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Paolo Diodati. Assemblaggi di sprazzi di luce
 
Commenti presenti : 9 In questa pagina : da 1 a 9
   19-02-2010
Una questione di identità, oppure di qualità. Pare un po' come in Pirandello, l'Adriano Meis-sentimento del contrario... da voi ve la scrivete da voi ve la cantate...Marco vi disvela lei e il suo mentore... Lei si acceca a leggere e a interpretare tutti i commenti sul DIO-Dati...

Amico del Marco sgridato   
 
   19-02-2010
Marco-Roberto scrive due commenti recanti un’identica frase. Poteva almeno mettersi d’accordo con se stesso! Preciso che non intervengo nella questione dai primi di gennaio. Il gioco di fine estate per me era finito. Quello che avevo da dire, poco o tanto, l’ho detto.
Quello che auspico è che Marco-Roberto non posti più cognomi impropriamente, che si rilegga e che ritrovi la sua carta d’identità.
Patrizia Garofalo   
 
   18-02-2010
Credo che ogni volta qualcuno è entrato nel merito della questione supportando le proprie tesi con dati oggettivi, Diodati sia quasi sempre andato nel pallone, girando intorno al discorso,cercando di fare (senza esserlo)il simpatico, con atteggiamento tipico di chi non ha ( o non sa) cosa dire.Poi ci sono gli interventi dei soliti pretoriani( tra tutti la prof. Garofalo) che invece di ribattere alle soluzioni proposte( ad esempio quella di Alex o Feninno), esprimono la propria adorazione per Diodati, senza mai dimostrare la volontà o la voglia di comprendere i testi di Panella.Proprio ieri sera Quentin Tarantino affermava che le uniche forme d' arte credibili e possibili sono quelle che si prestano a molteplici interpretazioni....altro che torre di babele
roberto   
 
   18-02-2010
Con mio grosso dispiacere noto come il prof. Diodati, ogni qualvolta qualcuno dia una spiegazione circonstanziata e plausibile con numerosi dati inconfutabili, inizi a parlare quasi a vanvera, eludendo il nocciolo della questione, facendo divagazioni inutili, con atteggiamento tipico di chi non sa( o meglio non ha) niente da dire.Poi gli interventi a difesa di diodati fatti dai suoi pretoriani( su tutti la Prof. Garofalo) sono semplicemente imbarazzanti e fuori luogo perchè non hanno mai la forza o la volontà di entrare nel merito del discorso e di analizzare i contenuti di chi la pensa diversamente.
marco   
 
   17-02-2010
Con quets'ultime sparate e con il commento nazi-fascista, il prof ha buttato in rete palloni e panelliani. Mi dispiace per loro, ma è finita in un cappotto.
Domenico Marcacci   
 
   17-02-2010
Ho gia' detto un'altra volta cosa ne penso del contenuto poetico dei testi di Panella rispetto a quello che possono essere altri tipi di testi, in particolare quelli di Mogol. Ho detto altre volte che alcuni testi di Panella
rievocano una brulla vegetazione presente nel deserto, mentre alcuni testi di Mogol possono richiamare invece splendide e incontaminate foreste e forti emozioni.

Secondo me, il problema e': cosa c'e' dietro un testo poetico? cosa richiama, rievoca? Bisogna fare sforzi un po'
troppo artificiali, "cervellotici" per avere delle immagini
associate (magari in un modo troppo "forzato")?
O invece, dietro a quelle (eventualmente anche poche) parole, c'e' almeno un veicolo simbolico che permette di ricondurcisi in maniera autentica (se non in modo naturale e/o immediato o quasi, almeno grazie a un sostrato culturale e/o di studio) a delle immagini, messaggi, contenuti, espressioni, idee, aspirazioni?...
[per la cronaca: ho tentato di fare una cosa di questo genere nelle poesie del mio libriccino: "Idee per un rinnovamento interiore e sociale..." che ho pubblicato su unibook.com ;
ma poi siete voi a valutare meglio di me se ci sono adeguatamente riuscito o meno!!anzi ogni critica costruttiva per migliorarsi e' bene accetta]
Concordo con quello che afferma il Prof. Paolo Diodati, soprattutto nella seconda meta' dell'articolo.
Cordialmente e sempre a Vostra disposizione,
Vs.
Melchiorre
Melchiorre Briganti   
 
