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“Violazione sistematica dei diritti umani”
Yoani Sánchez denuncia il governo cubano | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 1 a 10 | 02-10-2012 | La discussione qui è completamente uscita dal 'seminato' nell'articolo di G. Lupi. Anziché dell'importante iniziativa assunta da Y. Sánchez – e non a caso il pezzo è stato ripreso e rilanciato ieri anche da 'Notizie Radicali' (cfr. link in calce) – si 'rivangano' vecchie polemiche già sviluppate altrove oppure, e ancora in funzione strumentale di dette polemiche, per trattare di un episodio di presunta maggiore “attualità” (soltanto perché dello stesso si sono occupati i 'media' più blasonati), di cui però Tf -giusto o sbagliato che sia- nulla ha pubblicato.
Chiediamo venia per non essere subito intervenuti, ma vediamo insieme di riportare il confronto nei binari delle 'piccole regole' che ci siamo dati.
Grazie a tutti per la comprensione (anche per i commenti finali di M. Campo e Marc che, per l'anzidetta ragione, non vengono messi in pubblicazione).
http://notizie.radicali.it/articolo/2012-10-01/intervento/cuba-yoani-sanchez-denuncia-il-governo-cubano-violazione-sistematica- la Direzione Tf | 01-10-2012 | leonardo vedere il male altrui non significa non cogliere questo spiacevole fatto avvenuto a Cuba.
ciao
patrizia patrizia garofalo | 01-10-2012 | Il modo nel quale la vicenda dei giornalisti italiani è stata trattata mostra prepotenza e doppio modo nel confronto con i paesi.
In più, le notizie sono andate cambiando. Prima incarcerati, dopo detenuti, ritenuti. Prima per un giorno, dopo 12 ore, 10 ore. Prima processati per direttissima, dopo in attesa, non processati. Prima Cuba violata loro diritti, dopo risultò che erano loro a violare le condizioni di loro visti.
Manipolato è stato pure il tempo dell’interrogatorio confondendolo (?) con lo stato di fermo e dopo con il posto offerto fino all’espulsione. Così sembrava che l’interrogatorio era durato tutto il tempo, ore ed ore. L’uso dell’“interrogatorio” è stato il più subdolo perché – anche se non detto, grazie alla propaganda contro il governo cubano – ha contribuito a che molti gli immaginassero in una stanza umida e oscura con il fascio di luce puntato; senza garanzie e in preda di bestiali poliziotti.
Tutti paesi del Mondo hanno regole per l’esercizio dell’attività giornalistica. Nessun paese può violare le regole imposte altrove. Può, sì, negli organismi corrispondenti, criticarle, condannarle, aiutare e pressione per modificarle se violentano i diritti. Nient’altro. Il resto è violazione della sovranità.
A Cuba, come in tanti paesi del Mondo, perché uno straniero possa svolgere attività giornalistica, soprattutto se per importanti testate, deve essere ACCREDITATO dal governo. Lo stesso in Italia.
Queste limitazioni alla stampa in tutto il mondo è la principale ragione per la quale la maggioranza delle informazioni che circolano provengono da una ventina da agenzie che si possono permettere l’accreditamento di loro inviati all’estero. L’accreditamento e la permanenza costano. Infatti, la maggioranza di esse agenzie “avvantaggiate” – alla faccia dell’uguaglianza di opportunità per la diffusione trattamento delle notizie – sono degli Usa ed Europa!
Non è Cuba chi “gode” della discriminazione di fatto di queste regole internazionali di accreditamento.
Se il TG4 o altri volevano occuparsi della vicenda a Cuba potevano richiedere l’accreditamento. Ci sono agenzie italiane che l’hanno, e che hanno più “diritto” di occuparsene. Il TG4, visto da un altro angolo faceva concorrenza sleale alle agenzie italiane accreditate.
Su questa vicenda, il governo italiano, con ragioni, può richiedere al governo cubano collaborazione e perfino l’estradizione, visto che il presunto coinvolgimento è su un caso commesso qua. Ma la stampa, DAL PRIMO GIORNO, precedendo ogni richiesta (almeno pubblica) del governo italiano, affermava che con Cuba non era possibile o quasi impossibile.
La casa di Pandora si è aperta. Certi giornalisti si sono precipitati, si è parlato di estradizione a Italia (paese del fatto), sono andati a Cuba per indagare sul presunto coinvolgimento (anche se così affermato dalla sorella). Alcuni hanno paralo di pressione al governo cubano. Allora, chiedo, quanti giornalisti si sono precipitati negli Usa per indagare sull’attentato terroristico che ammassò a Fabio Di Celmo, anche lui italiano? Quanti sono andati negli Usa per indagare e intervistare a Posada Carriles, confesso assassino intellettuale? Quanti hanno parlato di stradarlo verso Cuba, paese dove fu commesso il fatto? Quanti hanno parlato di pensionare gli Usa?
