Dimensione Islamica senza onore e Corte dei diritti dell’uomo iconoclasta
Si parla tanto di radici cristiane (ignorate, svendute e/o rinnegate) e di crocifissi da staccare dal muro, ma… ci sono tante cose di cui non si parla. Molti (quasi tutti) non ne parlano perché le ignorano. Molti altri non ne parlano per non aprire gli occhi a chi li mantiene comodamente bendati. Certo è che l’ottusità non ha una nazionalità precisa, né una cultura precisa e né una religione precisa (perché l’Islam ha un profondo senso dell’onore, ma la parte di esso che, in Sudan, commette atrocità senza quartiere, si è forgiato un islam senza onore a sua immagine e somiglianza). L’ottusità della gente grossolana di cuore, rocciosa di spirito e opaca di cervello può essere localizzata tanto in specifiche zone geografiche che world wide, purtroppo, perché, se fosse ‘isolabile’, la si potrebbe ‘circoscrivere’. Il Sudan pare eccellere (manco a dirlo apposta), in questo genere di ‘specialità’ e, se ne esistesse una graduatoria, la vincerebbe da campione. Basa ancora, infatti, il suo sistema di vita sulla schiavitù (che, in quel paese islamico rappresenta un ‘mercato’ molto comune, apprezzato, proficuo e fiorente!). Vere e proprie milizie islamiche razziano il Sud, catturano donne e bambini e li vendono come schiavi nel Nord. Il Nord (che si ritiene pure più progredito del Sud) compra gli esseri umani (come se fossero patate/ bistecche o carne macinata) e vi s’ingrassa. Il singolo ‘cittadino’ sudanese (islamico, del Nord islamico, di origini arabe) considerando ogni creatura umana (pagata con denaro suonante) una sua proprietà (come un montone o un galletto ruspante o… un somaro da traino), ne dispone come meglio crede. Ciò vuol dire che un bambino-schiavo può essere sodomizzato a piacimento da qualsiasi immondo essere adulto arabo e mussulmano e può essere ‘adibito’ a qualsiasi ‘uso’ schifoso immaginabile e/o inimmaginabile (e può, ovviamente, anche essere ucciso, se la cosa non ‘minaccia’ di danneggiare troppo le tasche del suo ‘padrone’). Cose del genere (nel terzo millennio) suonano come tragiche freddure inventate ‘per vedere l’effetto che fanno’ (e sono orrori di cui il mondo non vuole sentir parlare). Molte-molte (troppe) migliaia di esseri umani (e specialmente donne e bambini- i bambini…, mio Dio) sono, a tutti gli effetti, gli ‘orrori’ di cui il mondo non sa o non vuole sapere. Quegli ‘orrori’ sono creature umane vessate, piegate, spezzate, annientate, distrutte nella loro dignità umana, schiacciate nei diritti basilari di qualsiasi creatura respirante (a qualsiasi animale vengono garantiti più diritti che a quelle creature umane). Questo è un delitto talmente indicibile da gareggiare di per sé con la crocifissione (e la passione completa) di Cristo, eppure… non basta. La mostruosa sottospecie di schiavisti sudanesi (che offendono la religione islamica e persino i culti di cavernicoli e scimmioni) non si accontenta di ‘acquistare’ delle vite umane, di infierire su di esse, di commettere ogni genere di abuso e sopruso: si spinge oltre, molto oltre… Scrive Antonio Socci (Il Giornale, 17 Aprile 2009): «L’ISLAM METTE IN CROCE I CRISTIANI- Mi ha scritto - sconvolto - un membro della Lega italiana dei Diritti dell’uomo segnalandomi il caso di un cristiano sudanese che sarebbe stato crocifisso dal suo padrone musulmano. Giuseppe, questo il nome della vittima, all’età di sette anni venne deportato e venduto come schiavo al Nord del Paese. Lì pare abbia subito ogni sorta dl violenza e di abuso dal padrone islamico per dieci lunghi anni in cui veniva apostrofato “schiavo nero” e considerato meno di un animale. Una domenica essendosi fermato a pregare da cristiano ha perduto un cammello, così il padrone furibondo ha preso Giuseppe, l’ha torturato e poi l’ha crocifisso a un tavolaccio di legno, con lunghi chiodi piantati nelle mani, nei piedi e nelle ginocchia. Il padrone ha anche voluto buttargli sulle gambe dell’acido perché soffrisse di più. Il ragazzo è incredibilmente riuscito a sopravvivere a questo martirio, ma riportando per sempre gravi menomazioni fisiche non era più abile al lavoro. Così un’organizzazione umanitaria ha potuto riscattarlo e riportarlo libero al suo villaggio cristiano. Non ho notizie dirette su questo caso, ma purtroppo di storie così non c’è da sorprendersi. È nota la vicenda di quattro catechisti sudanesi fustigati e poi crocifissi qualche anno fa per non aver voluto tornare all’islam: ne parla il bel libro di Camille Eid, A morte in nome di Allah».