   16-02-2010
Caro prof, concepisco perfettamente che lei abbia di meglio da fare che stare qui a rispondere ai nostri deliri pertanto mi permetto giusto il lusso di un ultimo intervento.
Se lei intendeva dire che un bel gioco dura poco mi costringe subito a contraddirla poiché per quanto mi riguarda questo bel gioco non smetterei mai di giocarlo e forse proprio questo è uno dei grandi meriti di Panella.
Inoltre, mi fa sorridere e mi onora nel suo articolo la chiusura delle sue considerazioni a mio riguardo. Magari riuscissi un giorno stringergli la mano al sor’ Panella. (anziché starmene con le mai in mano davanti ai suoi versi)
Per quello che vale le do la mia parola che non ero mai intervenuto su direttamente TF prima d’ora. Mi diverte piuttosto la menzione da parte di altri di “è gh’el” poiché pensavo di esserne io stesso all’origine di quel gioco di parole con il brianzolo (che non conosco) come forse può dimostrare questo link del 5 settembre 09: http://www.nonsolonews.it/thread-262-0-32661-304/tellusfolio.htm (vedi la risposta delle 14:36 – koalex75) Ma queste sono beghe da appassionati e nemmeno di buon gusto.
Presumo che il “salto di qualità” che lei così generosamente mi attribuisce sia dovuto all’applicazione di una sorta di principio di economia interpretativo.
Nel mio intervento c’era sicuramente il gusto di sovvertire la tesi degli oppositori rovesciandone l’accusa più tagliente. E questo non le è sfuggito. Aggiungerei come mia colpa che anche chi concepisce il diritto in ognuno di vederci quello che vuole deve pur stabilire un limite (e qui penso a Fennino).
In sostanza anche se la penso diversamente da lei in merito al talento di P.P non posso che arrendermi all’evidenza dei suoi argomenti.
Direi che la modestia dell’interpretazione che le ho proposto sta tutta qui: non c’è nulla che io possa aggiungere per argomentare ulteriormente la mia tesi. Tanto più che non riusciamo a metterci d’accordo nemmeno sulla liceità dell’utilizzo di un iperbole (mi riferisco alla storia dei palmi).

Vorrei tuttavia concludere il mio contributo con una osservazione sull’utilizzo della figura del filosofo tedesco. Nel 1994, anno di pubblicazione dell’album Hegel, Pasquale Panella ha 44 anni e i pensieri che all’epoca gli frullano nella mente sono forse gli stessi del filosofo d’epoca romana che pretendeva domare le passioni. Se lo stoico ha nel cervello un frullatore, sono forse le idee che letteralmente “frullano” nella mente di un’uomo alle prese con una crisi di mezza età:

“Da qualche tempo è recente anche l'antico. / Il disco del Discobolo è cromato. / Nella testa di Seneca si sente / il motorino di un frullatore. / Nelle piramidi continuamente / scatta un otturatore”. [Tubinga]

I ricordi riaffiorano spontaneamente e il passato torna ad essere recente. L’atleta attico scaglia un disco cromato come un compact disc perché ormai gli anni son trascorsi e non è più tempo di vinili. La copertina di The Dark Side of the Moon tra le più conosciute della storia della musica, invecchiando ha smesso di rappresentare la separazione dello spettro luminoso mediante un rustico prisma di cristallo ed è diventata solamente una antica piramide contenente un moderno dispositivo fotografico che regola la durata dell’ingresso della luce.
Nel 1973, anno in cui venne pubblicato il capolavoro dei Pink Floyd, Pasquale Panella aveva 23 anni e verosimilmente era uno studente universitario. Viaggiando casualmente a ritroso nel tempo, il teatro principale della sua giovinezza compare mitizzato come la prestigiosa e antica università tedesca dove, primo fra tutti, studiò per l’appunto Georg Wilhelm Friedrich Hegel. Ma nel ricordo questa università non presenta alcun macchinario per riprodurre canzoni forse perché a quell’epoca la canzone non faceva ancora parte della vita di Pasquale Panella.

