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Ivana Cenci. Albert Camus, Né vittime Né carnefici - 3.
IL SOCIALISMO MISTIFICATO (Ni victimes Ni bourreaux, 1946) | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 1 a 6 | 13-02-2011 | Ringrazio il Sig. Gian Carlo Zanon, per l’approfondimento offerto dall’articolo incluso nel suo blog e curiosamente intitolato "l’assurda joie de vivre".
La redazione mi ha fatto pervenire la sua notizia e, come può vedere, l'ho raccolta e continuerò a farlo.
Che Camus abbia avuto sempre l’impressione di vivere in una dimensione al di sopra dell’ordinaria quotidianità in cui era immerso è quanto mai plausibile, poi che tutto in lui, e per lui, fin dalla nascita è stato fuori dell’ordinario, e in tal senso e modo ha condotto tutta la sua esistenza, percorrendo strade ed esperienze incredibili, in maniera unica e irripetibile, ascoltando quella voce interiore che, di fronte ai compromessi e alle miserie morali gli ha sempre fatto sentire, irrinunciabile, l’urgenza di denunciare e dire NO. Rimanendo solo di fronte alla verità, con la forza travolgente della passione che lo animava e la chiarezza e il senso di responsabilità con cui ha affrontato le questioni esistenziali, articolandole come pochissimi intellettuali, suoi contemporanei e non, hanno saputo fare. Quest’uomo, che ha iniziato un’esistenza visibilmente tanto miserabile, non solo ha saputo salvare qualcosa di sé molto profondo e prezioso, ma ha anche ha saputo parlare per coloro che non possono farlo, formulare pensieri, assumere posizioni e proporre soluzioni così eloquenti e intrise di umanità e consapevolezza, che nella società attuale, avvezza all’indifferenza e all’appiattimento morale, possono apparire perfino inverosimili. Credo che chi ha gli strumenti per farlo, sia bene raccolga l'urgenza di parlare e prendere posizione. Ivana Cenci | 02-02-2011 | Al generoso Merlino
un ringraziamento più sentito che mai, data la competente e versatile attenzione profuse nella sua lettura che, inoltrandosi nei meandri più squisitamente pertinenti e sottili del testo, ci guida a cogliere il nucleo fondante dell’impresa non facile a cui si volge l’autore. Mettendo in evidenza la peculiare acutezza, complessità e radicale onestà della ricerca e del lavoro di Camus, e indicandone nel contempo lo straordinario risultato, ce ne fa vedere l’ampiezza e polivalenza di ambiti, l’irrinunciabile capacità di discernimento, la preveggente lungimiranza e la sorprendente attualità, ampliando e arricchendo lo sguardo di chi, come me, essendone preso, pur percependone la grandezza e vastità e di portata, rischierebbe di perderne alcune sfumature.
Vi vedrei bene a dialogare insieme… forse, sia Lei che Camus, vi sentireste un po’ meno soli.
Un Grazie rinnovato a Lei e, di rimando, all’ispiratore primo.
Ivana Cenci | 02-02-2011 | Un grazie sincero a Stefano, per la sua sottolineatura inerente alla concretezza e alla mirata qualità dell’impegno di Camus, evidenziandone la valenza per gli uomini di ogni cultura e di ogni tempo.
Ivana Cenci | 31-01-2011 | La gentile Ivana che non cessiamo di ringraziare,ci fa conoscere con questa pagina (del 25 /1) il Camus politico,che fa tabula rasa di eventuale pre-giudizo, di un suo accentuato astrattismo. Infatti la pagina de quo,ci parla di come egli fosse immerso non solo nella realtà socio- politica da farlo addirittura dissertare su di questioni partitiche ma partecipasse con passione e con lungimirante discernimento al più ampio dibattito sugli sviluppi dell’idea e della prassi “socialista. E’ stato dirompente,sconvolgente, il suo chiaro discernimento della situazione socio-politica del tempo,da fargli profetizzare per primo, l’avvicinarsi ineluttabile del crollo delle ideologie - ( che scelta di valorizzare questi scritti quasi ignorati!) -ed il possibile riemergere in un futuro prossimo ,di condizioni tali da riportare l’umanità alla violenza “legittimata. “ Il suo forte sentire,lo spinse quindi alla ricerca di tutti i modi possibili per evitare che ciò potesse avvenire. IL percorso politico cui la pagina di oggi,tralascia gli aspetti “filosofici” “ultimi”o meglio “ultimativi”per calarsi nella realtà del divenire,che sideralmente lontana dal presupposto utopico - ideologico fa apparire quest’ultimo quasi assurdo. Egli sembra guardare con simpatia talune considerazioni anziché altre, anche in questo il tempo gli ha dato ragione. Sarebbe oggi interessante valutare,anche in termini politici, se lo sviluppo attuale di quelle premesse e di quelle simpatie si svolga ancora con modalità evolutiva o regressiva. Nel nostro paese, e non solo, gli eredi, sono il solo sostegno di natura dialettica –valoriale al governo delle nazioni.
Merlino merlino | 27-01-2011 | “ Il gravoso e generoso impegno che la sig.ra Ivana ha assunto,realizzandolo,con la ricerca,sistemazione e traduzione di questi scritti di Camus è veramente encomiabile.
E’ questo un voler ri-porre alla attenzione dei più avvertiti ciò che Egli pose ad una comunità appena uscita dalle atrocità della guerra. Il problema della Integrità dell’uomo,tau court.
Ora, rappresentare e perorare una visione utopica non è certo come egli stesso dice un realizzare sic et nunc ,è invece indicare la meta e porre mano alla costruzione della via che più possa approssimarsi. L’impegno di natura culturale ,allo scopo, è quello non facile di allargarne sempre di più consenso e la condivisione. Infatti il dibattito culturale cui Camus ,anche con questi scritti diede forza e passione etica,stringente ed ineludibile argomentazione logica,aiutò i governanti (la politica) a produrre trattati e Istituzioni a salvaguardia. Oggi, l’attualità per una rinnovata attenzione a questi temi la impone la “globalizzazione” anche mediatica della violenza e dell’assassinio della vittima che non è più intercontinentale ma “parcellizzata in etnie,integralismi,occupazioni,genocidi,depauperamento di territori le cui istanze di riscatto vengono oggi artatamente e strumentalmente assunte da un terrorismo atroce ,oscuro, impenetrabile ed imperscrutabile,pervasivo, vindice imbiancato di autentiche esigenze,globalizzato. Occorre anche oggi come allora avere una visione profetica, utopica. A la tempestività e la qualità del lavoro svolto dalla gentile sig.ra Ivana cui vanno i nostri ringraziamenti , anche per le opportunità che ci offre.
Grazie ancora. Merlino | 25-01-2011 | tradurre Camus, oggi, significa riportare la questione dell'impegno nel suo alveo corretto, quale azione degli uomini che si assumono sino in fondo la responsabilità della vita di ciascuno, evitando astrazioni e generalizzazioni. Nascoogni volta che incontro l'altro. Così nascendo, do scacco al non senso complessivo dell'esistenza, che mi vorrebbe omologato ad esso, e cioè conformista, fatalista, meschino.
grazie Ivana per questo dono. gugl | | 1 | |
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