Leonardo Mesa | 01-10-2012 | Non mi sottraggo mai. Prove ci sono. Quando non rispondo a delle precise domande può essere per altri motivi: non avere visto la domanda, non avere il tempo di risponderla in (quel che penso sia la) completezza, non essere interessato a rispondere a chi (ritengo) non si comporta in equale modo, essere sicuro che i fatti seguenti saranno la migliore risposta, mi sembrano domanda non degne di (mia) risposta, non ritenere la domanda indirizzata a me.
Su questa ultima mi vorrei soffermare. Massimo ha fatto tutto un articoletto sul castrista digitale. È evidente che si riferiva a me, tanto evidente che Marc così l’ha interpretato.
Se Massimo avessi messo il mio nome in quell’articoletto lo avrei subito acquarellato, giacché contiene delle accuse che sono violatrice della legalità italiana e bugie come che uso fonti segrete.
Massimo che ha suggerito procedimenti penali contro la Cherubini, sembra che esse tipo di procedere gli piace; perciò – nel suo caso – sono pronto a farlo contento. Massimo è ancora in tempo di dichiarare pubblicamente che io, Leonardo Antonio Mesa Suero, sono il motivo di quell’articoletto; così risponderò volentieri alle domande fatte al «castrista digitale».
Leonardo Mesa | 30-09-2012 | è vero, Massimo. Comunque il castrista digitale l' hai già inchiodato tu anticipando quello che avrebbe inevitabilmente risposto. O forse al castrista digitale è rimasto un afflato di autonomia mentale per inventarsi qualcosa di diverso ? Magari un pezzettino di onestà intellettuale? Mah?! Svicolone Mesa non sempre risponde marc | 30-09-2012 | Questione interessante.
Immaginate un nazista che arrestando un ebreo dicesse: "noi li arrestiamo gli ebrei, lo sanno tutti. Non lamentatevi, quindi. Ignoranti!"
naturalmente solo nei paesi incivili se un giornalista entra con una telecamera e l'accende parlando con una persona... Viene arrestato.
Massimo Campaniello | 30-09-2012 | non per questo avvengono interrogatori di 10 ore e si sequestra il materiale raccolto non crede ? patrizia garofalo | 30-09-2012 | con il visto turistico non si può svolgere attività giornalistica in molti paesi del mondo,(ivi compresi gli stati uniti),la prassi della polizia cubana è del tutto normale e giustificabile.
informatevi prima di parlare.ignoranti!! h.leon | 30-09-2012 | Marc, immagino la tua sia una domanda retorica.
Ma è molto rischiosa.
I castristi digitali... si esaltano quando possono declinare la propria sapienza ministeriale su leggi, leggine e diritto castrista.
L'arresto dei 4 giornalisti italiani rende ancora più evidente, se ce ne fosse stato bisogno, del controllo del territorio che il castrismo esegue. Controllo del territorio, dei movimenti, delle opinioni... dei sogni... di un intero (sfortunato) popolo.
rullo di tamburi......
il visto!!!!
non avevano il visto giusto!!!!!
Sai, quando un paese è una prigione.... è più pericoloso avere dei giornalisti stranieri che girano per la città che un esercito invasore.
Però è strano. Ma allora se hanno tutto questo da nascondere... allora i giornalisti indipendenti non sono proprio tutti pazzi/pagati/drogati???
Massimo Campo | 29-09-2012 | una domanda al castrista digitale che ha scelto di vivere in Italia Leonardo Mesa:tu che sei limpido e pulito, mi spieghi quale sporca forzatura( è tuo linguaggio)ha consentito alla polizia cubana di interrogare per 12 ore 4 giornalisti italiani e sequestrare il loro materiale cancellandone le testimonianze fotografiche ? E' sufficiente dire che avevano solo un visto turistico per giustificare questo atteggiamento? Credi che se avessero chiesto un visto ad hoc per andare ad intervistare il cubano che ha torturato ed ammazzato ( confessione della sorella) due vecchietti per derubarli, il visto sarebbe stato loro concesso? Le "sporche forzature" caro Mesa, anche pensando al tapino Carromero, sono roba di casa tua: del regime che tu sostieni e che si permette qualsiasi prepotenza in un paese strozzato da mezzo secolo di dittatura castrista marc | | 1 | 2 | |
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