La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha emesso una sentenza di ‘condanna’ per l’Italia (che espone il Crocifisso nelle scuole) e la UE che fa? Tace? È iconoclasta pure lei? La Corte dei diritti dell’uomo farebbe meglio a fare almeno un ‘pensierino’ (come gli alunni di prima elementare) su come salvare i bambini razziati, sodomizzati, venduti e uccisi, invece di commettere crimini come quella sentenza (e spiegherò bene, più avanti perché è un crimine a tutti gli effetti).
I bambini rapiti, seviziati, sodomizzati, schiavizzati, crocifissi, mutilati nel corpo e nello spirito ben si accostano al simbolo del Crocifisso. Il Crocifisso ben li rappresenta; in esso quei bambini s’identificano. Teniamolo il Crocifisso, perché non offende i Mussulmani e nessun individuo di altre religioni. È il simbolo del patire sommo sulla faccia della terra (e della passione inflitta a tanti/ inflitta ancora/ inflitta a dispetto dei diritti dell’uomo/ inflitta a donne, a vecchi, a bambini…/ inflitta in troppi angoli del mondo e inflitta in Sudan in modo così eclatante che il sole fa fatica a sorgere e a tramontare…).
Le diatribe pro-contro il Crocifisso sono raramente produttive/ non dicono le cose che sarebbe bene dire (le cose sobrie/pacate/giuste/buone). Invoco pacatezza proprio io (che non risparmio la veemenza a coloro che entrano nelle schiere degl’inferi e si abbandonano al male più sfrenato). La invoco, sì, con tutta l’anima, ma… non posso esimere né me stessa né gli altri da un’attenta esortazione alla cautela. Si parla tanto di identità culturali (legate alla storia dei popoli)… Dov ‘è finita l’identità del ‘nostro’ popolo (il popolo italiano) e perché siamo sempre pronti a gettarla in pattumiera con tanta superficiale incoscienza? Giovani e più attempati si cimentano da mane a sera nella dialettica (salottiera) e dimenticano di calarla nella realtà ambientale e in quella storica e sociale (preoccupandosi di dare il benservito a questo e a quello e sacrificando, nel processo, buona parte degl’interessi delle future generazioni e del paese intero). Tanto di cappello al mondo intero, ma… l’Europa è altro dal resto del mondo (per radici storiche) e gli Stati europei vari, oltre a una base comune, hanno storie e culture individuali (per fortuna!) e le devono mantenere. La storia italiana senza l’identità religiosa che l’ha contraddistinta per secoli che storia è? E la storia europea senza l’identità cristiana (che le è sempre appartenuta) che storia è? Non s’invochino, per favore, i ‘campanilismi’ allargati (per ‘mutazioni’ politico-ideologiche dovute a sovrapposizioni-miscellanee di ibride provenienze), ma il buonsenso. È bene (molto bene) essere pronti all’accoglienza e aprire le porte delle strutture sociali (e anche e soprattutto del cuore) agli ‘emigranti’ dell’era multirazziale, ma non bisogna confondere l’accoglienza con ‘provvedimenti’ che rischiano di snaturare ciò che noi siamo. Il Crocifisso alle pareti non offende nessuno (anche perché le altre religioni ne compendiano l’origine storica e il diritto a esistere), ma, se anche offendesse i nuovi arrivati, non andrebbe tolto. Il succo è: noi, che con esso siamo vissuti (e che abbiamo avuto antenati che alla sua ombra ci hanno trasmesso il DNA), non contiamo nulla? E i nostri eredi contano ancor meno di nulla? E, in ogni caso, le razze che si mescolano devono arricchirsi, non impoverirsi: togliere i simboli (che sono sfondo della storia dei popoli) è un sopruso ai vari popoli di riferimento (e ogni sopruso è un crimine). Il divieto di appendere il Crocifisso è, dunque, un crimine ed è inaccettabile, nella misura in cui è una violenza fatta a milioni di persone (e tale sarebbe anche se fosse una violenza fatta a migliaia/ a centinaia/ a decine e a poche unità di persone che non vogliono farne a meno). Si fa tesoro del neorealismo