|
Enrico Marco Cipollini. Su “Padre padrone” di Gavino Ledda | | Commenti presenti :
7 |
In questa pagina : da 1 a 7 | 29-09-2012 | Ringrazio nn come pura consuetudine coloro che hanno lasciato una loro testimonianza ma di cuore,perché han visto co le loro ottiche ed orientamenti personali l\'articolo e hanno saputo scandagliarlo a fondo,dandomi la possibilità di un ammiglioramento fattivo ma anche di ribadire che il libro buono resta tale ed è una miniera di idee nuove, originali, aprendoti sentieri inaspettati-
Vi stimo tutti quindi sarebbe disdicevole elencarvi e chi ha centrato meglio il mio discorso proprio per quanto sopra detto! (Discorso rivolto anche a quelli che nn han commentato in tale Blog! ma in altra sede)
Il miglior manuale per l\'intelligenza è dialogare con persone aperte e intelligenti, mutuando da Goethe
Enrico Marco Cipollini enrico marco cipollini | 26-09-2012 | Caro Enrico,
cosa realmente significa ignorante? L'essere umano esce dalla propria ignoranza emancipandosi solo attraverso lo studio?
Io sono convinto che esistono più ignoranti fra i banchi di scuola che fra la gente che ha scelto magari una vita non letterata.E' una convinzione che prende sempre più corpo col passare degli anni,i miei (anni d'ignoranza s'intende).Una convizione la mia avvalorata dalla poca convinzione con cui i giovani scelgono il proprio indirizzo di studio ( vedi certi medici,avvocati,notai etc)scelte legate più al Dio denaro che alla soddisfazione personale e professionale.Lo studio dunque come introduzione al mondo del lavoro(ore ed ore sui libri,giornate, settimane,anni interi)ma anche(come in questo caso)per rivendicare un diritto all'emancipazione ,liberandosi dalla schiavitù dell'ignoranza?E perchè? Perchè solo se studi sei libero? Io non credo. Credo che i banchi di scuola automatizzino un sistema viziato che non ha nulla a che vedere con la filosofia di pensiero che altro non è che la filosofia di vita stessa.ps solo per problemi di forma e ortografia ritornerei sui libri,per riuscire magari a farti capire meglio ciò che intendo.
Non ho mai sentito parlare di Gavino Ledda,adesso si e debbo ringraziarti ancora una volta Enrico,per il tuo modo di vedere e farmi sentire le cose(le mie anche se diverse dalle tue in questo caso)
Con stima ed affetto
Matteo Crosera
matteo crosera | 25-09-2012 | non ho letto il romanzo... mea culpa, ma son d accordo con la tua analisi Enrico sul problema di un Italia che era divisa in classi sociali ben nette , il latifondista da una parte il contadino dall altra è lì vero che nasce la mafia con il brigantinaggio il pagare dazio,purtroppo ogni epoca ha il suo lato positivo e negativo per evolvere bisogna rendersi conto di quanto siamo piccoli e stolti l ansia del sapere e la tensione verso una condizione umana migliore permette al giovane scrittore di espratriare e poi finire i propri studi,oggi questa condizione di indigenza la possiamo vedere nei padri separati che stanno lottando per la loro dignita\' di ruolo paterno, una consapevolezza acquisita da pochi anni, per questo mai accettata dalla giustizia dando alla madre totale affidamento del minore , questo perdire che ogni epoca ha le sue lotte sociali culturali e anche economiche. il motore purtroppo che fa ribellare l individuo che aspira a una condizione migliore, il giovane scrittore dice che il suo dialetto non lo conosce nessuno è muto, purtroppo anche questo lo possiamo vedere oggi la solitudine di chi si stacca dalla massa e vuole pensare con la sua testa, Enrico come sempre una meraviglia di scritto, mi hai fatto venire la voglia di leggerlo grazie spirito ribelle | 25-09-2012 | La storia di Gavino rappresenta appunto la lotta tra la cultura e l'ignoranza. Lo scrittore che, partendo da una base di schiavismo, attraverso lo studio e quindi la conoscenza dei propri diritti di essere umano, è riuscito ad emanciparsi,a rifiutare quel tipo di società arcaica, ottusa e barbarica e ad affrancarsi da quel pensiero di dominio e di possesso da parte di chi in quel caso, solo per averlo generato, ha preteso il controllo totale sulla persona. L'importanza quindi dello studio e del saper interpretare la vera Storia in modo critico ci porta a rivalutare e a ripensare a ciò che fu e a ciò che si ripete nel tempo...nn si puo' pretendere l'unione di culture, di regioni e stati solo sulla base di interessi economici, come sta succedendo appunto ora in Europa.
Grazie a Enrico x i suoi ricchi spunti di riflessione.
lucrezia abbrescia | 22-09-2012 | Non ricordo moltissimo di quel libro di tanti anni fa e che fu un caso letterario per i contenuti che mi paiono, come sempre quando un libro ne ha, ancora attuali. La cultura come mezzo di emancipazione, come uscita dalle tenebre non solo della conoscenza ma anche dell\'interiorità, la cultura come evoluzione di un\'intera società,possiamo purtroppo sentirli coma abiti che tuttora ci avvolgono.Il mutismo che impediva a Ledda di comunicare si può facilmente estendere a tutti coloro che in questi ultimi vent\'anni hanno sposato acriticamente idee e comportamenti lontani anni luce dall\' etica se non quella del profitto individuale,lontani dal rispetto delle istituzioni,dalla condivisione empatica,dall\'onestà materiale e intellettuale, diventando un gregge di pecore contente di pascolare invece che di pensare, che pensare stanca.La cultura dunque deve tornare ad essere protagonista per uscire da questa impasse, da questa decadenza che sempre caratterizza la fine di un\'epoca. Grazie come sempre a Enrico Marco Cipollini che ci induce a riflettere e pensare che pensare non stanca. Federica Bonzi | 22-09-2012 | I romanzi sulla Storia e su storie vere,vissute,mi hanno sempre catturato,preso,e questo romanzo,da te opinionato,sempre nel tuo modo conciso,preciso,informato,sinceramente lo leggerei e lo farei leggere , o lo regalerei , o dicendo ai miei amici di acquistarlo.
Acquistarlo non solo per leggerlo,ma per poter acquistare quella parte importante di Storia di un' Italia che si crede e che vogliono (come sempre) far dimenticare ,non calcolare che esista,perchè scomoda.
La cultura fa l'Uomo,non c'è dubbio e qui la grande rivincita di un uomo che con la sua ostinazione e forza diviene Uomo.
Grazie Enry ,
con stima profonda
Fernanda Besagno. Fernanda Besagno | 22-09-2012 | come sempre interessanti, bravo Marco che ci arricchisci con i tuoi saggi Antonio Randazzo | | 1 | |
| Lascia un commento |
|
|