ ingaggia con se stessi e di rimando contro il mondo- L’influsso negativo della mente umana rende quindi difficile le sue stesse attività e disturba lo sviluppo armonico della natura con la quale si è aperto da sempre, e oggi irreversibilmente, un planetario conflitto- La mente dell’ uomo, è ancor più forte della natura? Se così è, le sue potenzialità negative, scaturite tutte da uno stato mentale imperfetto, causano l’ incapacità di sconfiggere il male e le sue sofferenze, e inibendo lo sviluppo di una dimensione spirituale, favoriscono invece l’attrattiva di un’esistenza meramente fisica e materialistica, causa di lotte, aberrazioni e angosce d’ogni genere- Siamo ancora lontani dall’ essere al di là del Bene e del Male, dal raggiungimento di una Coscienza e di una Morale collettiva, ed è lecito credere quanto invece la storia dell’ umanità si avvicini sempre più in modo esponenziale alla supremazia del male-
“ Sarebbe allora corretto affermare che solo nel momento in cui si avrà raggiunto un livello di coscienza che trascende la mente, oltre la ragione, sarà possibile sapere per intuizione in ogni istante cosa è giusto fare connessi ad una visione più ampia; abbandonandosi all’ Infinito e seguendo la sua voce, saremo in grado di compiere, in ogni istante, ciò che deve essere compiuto, “la morale è l’invenzione di ogni momento” diceva Sartre! “-


Francesca Giustini   
 
   21-01-2013
caro Mario,solo oggi possoleggere il tuo commento
Le osservazioni le accetto volentieri anche se talvolta posso anche nn condividerle.
Gli assoluti appartengoino alla teologia che parte da dogmi e in quanto tali nn si possono discutere
Tutto è mutabile in quanto la società è una costruzione umanissima e nulla a che fare con gli assoluti o slegati,in senso proprio, in una dimensione meta-fisica
Il discorso assenso è molto complesso.. ti invito a sviscerarlo. Di ounti fermi? l'inalienabilità dei diritti umani. Qua atei e credenti possono trovare un punto d'incontro, nn credi?
EMC
enrico marco cipollini   
 
   19-01-2013
Prendendo spunto anche da vari commenti, da profano aggiungo un piccolo e modestissimo parere personale e quindi non "assoluto". L'assolutismo dogmatico non è in contrapposizione con l' acriticità di fronte ai concetti legati alla vita e alle sue esperienze. Il Bene dognatico, che è assoluto (faccio riferimento come esempio a quello cristiano) è talmente puro che rimane pur sempre una "tensione" propria dell'uomo e quindi non realizzabile se non in modo relativo, e lo stesso valga per il Male come tensione negativa. Perfino l'interpretazione concettuale, per quanto eccelse possano essere le menti che cercano di definirlo, rimane comunque relativo ad esse. E non è forse questo uno dei motivi per cui l'uomo che riconosce la sua impotenza di fronte ai misteri della vita si affida a Dio definendo Lui e solo Lui onnipresente, onnisciente ed onnipotente? E non è quindi questa definizione per l'uomo credente l'unica cosa veramente "assoluta"? Non uccidere in senso assoluto può valere solo per Dio, l'uomo ci può andare molto vicino, per esempio attraverso il martirio, ma nella norma se io o un mio simile veniamo assaliti ed io nella difesa uccido non intenzionalmente, io compio sì il Male, ma ne sono anche umanamente e moralmente giustificato. Il male o il Diavolo, nella teologia cristiana è una creatura di Dio che a Lui si ribella, che a Lui si vuole sostituire andando contro la sua stassa natura e cercando di fare credere agli uomini che questo è possibile quindi l'uomo di per sè non sarà mai il Male, ma potrà solo "compierlo". In ambito sociale e per le società democratiche il concetto di democrazia è di per sè è l'unico valore assoluto, tutto quello che un paese democratico definisce attraverso le sue leggi invece è relativo, per assurdo persino l'uccisione e il furto. Se la maggioranza dei cittadini stabilisse che è lecito uccidere per prevaricazione allora anche l'omicidio sarebbe ammensso, anche se questo avrebbe come conseguenza la fine della democrazia.
Mario Meschiari   
 
   18-01-2013
il male e bene sono pura nebbia, lenti da cui osserviamo l\\\'evolvere...
Non possiamo avere nessuna incertezza su questo
poiché il Tuo peggior male potrebbe essere il Mio miglior bene..
redent   
 
   18-01-2013
Il male del mondo siamo noi,della natura noi siamo il cattivo esempio,il mare e la poesia che esso trasmette,non lava via alcun peccato,nessuna acqua santa a liberarci,il mare ci guarda e rimane senza parole.Lui,lascia parlare il vento,lo fa gridare forte, se necessario ci fa scuotere la terra con le sue onde dirompendo le nostre coste,sperando di destarci dal torpore della nostra megalomania.