e dei suoi film-documento (identificanti), di cui la nostra storia non va privata (ma…, con tutto il rispetto, importerà qualcosa al giudice turco e a quello serbo-della corte europea ‘dei diritti umani’- del nostro neorealismo?): si può mai pensare di accettare soprusi grossolani come quello appena ‘perpetrato’ dalla Corte europea dei ‘diritti’ dell’uomo? E l’uomo italiano, poi, i diritti non li ha? Mi tornano in mente Don Camillo e il suo grande Crocifisso (e, ne risento i dialoghi e mi commuovo di fronte all’insuperabile bravura del grande Fernandel-don Camillo, che, con il Crocifisso sulle spalle sfida la bufera e il gelo, scalando la montagna, come un simbolico Golgota, angustiandosi perché il Cristo lo punisce con il silenzio, a causa delle sue bonarie intemperanze verso il suo acerrimo nemico comunista, cui, in realtà, è legato da amicizia profonda e solidale). Don Camillo e Peppone (che fingono di essere nemici e che si rendono conto, invece, che l’assenza dell’uno mutila e snatura il mondo dell’altro) chiudono la ‘saga’ di quei meravigliosi ‘affreschi’ storici con una ‘pedalata’ che esce dall’opera di Giovannino Guareschi e dal film di Carmine Gallone e vive di vita propria (per farsi simbolo ed entrare nella ‘letteratura’ mentale di chi coltiva il passato per migliorare il futuro). Quei due ‘ciclisti’ (che ‘gareggiano’ apparentemente, ma che si fermano, a turno, per non perdersi di vista/ essere sempre a tiro di ‘voce’ e di eventuale aiuto) simboleggiano il passato e il presente dei popoli. Il passato viene ‘trasportato’ lontano, dal tempo (la ‘bicicletta’), ma non tanto lontano da non avere ‘voce’ per il presente… Il passato dell’Europa (e dell’Italia) contiene il Crocifisso. Il presente e il passato restano a tiro di ‘voce’ anche attraverso il Crocifisso. ‘Gettare’ quel simbolo è un gesto ‘simbolicamente’ (appunto) pericoloso/ è l’inizio di un comportamento allarmante che va oltre il ‘gesto’ apparentemente ‘innocuo’ e assurge a pietra miliare dai seguenti significati: allontanarsi dal passato/ non sentirne più la voce/ non poterlo più ‘chiamare’/ permettere che il presente diventi passato senza trasmettere al futuro la giusta identità e che il futuro diventi presente e poi passato con popoli che non sanno più chi erano e, di conseguenza, chi sono e chi saranno.
Il punto è: se milioni di persone credono in qualcosa, amano qualcosa, desiderano qualcosa hanno diritto al rispetto della loro volontà. La gente può votare per scegliersi i politici. La volontà dei cittadini è sovrana per diritto di voto (nella scelta di individui che si fanno scegliere con le campagne elettorali): mi sa dire la ‘corte europea dei diritti dell’uomo’ di quali ‘diritti’ si occupa e perché la volontà dei popoli non sarebbe sovrana nella scelta di Cristo e del simbolo che lo rappresenta (forse perché il Crocifisso non fa campagne elettorali)? La volontà del singolo è importante, ma cade di fronte a quella della maggioranza. Il Crocifisso esula persino da tale problema, perché riguarda l’intera storia di vari popoli (urbi et orbi) e, allo stesso tempo, vi rientra, perché nessuno ha indetto ‘votazioni’ per consultare i vari popoli interessati. L’imposizione di questa corte dei diritti che i diritti lede, invece, è una vera e propria sopraffazione e non va accettata, perché lede, appunto, il principio sacrosanta della libertà (e della sovranità che i popoli hanno entro i confini riconosciuti a livello internazionale). Una corte dei diritti (proprio perché è tenuta a rispettare i diritti) non può e non deve fare ‘tutto’ quello che le passa per la testa (anche perché è formata da quattro gatti che non devono scavalcare la volontà dei popoli che rappresentano)/ DEVE consultare i popoli interessati (sugli argomenti di vitale importanza). Di vitale importanza è o non è l’esposizione o la non esposizione