alex   
 
   16-02-2010
Ho mostrato il lungo intervento di Francesco Feninno, a due amici, Umberto e Vincenzo.
Umberto: -Eh eh, questo ti ha fatto un bel gol!
Vincenzo:- Ma che gol e gol! Era in fuori gioco e la palla non è neanche entrata!
Io:- Ma vi piacciono i testi di Panella?
Umberto: - Certo, sono gli unici che fanno pensare!
Vincenzo: - E adesso per capire una canzone, mi prendo un’altra laurea. Ce ne vorrebbe una in panellologia, molto vicina a quella in chepallologia. Già detesto il politichese della convergenze parallele! I testi di Panella fanno schifo!
Io: - Allora ci vorrebbe la moviola, proprio come per i tifosi. Oppure chiediamo al prof Ancillotti…
Vincenzo e Umberto: - Ha detto che non risponderà alla domanda. Per lui la palla è sempre sulla linea della porta.
Io:- Però, Francesco, con la storia della Gola del Furlo… . C’è il testone del Duce scolpito su una roccia… . Un sindaco comunista voleva o ancora vuole, sfruttarlo turisticamente… . C’è un ristorante dove raccomandano di mangiare “la frittata al tartufo del Duce” e dove, pagando opportunamente, si può dormire nel letto fatale. Ci piazzarono vicino alla porta dei bagni… . Dissi al cameriere “Non so se è l’olezzo che viene dalla porta a far sparire quello del tartufo, ma qui di tartufo sembra che non ce ne sia traccia!”. Non ricordo la quartina che scrissi sul foglio per i giudizi, ma il concetto era questo: “Cambiate il nome al piatto consigliato per ricordare il Duce. Con tutte le frittate che ha combinato, ci mettete pure questa alla memoria, così i clienti, considerata la puzza, la frittata atartufica e il prezzo, usciranno dicendo “E abbiamo avuto l’ultima fregatura del Duce!!”
Che Panella sia rimasto segnato da un’esperienza simile?

Viste le indubbie capacità interpretative di Alex e Francesco Feninno,
considerata la mia manifesta inferiorità (potrei però rifarmi, approfondendo la mia interpretazione nazi-cervellotico-fascista…, inserendoci il capoccione del Duce),
tenuto conto dell’aggravante del mio tifo, ahimé manifestato sin dall’inizio, dopo aver fatto notare che sequela e sequenza sono sinonimi,
invito Alex a contattare Feninno o viceversa e a cercare di concordare non un'interpretazione comune, ma una rosa (così Alex è più contento) di possibili interpretazioni.
Io, intanto, mi fermo qua, prima che mi riarrivino pomodori telematici dalla redazione e…dal resto della nazione.