M.Crosera

Dunque se esiste il male esiste anche la controparte,la controparte dell'uomo è la sua anima.Vivere o non ,è dato al caso ,alla fortuna , ma non addentriamoci in tali discorsi noi siamo ciò che siamo in relazione a ciò che la società attuale ci impone di essere,crediamo ognuno a modo nostro ed ognuno è il male ed il bene di se stesso.

M. Crosera


Matteo Crosera    
 
   17-01-2013
Con acume Federica sei riuscita a comprendere appieno ciò che ho detto.Nn posso se nn condividere la tua nota.
Penso che il proporre,come dall'articolo che tu citi,la ns società come paradigma da seguire, sia imporre una modalità di vita e una morale che denaturerebbe le altre culture e civiltà, forse si addita la ns per fattori economici
Nn posso che ringraziarti per aver portato con serietà acqua ad un dibattito che nn è banale affatto
emc
enrico marco cipollini   
 
   16-01-2013
Il Male è un argomento affascinante e complesso come si evince dalla ricchezza di spunti che la tua riflessione offre. Io tendo al relativismo per quanto riguarda l\'etica, che si modifica in ogni società, fatti salvi i principi fondamentali della civile convivenza: non rubare e non uccidere. Un banale esempio può essere la fecondazione assistita che da noi ha limiti restrittivi mentre in Paesi a noi vicini ha maglie più larghe oppure il diritto a scegliere se farsi curare oppure no. E invece anche uccidere ricade nel relativismo laddove pensiamo agli Stati che consentono la pena di morte e dunque l\'omicidio, la legge del taglione da male diventa bene. La pedofilia, i bambini soldato,lo sfruttamento-schiavitù nel lavoro delle miniere per i diamanti, le guerre, la violenza contro le donne,possono essere considerati male? Un coro di sì, ma provate a chiedere a chi dei bimbi abusa non solo sessualmente, ma anche armandoli o massacrandoli a cercar diamanti e per il loro profitto diranno che è bene.Dunque che cosa definire male in modo oggettivo che valga erga omnes? Per chi crede si identifica immediatamente nella divinità comunque essa si chiami. Ma \"credere\" implica la rinucia ad interrogarsi, bisogna sottrarsi alla ratio per accettare il dogma. Per chi ha un rapporto dialettico con il divino è più complicato, per me è più complicato. Non riesco a pensare di poter rinunciare al mio pensiero con un accettazione acritica. Ecco dunque la mia adesione, cosa non nuova peraltro, ad un relativismo se non assoluto,dogmatico almeno relativo. E\' stato bene o male \"esportare\" la democrazia che per noi è scontata per quanto imperfetta? Quanto è costata? E la democrazia è arrivata? No. Ecco perché, racchiudendomi nel sociale, penso che ogni società debba arrivare a quello che è meglio con quelli che sono i suoi parametri culturali. E\' anche un atto di presunzione pensare che il nostro modo di pensare sia il meglio.E\' meglio per noi, ma per gli altri,per chi quel contesto vive? Lo scrisse,parecchi anni fa, in un articolo che io condivisi interamente, Massimo Fini.Le società, i popoli,a mio avviso devono evolversi da sè, senza ingerenze. A proposito del male, del malessere individuale la mia posixione è la stessa. Nessuno può vivere il male di un altro, che all\'altro potrebbe non sembrare tale. Grazie Enrico per far riflettere su temi universali, filosofici e come tali sempre aperti a risposte non univoche. Parafrasando, \"è il pensiero, bellezza \".
Federica Bonzi   
 
   16-01-2013
Egregio sig.Lester,
la mia notazione non vuol esser un dogma né altro . Semplicemente una riflessione . Rispettando il principiodi tolleranza che nel mondo antico sparisce alla morte del grandeimperatore Giuliano e sarà riconquistata con lotte e sacrifici solo all\'incirca nella Rinascenza, e su può anchedatare in modo formale , nell\'anno 1690 con J.Locke, Two treatise....,che fu bruciato,ci resta l\'opera incompleta( si bruciano i libri prima degli uomini ma bruciarli è segno allarmante)ho espresso una mia opinione semplicemente senza basarmi su apriori che sono questioni di fede( come espresse Galilei,Pascal-giansenista e nn ateo etc) che Kant evidenziò nell sua Dialettica Trascendentale. questioni di fede che sono personali e ascientifiche. Può contestare tutto pertanto ,amici come prima, la mia opinione è valida come la sua. Ognuno è un mondo a sé e dobbiamo averne il mnax rispetto, De hoc satis e la ringrazio sentitamente per la sua notazione che nn condivido affatto per ciò detto
EMc
enrico marco cipollini   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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