del Crocifisso? Sì, mille milioni di volte sì e vi spiego perché. Un divieto di questo tipo è un ‘precedente’ importante come una diga (e tutti sanno che cosa accade quando una diga cade). ‘Questa’ diga, in particolare, non deve cadere (e chi può, faccia di tutto per ‘restaurarla’): nello specifico, la Ue faccia quel che le compete e sconfessi quella campionatura di giudici (che provengono da culture altre e vedono le cose con occhi non qualificati perché magari involontariamente miopi riguardo alla nostra storia). La Ue si svegli: 1) perché quella corte inalbera l'egida del Consiglio d'Europa, 2) perché la gente non ha capito chi ha emesso quel verdetto insano e lo addebita alla Ue, 3) perché, se lascia mano libera a una corte di quel genere, che accadrà ‘poi’? ‘Perseguiteranno’ chi non si attiene al divieto? E, dunque, c’è pericolo di altre ‘violenze’ da subire? Si cadrà in un braccio di ferro in cui vince il più ‘forte’ (cioè prepotente)? Violenza per violenza, potremmo ritrovarci a dover adorare gli dei pagani (se qualcuno più furbo e più ‘potente’ sapesse trovare le vie traverse per imporceli)? La libertà di culto è sacra (questo pare ancora garantito), ma… non siamo sul filo del rasoio e non stiamo entrando in un campo minato? Non ho capito perché la suddetta ‘Corte’ si senta ‘progressista’ con simili provvedimenti, quando ci sono cose ‘reali’ che dovrebbe fare e che non fa. La Francia vive una realtà multirazziale da molto prima di noi e ha lasciato che i suoi ‘immigrati’ restassero fuori dall’inserimento sociale per tempi spaventosamente lunghi (tanto che nelle periferie-ghetto si sono verificate vere e proprie guerriglie, che hanno suonato il campanello d’allarme e hanno detto a tutti che ‘i Francesi importati’ si sentivano -e spero non si sentano più- cittadini di serie B). Lo stesso dicasi degli stranieri nella snob Gran Bretagna. Le cose da fare, appunto, sono altre (come garantire a tutti gli stessi diritti ‘veri’, lo stesso standard di vita e lo stesso decoro). Occuparsi del ‘vestiario’ della gente e degli ‘arredi’ (o dei ‘soprammobili’) è indecoroso (specialmente quando i disagi veri sono altri e sono impellenti). I nostri immigrati tcn (provenienti da third country nations) chiedono altri diritti e altre attenzioni. Non hanno nulla contro il Cristo e contro il Crocifisso. Hanno tutto, invece, contro i maltrattamenti, gli abusi, la povertà incipiente in cui sono costretti a vivere (e contro le ‘acque forti’ che li strapazzano e li abbrutiscono, spesso, nei meandri burocratici della regolarizzazione dei loro soggiorni- dove, se non sono estremisti, ci diventano, dopo i viaggi infiniti da un ufficio all’altro/ i trattamenti non sempre ‘civili’/ le spese spropositate di documenti superflui che potrebbero essere evitati con la buona volontà intelligente/ gli sportelli inospitali che li convocano e poi li ignorano e causano permessi e assenze dal lavoro e la perdita del lavoro stesso -trovato a caro prezzo e più prezioso dell’aria). La Corte ‘Europea’ dei diritti dell’uomo può permettere che gli extracomunitari vivano, il più delle volte, in scantinati, per le strade, in capanne, in ricoveri o in condizioni precarie al limite della sopravvivenza (e che, spesso muoiano ‘tritati’ insieme all’immondizia dei bidoni nei quali si proteggono dal freddo), nei vari Stati d’Europa, ma ‘non può permettere’ che il Crocifisso adorni dignitosamente le pareti ‘parlando’ di un evento che, se non fosse di natura religiosa, rientrerebbe nella storia umana e, se così non fosse, rientrerebbe nella storia degli antichi Romani (e sarebbe ‘comunque’ di natura storica). Tutti gli argomenti storici possono adornare le pareti di qualsiasi edificio pubblico (o vogliamo eliminare/negare la storia che eventualmente possa dare fastidio a qualcuno, come ha fatto la Gran Bretagna con l’olocausto?).