Paolo Diodati   
 
   16-02-2010
Ciao, sono Francesco Feninno, alcune considerazioni su quanto hai scritto.
La canzone Per nome dice sequenze e non sequele e poi non dice sequenze tra gola e costato bensì: E lei starà misurando con calme sequenze di palmi su sè .Che stia misurando la distanza tra gola e ultima costola è tutto da stabilire : potrebbe benissimo essere una domanda retorica:Starà mmisurando con calme sequenze di palmi su sè.E Quanto dista la gola fatalista da tutta la tastiera del costato?. Avrà accordato ecc
Senza contare poi che dice TUTTA e quindi potrebbe anche muoversi in orizzontale e fare una circonferenza.
Ma io mi muovo su un altro terreno interpretativo: se io leggo "Quanto dista la gola fatalista" penso alla Gola del Furlo, non so ma mi viene in mente questo posto.
Dirai: e cosa c'entra? Beh, la parola dista fa venire in mente una strada , e di lì ci passa la Via Flaminia. Aspetta, so benissimo che qui siamo ancora vicini ai confini della follia:-) Poi però dice : l'arco della dorsale e a me vengono in mente gli Appennini, e poi dice sembra l'obiettivo del suo cruciale( le strade romane , cruciali per eccellenza)sbarco. E la via Flaminia termina appunto ad Ariminium. Ti concedo ancora di darmi del fantasioso ( siamo a tre indizi. Ma io ti voglio fare male :-) e proseguo
Rimini è una delle tre tappe dell'ultimo tour di Battisti: Rimini, Viareggio, Sestri Levante. E se adesso io trovassi dei riferimenti a Viareggio e alla Liguria? Scommettiamo? Ovviamente riferimenti FORTI.;-)
Viareggio. Carnevale. Carnevale , la Commedia dell'Arte.
Come termina la canzone che precede Per Nome?
Eh, termina proprio con un verso che parrebbe non c'entrare nulla con tutta la canzone ( e che invece c'entra ma ...per tutt'altri motivi:-)Termina così: uno da una parte, uno dall'altra : LA COMMEDIA DELL'ARTE.
Adesso ci spostiamo nella canzone successiva a Per nome , Dalle prime battute, e , toh, guarda caso troviamo: Dalle prime battute riconosce il posto RIDENTE E LABBRIFORME COSTA, ILARE quando VEDE SCENDERE L'UMORISTA TURISTA.
Prendi l'atlante e guarda la Liguria. Sembra proprio una bocca, però non ilare bensì imbronciata...Già ma se la guardi SCENDENDO , per esempio dal treno ( e infatti si parla poi di predellini), la vedi ILARE.La costa ligure è simile a una bocca ( labbriforme) ilare. E Sestri Levante STA LI' ;-)
( comunque il verso per capire la canzone e le tra tappe biografiche è il seguente : E su chi mai diriga dal braccio abile e il viso impronunciabile" Ma questa è un'altra storia...)

Ti è sfuggito il senso dell'album l'Apparenza, eppure , a un attento esame SUPERFICIALE, avresti dovuto accorgerTi che la parola ricorrente in tutto l'album è TEMPO ed è questo concetto che bisogna affrontare se si vuole venire a capo , ma TU NON VUOI venirne a capo, di qualcosa.( non te la prendere ma è evidente che tu sei piuttosto tifoso:-)
Dunque in PER NOME , il verso decisivo per cominciare a districare la matassa e trovarne il bandolo è :
" E gli inzuppati come dolci bianchi degli occhi"
Ora prendi queste parole :

Smemorato , se me lo ricordo, la dimenticanza ha rinforzato , la punta della lingua lo ha aggredito
A te non dicono niente , per me invece parlano chiarissimo.

Si sta parlando del TEMPO DELLA MEMORIA, e il verso :
"e gli inzuppati come dolci"
E' UN CHIARISSIMO RIFERIMENTO A PROUST , all'episodio dei biscotti della Madeleine, in Un amore di Swann , ( Alla ricerca del tempo perduto)*
(Se non l'hai mai letto ha tutta la mia comprensione:-)tuttavia l'episodio della Madeleine è famosissimo.


Scrivi che realisticamente non mi avventuro in un'interpretazione in chiave hegeliana dell'opera omnia ma POTREI ANCHE FARLO, basta leggersi il testo della prima canzone del duo : Le cose che pensano

"In quell'attualità che pare vera"
Questo è HEGEL, E NON CI PIOVE.
Oppure , in Madre Pennuta
"Il vero è nella memoria e nella fantasia . Non c'è storia".
Oppure , ma qui è chiedere troppo ai comuni mortali:-),
"VIDE O INTUIì NON VISTO GLI OPPOSTI DA UN PONTE ecc SU UN FIUME "( il doppio del gioco)
Questo è ERACLITO, il panta rei e gli opposti. E Hegel scrive appunto : non c'è massima di Eraclito che io non abbia fatto mia.
Questi sono RIFERIMENTI INEQUIVOCABILI a Hegel, già ai tempi di DonGiovanni. Del resto nell'Estetica si parla ampiamente del Don Giovanni.
Come vedi è fuori da ogni dubbio che Hegel sia in qualche modo l'ispiratore di tutta la produzione Battisti Panella.

