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In libreria/ Enrico Marco Cipollini. “Mi manchi” di Antonia Izzi Rufo | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 1 a 8 | 19-07-2011 | Il dolore non è laico né religioso: è dolore e basta! La Fede è soggettiva e merita rispetto come qualsiasi credo o ideale laico. Alla base di tutto il genere umano dovrebbe esserci il rispetto per l'uomo, e non si dovrebbe fare di tant'erba un fascio. L'unicità del pensiero rende l'uomo (ogni uomo) un essere speciale e giudicare gli altri è lontano mille galassie dal mio mondo. Maria Pia Monicelli | 18-07-2011 | Non ho letto il libro, dalla tua recensione appassionata, vien voglia di leggerlo. Quel che mi arriva è un messaggio positivo o almeno di speranza rispetto alla vita, ci vedo del bello. Mi piace la conclusione, dove scrivi sulla visione ris...petto alla vita di chi è credente e di chi invece non lo è. Potrei citare i vari passi che mi hanno colpito ma mi soffermo su quelle mani legate strette, in simbiosi come per un amplesso (bellissimo questo passo) mentre affrontano quel viaggio d'assieme. Se riuscissimo ad affrontare la vita con quella voglia d'insieme, tutto risulterebbe più semplice, anche senza credere in divinità particolari...E' vero, chi muore trascina con se quel mare di progetti ma si porta dietro anche tanto di noi e mi fermo. Una laica convinta. Grazie.:-) dany larosa | 15-07-2011 | nessuno ha un'auctoritas tale o principi assoluti da imporre all'altro:giusto.Ma questo è un pensare laico che presuppone libertà di idee e confronto.Il pensiero"religioso" si basa su una presunta sacralità e pertanto si autoproclama superiore.Ci può esser confronto,dialogo , partendo da questi presupposti???
buona giornata
emc
enrico marco cipollini | 15-07-2011 | ti rispondo a una delle domande che mi fai e che un pò le comprende tutte. Nessuno ha un'auctoritas da imporre all'altro. Tutti siamo liberi di pensare ed esporre le nostre opinioni e se non avviene un incontro, di chiunque sia la responsabilità , si prosegue il nostro viaggio senza insulti, odi, astio, e risentimenti.
si prosegue e basta in un paese che non dovrebbe essere, almeno non lo vorrei, tutto cattolico o tutto laico, ma assolutamente interculturale, variato, colorato, libero e combattente , fatto da persone che pur pensandola diversamente almeno difendessero il loro " predicare" e non lo tradissero ad ogni piè sospinto.
patrizia patrizia garofalo | 15-07-2011 | Cara Patrizia,puntuale e precisa come sempre e ciò ti fa marito.Diciamo che non commento neppure la legge varata ultimamente che è in dispregio della dignità umana....ma con chi si ritiene detentore di verità è possibile discutere,dialogare....da dove tale auctoritas da imporre all'altro???Sulla seconda tua considerazione è difficile dire:di certo non avendo certezze sull'aldilà ti spinge sempre al dubbio ovvero ciò che smuiove la ricerca onde a riguardarti sempre nel tuo intus,a rimetterti in gioco...ed è sempre un nuova esperienza non facile ma che ti pungola ad aprirti a orizzonti nuovi,inesplorati,a non dar tutto per contato,a non esser dogmmatici insomma.Però c'è anche chi perde il senso da dare alla vita(per me non ne ha,siamo noi a darglielo)e a perdersi aggaggiandosi a tanti venditori di certezze...comunque il tuo ragionamento,per ciò che mi riguarda e per le esperienze di altri che conosco,è vero,almeno è un vivere virile senza nascondersi dietro un dito.
è un piacere dialogare con te ma quando,ti chiedo,l'italia diverrà un paese normale,laico????
Non credo che i cattolici non s'accorgano di tanta iniquità in contrasto anche con i vangeli accettati e allora perché accettano tutto o sembano accettare????Ciao,a presto
emc enrico marco cipollini | 14-07-2011 | Sì, anche l'uomo che soffre , soprattutto lui, ma sono molto scossa da quello che è venuto fuori dalla legge sul testamento biologico.Riguardo alla spiritualità Marco certo che i laici la sentono fortissima ma per loro non c'è il conforto dell'aldilà. Mi chiedo se questo senso di finitezza e la tensione alla continua ricerca di sè non abbia però il vantaggio di una vita agìta pienamente.
ciao
patrizia patrizia garofalo | 14-07-2011 | grazie Patrizia,hai compreso e concordo con te...l'autrice che ha scritto tale struggente libro è laica da sempre.Anche i laici hanno la loro spiritualità,accentuata penso, perché non credono nel garantismo provvidenziale.Personalmente io credo che sopravviverò solo nel ricordo di chi mi ha voluto bene...senza farmi illusioni.Come io non impongo il mio modo di pensare,vorrei laicamente che altri non volessero imporlo come de facto lo stanno facendo.E vedi ore di catechismo in scuole di stato(se fossi cattolico mi vergognerein di tale sopruso su fedi diverse e verso in non-credenti) e ora l'ultima contro la dignità dell'uomo.Anche l'uomo che soffre ha diritto ha una morte dignitosa.CI sono leggi non scritte che già un pagano come Sofocle faceva dire nella sua Antigone.Ci sono tanti che confondono,e ogni minuti si riempiono di parole come "dignità della persona" che scambiano dio con mammona.A buon intenditor poche parole
Ciao
emc enrico marco cipollini | 07-07-2011 | Recensione che conforta il dolore e le cui parole definiscono sentimenti sppesso " dismessi": affetto e stima e amicizia grandi.
Il dolore di un laico non può che trovare la forza, quando può, nella memoria, spesso "pungolo" con cui convivere.
patrizia patrizia garofalo | | 1 | |
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