Non si tolga il Crocifisso e si dia anche agli allievi di altre religioni il diritto di esporre il proprio simbolo più importante (se ne hanno uno): perché, invece di fare violenza agli eredi di una certa storia, non si sceglie di estendere un diritto sacrosanto anche agli eredi di altri tipi di storia? / Perché, invece di impedire ai Cattolici e ai Cristiani vari di far conoscere il loro Cristo (e la loro religione) ai loro compagni di altro credo, non si sceglie di lasciar loro tale diritto e di estenderlo ai loro compagni di altra religione? Perché la Corte dei diritti sceglie di essere “Navis Stultorum” quando dovrebbe essere esempio di tolleranza e di ‘integrazione’ vera? Il punto è proprio questo: togliendo un diritto a dei popoli si commette ingiustizia e dunque un crimine e la cosa è di una gravità inaudita perché proviene da un organismo preposto alla tutela dei ‘diritti’ umani (‘alla faccia del bicarbonato!’, direbbe un comico, se la cosa si prestasse alla comicità). Chi toglie qualcosa a qualcuno (che non è d’accordo), con un’imposizione, commette violenza (anche e soprattutto nella res publica). Non sta né in cielo né in terra che una nazione come l’Italia, che fino a qualche decennio fa aveva un ‘territorio’ religioso (cattolico) che coincideva perfettamente (in toto) con il territorio geografico, debba vedersi imporre la ‘scomparsa’ del suo simbolo religioso più importante. Basterebbe solo una briciola di saggezza, per capire di che cosa sto parlando, ma, se non è ancora chiaro, lo illustrerò con un esempio. È accaduto, alcuni anni fa (quando l’arrivo dei bambini stranieri nelle scuole era ancora una ‘novità) che un paio di maestre (colleghe di mia sorella) decidessero di non festeggiare il Natale nella loro scuola (e condizionassero tutte le colleghe- la mia esterrefatta e adirata sorella inclusa), “per non offendere” il piccolo Mohammed, l’unico allievo straniero e mussulmano dell’Istituto. La cosa fece scalpore e fu risaputa in giro (e si racconta ancora come una leggenda metropolitana). Era un fatto vero, purtroppo. Quelle due maestre, nella loro ignoranza tapina hanno fatto qualcosa che somiglia esattamente a quello che la Corte europea dei diritti ha fatto ora (a milioni di cittadini europei): hanno leso i diritti sacrosanti di centinaia di bambini, credendo di ‘regalare’ un vantaggio a un solo loro compagno. Hanno (quelle due stupide donne) fatto un’ingiustizia e creato tra il piccolo Mohammed e i suoi compagni una insanabile frattura (cosa assolutamente in contrasto con la natura del compito pedagogico cui erano chiamate). La religione, qui, non c’entra: si tratta di pochezza. La pochezza delle due maestre passi, ma… quella della Corte dei diritti come la metabolizziamo? È impazzita(?): nel tentativo di ‘accogliere’ bene l’Islam o chicchessia è diventata iconoclasta/ ha dimenticato che ‘accoglienza’ non vuol dire ‘svestirsi’ delle proprie identità, ma mantenerle saldamente e arricchirsi delle altre? Questa benedetta Corte ha proprio ‘toppato’ e di brutto anche, perché ha trasformato in sottrazione ciò che necessariamente e assolutamente deve essere gestito come ‘addizione’-arricchimento-crescita. E, se tutte le volte che dobbiamo integrarci con qualcuno o, meglio, che qualcuno deve integrarsi con noi, dobbiamo ‘disfarci’ di una nostra ‘nota’ storica/ religiosa/ paesaggistica (magari)/ architettonica (perché no? Che ne dice la Corte dei diritti? E che ne dice la UE?), DOVE ANDREMO A FINIRE? I Crocifissi sono, ‘molto sempre’, delle statue (delle opere d’arte piccole o grandi o piccolissime): li dobbiamo togliere? E certo! Offendono l’occhio di qualcuno (il ‘diritto’ di genitori stranieri a crescere i figli a modo loro anche in Italia)…, ma il Cristo non è solo nelle scuole… È in molti altri luoghi pubblici (piazze/ eremi/ santuari/ viali). Giganteggia su cime e su campanili, accoglie i turisti