Quello che si cerca di fare è appunto riunire il tutto. Non è facile, Battisti non dichiarava niente.
Cosa si sa? Era un pittore astrattista ( dunque leggiamoci gli scritti di Kandinsky ma da qui poi si passa alla sinestesia, Skrjabin ecc), si stava per laureare in matematica ( e allora ci accorgiamo che la sezione aurea è presente ovunque nelle composizioni con Panella) Panella è un surrealista e allora andiamo a vedere tutti i riferimenti.
Uno spunto? La parola Stanze ,in quell'album significa Canzone. Figura retorica , la parte per il tutto.Ma anche l'inizio de I Sacchi della posta parla della canzone ( mentre sembra stia parlando di una ragazza)
Così come Tutte le pompe parla di Van Gogh, A portata di mano del Carpe diem ecc.
Non è un gioco a far credere di essere intellettuali ,
SEI TU che non hai la pazienza e la voglia di approfondire. Ti sei accorto per esempio del gioco sillabico all'inizio di A portata di mano? Sai come si rende A portata di mano in latino? IMPROMPTU. Mi pare tu sia conoscitore del Jazz, e quindi saprai cosa significa in musica IMPROMPTU. Ora prendi il verso : Un domani da non credere ( dopo che ripete più volte abbiamo tempo, prendi il tempo, ossia CARPE DIEM ,concetto che puoi associare anche da solo a quello di improvvisazione musicale ). Vuoi l'ennesima prova che si sta parlando proprio del carpe diem?
Dum loquimur fugerit invida aetas.
Carpe diem , quam minimum credula postero.
Mentre parliamo il tempo invidioso è già fuggito, carpe diem e CREDI NEL DOMANI IL MENO POSSIBILE. ( un domani da non credere)
Panella con le parole fa ciò che vuole, ti porta su altre strade.;-)

Se la pronuncia del termine Hegel fosse dovuta al , come dici tu, ineliminabile accento romanesco, allora questo dovrebbe notarsi in moltissimi altri casi. Dovrebbe dire Pormeccartny , Dilanne, biccebbois e altre amenità, senza contare tutte le parole italiane che, chi non riesce a dominare il proprio accento, sistematicamente storpia. Dai, stiamo parlando di un perfezionista assoluto, sappiamo tutti benissimo che l'avrebbe corretta, mica è una questione di pronuncia di lettere e un semplice caso di accentazione. I napoletani lo fanno per vezzo ma se glielo chiedi Van Bastèn torna a essere Van Bàsten.

Sulla questione terzino.
A parte il fatto che Mogol ha fondato la nazionale cantanti, lo SANNO TUTTI che giocava da terzino!Stiamo parlando di un album uscito nel 1994 , non ieri. E all'epoca Mogol girava ancora per gli stadi di tutta Italia con la sua nazionale cantanti. La canzone stessa dice IO AVREI MASTICATO LA SUA TUTA DA GINNASTICA.
Resta da spiegare comunqueperchè Panella abbia detto: Hegel ERA UN TERZINO , che difendeva la sua zona, ossia IL CET"
Infine scrivi che è molto più difficile scrivere un testo alla Mogol.
Dai , cerchiamo di essere seri, i testi di Mogol
sono PIENI DI RIEMPITIVI PER FAR QUADRARE I CONTI, sono pieni di frasi senza senso ( e tuttavia vengono spacciate per sensate) , ma soprattutto lo sai che Mogol scriveva spesso sull'inglese maccheronico di Lucio???
Mogol con Lucio è stato NIENTE DI PIù CHE UN TROVAPAROLE. Abilissimo, forse il migliore. Ma è un trovaparole, un PAROLIERE. Lucio gli dettava i tempi e i suoni, con il suo uacciu uacciu chenciussì, doncrai, ecc e lui applicava le parole.
C'è un album, il più bello di quelli antichi, Anima Latina, che la dice tutta: è evidente il tentativo di scrivere musica di un certo livello, in questo album, e tuttavia i testi , definiti criptici, sono nettamente inferiori.Sono il punto debole di un album favoloso. Chiamato a scrivere su metriche difficili il povero Mogol naufraga miseramente.

Ciao .


Francesco Feninno    
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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