|
Guillermo Fariñas in terapia intensiva dopo 16 giorni di sciopero della fame | | Commenti presenti :
7 |
In questa pagina : da 1 a 7 | 13-03-2010 | Ho inviato adesso la richiesta grazie per l'informazione
Patrizia Garofalo patrizia garofalo | 13-03-2010 | Oggi ne parla anche Rocco Cotroneo sul 'Corriere della sera'.
In appoggio alla lotta nonviolenta di Guillermo Fariñas si possono inviare messaggi di richiesta di liberazione dei prigionieri politici a Cuba indirizzando all'Ambasciata cubana di Roma: embajada@ecuitalia.it
Chi decide di farlo e vuole, può poi darne notizia anche qui.
Ciascuno faccia quel che può.
Enea Sansi | 12-03-2010 | Concordo con Domenico. Perchè ci occupiamo di certi problemi solo quando c'è il morto? Adesso Farinas non fa notizia, anche se La Stampa mi ha pubblicato il pezzo... ma non ci credevo! Dobbiamo attendere che muoia perchè i media ne parlino... Lupi | 12-03-2010 | Mentre in Italia parla di attentato alla democrazia per questioni di firme e di liste elettorali, a Cuba ci sono persone disposte a morire per l'affermazione di ben più importanti principi democratici e umanitari. Ma la nostra opinione pubblica, i nostri governanti ed i nostri politici sono troppo distratti dalle "regionali" per occuparsi dei martiri dell'Avana. Questo ci dà la misura di quanto sincero sia la loro determinazione ad adoperarsi per la difesa dei diritti dell'uomo... spesso vuota formula utilizzata per qualche inoffensiva dichiarazione pubblica, buona per tutte le circostanze.
Possibile che i dissidenti cubani fanno notizia solo quando muoiono? Possible che la RAI, servizio pubblico, che trasmette le più ripuganti trasmissioni di "costume", non trovi uno spazietto da dedicare alla situazione di Cuba, contribunedo forse a salvare la vita di Farinas attraverso una forte pressione mediatica?
Signori governanti, signori politici,signori della Rai, un po' di coraggio! Parliamo un po' meno di Porta a Porta, Anno Zero e Ballarò: salviamo la vita di Farinas!
Domenico Vecchioni Domenico Vecchioni | 12-03-2010 | i cubani sono disperati. l'eterno paradiso raccontato da Gianni Minà e Fidel Castro non esiste. Esiste un inferno di intolleranza politica e tirannia. Quando non hai neanche una pietra da scagliare non ti resta che utilizzare il tuo corpo, la tua anima, la tua vita. Non dobbiamo ragionare secondo i canoni delle democrazie occidentali, democrazie imperfette è vero... ma che lasciano modo di parlare e urlare. A Cuba non puoi. Allora fare di se stessi, carne e sangue, una pietra da scagliare contro il Tiranno è l'unica via.
Questo dolore, questa sofferenza, è un'arma. L'unica. massimo | 12-03-2010 | Son d'accordo con te, Massimo, ma proprio perché la nonviolenza è "l'arma delle ragione" si può "rischiare la vita, non la morte", come ama ripetere Pannella.
Sentir dire, come viene riportato dell'ingegner Félix Antonio Bonne Carcassés, che è pronto a prendere il suo posto nello sciopero della fame, ..."se muore Coco", è piuttosto terrificante. Cos'è: una "staffetta della morte"?
Se vuol concorrere all'azione nonviolenta vada subito a trovarlo e prenda subito 'il suo posto'; ora che è vivo!!
Cordialmente esplora | 12-03-2010 | Cuba combatte con la forza della ragione, con la forza della cultura, contro la barbarie castrista massimo | | 1 | |
| Lascia un commento |
|
|