dietro curve, accanto a fontane e nei posti più impensati (da opere d’arte nei materiali più disparati): se le piccole croci sul muro offendono i vari Mohamed piccoli e grandi, quanto di più li offenderanno le grandi croci imponenti e artistiche, che si fanno richiamo di folle…(?) Abbiamo statue e campanili e architetture a iosa che sono un’offesa unica alle culture religiose altrui: ‘che famo’? E levamo tutte’? La Corte europea dei diritti è pazza da legare e infrange i diritti a rotta di collo, altro che difenderli! E la Ue non le dice nulla (ma non è una novità/ si è capito da un pezzo che non sta dalla parte della saggezza e che, se può calpestare i diritti dei popoli, lo fa: vedi uranio impoverito/ vedi ‘furto’ dell’acqua/ vedi interessenze varie con multinazionali e con governi che si macchiano di genocidi). Il problema è gravissimo: se basta un qualsiasi individuo (straniero o autoctono poco importa) a sollevare uno pseudo- problema di ‘integrazione’ (e a lanciarlo, come una palla di neve da trasformare in valanga), possiamo aspettarci che, al primo benpensante che si senta offeso dalla monumentalità di certa ‘architettura’ (‘a sfondo religioso’, Dio ci liberi), quella ‘lungimirante’ (come una talpa!) Corte (con la benedizione della shortsighted Ue) ci chieda di abbattere intere città magnifiche (come Firenze o Venezia) e ci ‘condanni’ se poco poco non ce ne mostriamo pure contenti. Siamo messi proprio male, allora, perché abbiamo un retaggio di ricchezza enorme (in fatto di arte- e religiosa, per giunta e per colmo di sventura!?!): vuoi vedere, ‘mo’ che ce ne dobbiamo pure vergognare? E certo, come ci permettiamo di avere ‘cose’ come la pala di San Zeno del Mantegna (con quella Crocifissione meravigliosa breathtaking) che potrebbe offendere ‘qualcuno’ di coloro che provengono da altre culture-altri popoli e che hanno il diritto (a detta di quella ‘Corte’ che non vede oltre il suo naso) di ‘integrarsi’ in casa nostra ‘educando i loro figli senza il disturbo dei nostri simboli religiosi’?
E diamoci, allora, alla pazza gioia (perché no?): andiamo proprio via dall’Italia e dall’Europa e consegniamo tutto quanto (non senza aver prima raso al suolo le ‘offensive’ opere d’arte…) ai nostri ‘ospiti (eh? Che ne dice la Corte dei ‘diritti’ dei miei stivali e che ne dice la UE?). Dio ci salvi (se può pure Lui, perché con certe teste opache alla luce ha vita ben difficile, mi sa…): ma perché, santa pazienza, perché buona parte di quelli che comandano sono ‘scarsi’ di sale? Ed è un vero guaio, perché, una volta entrati nel ruolo d’importanza, sono fuori dalla portata dei consigli sensati. Le due maestre hanno almeno ricevuto una bella lezione (che probabilmente non saranno state in grado di metabolizzare e di ‘investire’ in vivai di semine educative future- perché sicuramente caratterizzate da thick brain) dal padre del piccolo Mohammed. L’uomo (un operaio semplice e non acculturato) disse parole di una disarmante saggezza, più o meno di questo contenuto: “Sono io che sono venuto in Italia e siete voi che dovete dirmi cosa fare e come comportarmi in casa vostra, non il contrario. Ho portato mio figlio qui e voglio che faccia quello che fanno i bambini italiani e non che i bambini italiani smettano di essere tali per far piacere a lui. E poi… la nostra religione mussulmana riconosce Gesù, non capisco dove sia il problema”. La Corte dei diritti (e la UE che dovrebbe prenderla per la collottola e non lo fa) da chi riceverà la sua lezione? Il problema, ahimè, è nella miopia di chi non si accorge di voler spingere i popoli a doversi disfare delle proprie identità (Deus avertat) in favore di quelle altrui, proprio come chi scambia il rispetto e l’accoglienza verso altre culture con lo stolto e contorto tentativo di snaturare la propria. Abbiamo bisogno di voli di saggezza (così che… quod bonum faustum fortunatumque sit).
