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Ivana Cenci. Albert Camus, Né vittime Né carnefici - 1.
IL SECOLO DELLA PAURA (Ni victimes Ni bourreaux, 1946) | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 1 a 5 | 22-01-2011 | RingraziandoLa in primis e in tutta sincerità per l’attenzione e per il Suo contributo, mi permetto di segnalare un paio di punti nei quali una forma di incongruenza si rende piuttosto palese, nel fluire del Suo discorso, Gentile Sig.ra Marchiori.
Se è vero, infatti, che nel ’46 le situazioni erano diverse, al punto che la catastrofe e l’abisso da cui l’umanità si sentiva segnata in maniera bruciante spinsero molti animi ad elaborare tematiche e mettere in atto strategie diplomatiche, anche a lunga gettata, mai prima comparse, nell’intento di evitare il riprodursi di tanto sfacelo, è altrettanto vero che, come Lei stessa implicitamente indica, nei loro moti più profondi, gli uomini strutturalmente non cambiano.
Di conseguenza, le situazioni si riproducono.
Camus, è sicuramente figlio e testimone del suo tempo, e la data, non solo conta, eccome se conta! Ma incide in maniera così tagliente, da imprimere alla sua scrittura un’impronta altrettanto forte ed energica, adeguata alla ferita e alla lacerazione prodottesi.
Oggi, di questa forza, di questa energia, e di una tale levatura universale non troviamo traccia, e sentiamo altamente minacciate le posizioni di chi osa alzare la testa, levare lo sguardo e prendere la parola. E’ questa, unicamente questa la ragione che mi spinge a riproporre Camus, considerando che possa occorrere il riprodursi di altrettanto o ancor più terribile e sconvolgente orrore, prima che l’impellenza di riemergere e l’urgenza di instaurare rapporti umani fondati su rispettosa libertà e civile convivenza si facciano sentire in tutta la loro irrinunciabile necessità. Il senso di annichilimento che pervade gli animi attenti e sensibili, non anestetizzati dai media (con le loro manipolazioni mirate... e quanto efficaci!), che cercano di individuare una propria collocazione tramite il confronto e l’interlocuzione con l’altro, all’interno di una realtà che avviluppa e abbrevia ogni giorno il respiro, non è da confondersi, in alcun modo, con sterili compiacimenti.
Sotto questo aspetto, il Suo apporto è stimolo provocante e pungente per sottolineare e assegnare giusta valenza all’impegno e all’attualità di Camus, di cui mi fo portavoce, senza ostentazioni di sorta.
Ivana Cenci | 14-01-2011 | Ecco l'analisi che Camus riesce ad elaborare con la sua caratteristica di un pensiero fluido costruito su osservazioni che diventano tesi lasciando poco spazio alle ipotesi e ai dubbi...dovrebbe essere solo un punto di partenza per tratteggiare la situazione attuale dell'uomo moderno. Camus scrive nel '46 e non gli uomini erano diversi, ma le situazioni! Che poi i metodi(manipolazione della realtà e asservimento dei più deboli alla paura), siano sempre gli stessi non conta.
Facciamo un passo avanti Camus per quanto geniale è figlio del suo tempo...siamo nel 2011 e la data conta fino ad un certo punto; il balzo in avanti o indietro o di lato - come preferite- che ha fatto l'umanità Camus non l'ha visto in tutta la sua vita. Comunque la conoscenza non va mai perduta, ma non ci si può compiacere troppo Silvana Marchiori | 12-01-2011 | Fa davvero piacere sentire delle voci che riescono a toccare proprio il tasto vivo della motivazione che mi ha spinto a cogliere questa opportunità di rendere leggibile un’opera di Camus quasi introvabile, e praticamente sconosciuta in Italia, eppure così capace di illuminarci e aiutarci a discernere nel disorientamento in cui siamo immersi e che talvolta ci abita. Un inestinguibile tributo a Camus, per il cui tramite acquistano respiro e parola le istanze di riconoscimento e di autorevole testimonianza in cui posso riconoscermi, e un grazie ancor più sentito agli animi sensibili e coraggiosi che sanno apprezzare e condividere.
Ivana Cenci Ivana Cenci | 12-01-2011 | Hai ragione, Nina!
È davvero impressionante l'attualità di questo testo.
Grazie, Ivana, per questa eccelsa riproposizione (non mancherò una 'puntata' in questi due mesi...).
Cordialmente esplora | 11-01-2011 | anzitutto ringrazio sentitamente chi ha raccolto questo prezioso materiale per la straordinaria opportunità che ci sta offrendo. mi è venuto da chiedermi, leggendo, quella penna che nella "fisiologia" della paura ha identificato l'essenza del XX secolo, cosa mai ci lascerebbe scritto di questo nostro disorientato XXI? nina nasilli | | 1 | |
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