La Corte europea dei ‘diritti’, piuttosto che dedicare il suo tempo a un provvedimento iconoclasta e lesivo dei ‘diritti’ degl’Italiani (e degli Europei e di tutti i Cristiani del mondo), avrebbe fatto meglio a porgere l’orecchio al grido di dolore degli innocenti perseguitati e a far giungere la voce dell’Europa (sia pure cantando una ninnananna) dove l’infanzia non è solo negata, ma anche trucidata (che spreco di risorse e di buone intenzioni maldirette, in un mondo che pullula di drammi urgenti e agghiaccianti…). Non vedo barlumi di speranza in quella direzione, però, e immagino che i giudici famigerati di quella Corte europea, se avessero una qualche giurisdizione mondiale, avrebbero di che sbizzarrirsi e, magari, chissà, potrebbero spingere la loro ‘giustizia’ fino a creare veri e propri ‘cantieri’ di abbattimento di alcune meraviglie del mondo (‘obbrobri offensivi’ per Islam talebano e altre religioni…), come l’imponente e suggestivo Cristo che svetta sulla montagna del Corcovado e ‘offende’ con la sua bellezza tutta la grandissima baia di Rio De Janeiro. Mi piacerebbe proprio dare quei ‘giudici’ in pasto ai Brasiliani, che non sono certo rammolliti e ‘permissivi’ come noi e che a chi osasse toccare il simbolo più amato di Rio (l’abbraccio caloroso del loro popolo ospitale) strapperebbero piuttosto il cuore. Non onora l’Europa e neppure il mondo la ‘condanna’ inflitta da detta ‘corte europea’ all’Italia e si ‘assorella’ (ci vuole un termine nuovo: ‘affratellarsi’ è una parola troppo armoniosa per la destinazione d’uso) con l’entropia violenta della caprina ignoranza con cui i Talebani hanno sfregiato i budda secolari/ imponenti/ giganteschi/ straordinari e unici (esempi di un’impagabile testimonianza di arte antica/ inno alla genialità del piccolo uomo mortale che, in nome delle cose in cui crede, può fare meraviglie grandiose). Era una ‘corte’ (al femminile) pure quella che condannò le due statue magnifiche della valle di Bamiyan: il 02 Marzo del 2001, in Afghanistan, gli integralisti eseguirono la sentenza della ‘Corte’ Suprema che imponeva di eliminare le statue pre-islamiche (e cioè tutti i tesori incalcolabili dell’arte, i templi e i monasteri). L’Islam moderato (e colto) fu il primo a inorridire, in tutto il mondo. I volti dei budda (tanto amati dalla nostra povera Maria Grazia Cutuli, che tanto scrisse della loro locazione afghana) erano stati sfregiati da invasori antichi, ma il vero scempio delle statue (con mitraglie e persino con missili) fu fatto dai Talebani, che ne avevano già danneggiato i piedi (trasformandoli in deposito di armi). Occorre vigilare sulle organizzazioni (come la Corte Europea dei diritti) dalla vista corta, perché potrebbero diventare il braccio dei vari talebani (dell’ultima ora e sotto mentite spoglie) e fare scempio delle culture e delle ricchezze dei popoli, in nome di fanatismi privi del lume dell’alfabetizzazione della mente e dello spirito. Gli uomini di buona volontà devono vigilare, per evitare l’avvento degli ottusi, perché l’ottusità del cervello va a braccetto con quella del cuore (e non ha orecchie per il pianto di chi soffre).
Non mi risulta (e mi piacerebbe tanto sbagliarmi) che la Ue (Corte dei diritti inclusa) abbia rattristato il suo ‘cuore’ con il grido di orrore che proviene dal Sudan. Mi risulta che solo il cuore di cittadini americani (Cristiani) duole per i bambini catturati come bestie nel Sud del Sudan/venduti come schiavi nel Nord e crea organizzazioni attraverso cui tendere la mano (agli schiavi del terzo millennio). Solo organizzazioni di Cristiani americani piangono per quei bambini e fanno molto di più: pagano riscatti, comprano la loro libertà, li liberano, restituiscono loro la dignità umana… L’Europa non ha tempo per queste ‘inezie’ (è occupata a gettare i Crocifissi dalla finestra/ a emanare decreti con cui ledere i diritti dei cittadini europei/ a togliere loro i simboli storico-religiosi/ a scatenare diatribe sterili, che autoimplodono e non restituiscono la dignità a nessuno).
L’Europa tace… e i suoi Cattolici? I Cattolici europei (ormai incolonnati e incamminati verso non sanno dove, sotto la guida delle voci imberbi dei loro figli spesso troppo giovani e svogliati per conoscere la storia e troppo viziati per conquistarsi l’atavico rispetto della religione) sono latitanti/ non ci sono/ disertano le barricate del bene in Sudan/ tradiscono gli esseri umani venduti come schiavi e, così facendo, lasciano via libera allo schiavismo (che, per dormire bene, continuano a credere abolito da qualche secolo).
I Cattolici italiani (che erano la totalità degli abitanti dello stivale solo qualche anno fa) sono diventati trasparenti (anzi sono dei camaleonti: riflettono gli sfondi del momento) e non pronunciano più parole incisive/ non cambiano più le cose per il bene/ non si fanno sentire/ sono dei desaparecidos (dove sono quando servono i vari CL ecc.)? Si autocreano, autoincensano, autonutrono, autoaiutano, autocelebrano (autoproliferano)/ espletano tutte le loro ‘funzioni’ all’interno delle loro ‘messapie’ (che ingrandiscono e fortificano) e non hanno nulla da dare al mondo ‘esterno’(?)/ a chi e a che cosa servono, dunque(?)/ in che cosa migliorano il mondo con la loro presenza? I preti e i religiosi, in generale, fanno molto, invece/ vanno dappertutto e pagano un prezzo altissimo (insieme ai diseredati di tutto il mondo). Il papa, il tanto criticato papa (che, alla sua età, avrebbe bisogno di pace e di silenzio -e di riposo per il suo corpo anziano e pieno di dolori) si sobbarca ore infinite di standing, spostamenti, viaggi, sforzi, sacrifici/ ha sempre parole da dire- esortazioni da far giungere dove possono fare la differenza tra la vita e la morte- aiuti da inventare per le sue coorti di missionari e sacerdoti ‘sul campo di battaglia’/ non dimentica l’Africa e alza la voce in sua difesa, ma rimane ‘voce nel deserto’… (perché neanche i Cattolici hanno tempo per ascoltarla, occupati come sono a recitare la parte dei ‘progressisti’- ma verso quale progresso incedono, se, strada facendo ‘si’ perdono i pezzi di ciò che erano e non sanno che cosa diventeranno?). Il minestrone delle critiche trite (del solito ritornello pseudostorico sulle crociate/ sull’inquisizione/ sui Borgia e persino sul nazismo) è diventato un comodo haven in cui gl’ignavi trovano nazionalità ibrida (e identità altrettanto ibride, dalle quali non devono muovere un dito per aiutare nessuno e, possibilmente, non devono neppure sentirsi in colpa per le defezioni eclatanti nelle decisioni che ‘scolpiscono’ il domani dei loro figli). Gl’ignavi che mi fanno più pena sono proprio gl’ignavi cattolici (e quelli con figli giovani pseudoeruditi, ai quali permettono di sputare sentenze sulla loro religione/ su ciò che erano i loro padri e i padri dei padri/ su tutto ciò che conta e su più ancora e ai quali lasciano tracciare una pista senza direzioni precise che non li porterà da nessuna parte). Beati coloro che hanno sofferto per guadagnare la loro dignità e per difendere la loro identità (perché sapranno sempre per che cosa vale la pena di lottare e, quel che più conta, sapranno sempre in quale direzione andare).
Noi (popoli fortunati che un tempo eravamo popoli sfortunati) finiremo per smarrirci (perché accecati dagli agi che ci hanno reso indolenti) e per scoprire (troppo tardi) che eravamo fortunati quando eravamo sfortunati (quando cioè sapevamo bene chi erano i nostri predecessori/ sapevamo quanto avevamo sofferto e sapevamo in che direzione arrampicarci- con sacrificio/sudore/ fatica- per salire).
I Cattolici ‘progressisti’ (intellettuali) sono i peggiori (perché si sentono ‘colti’ solo attaccando la Chiesa -quasi vergognandosi di essere cattolici e mancando del fegato per scegliersi un’altra religione o, magari, sentendosi troppo ‘grandi’ e troppo ‘intellettuali’ per non trovare pecche anche in altro credo) e sono quelli cui la magnifica ventata rigenerante del passaggio di Giovanni Paolo II (nella Chiesa cattolica e nel mondo) dovrebbe aver dato ‘la sveglia’. Non ha funzionato… Hanno scelto (tristemente) di rimanere in disparte (anche allora). Pecche (storiche e inquisizioni varie) hanno fatto il loro tempo/ errori e scandali (inevitabili in tutte le religioni) non sono giustificazioni sufficienti per l’ignavia (in nessun caso e per nessuno). Non c’è popolo senza religione (e la religione fa parte dell’identità basilare dei popoli). Non sbaglia muri chi non fabbrica e la storia (anche quella religiosa) è piena di errori, ma è anche piena di esempi luminosi (ed è a quelli che occorre guardare in tempi difficili). Sono dignitosi e rispettabili, comunque, coloro che non rinnegano le loro posizioni (e che ne hanno una, in ogni caso): dove sono i Cattolici che prendono posizione e che si schierano da qualche parte? Non sento le loro voci levarsi quando dovrebbero (non le sento gridare dove servirebbero).
Quanti atti mancano ancora alla tragedia del Sudan?
Il colpo di stato nel colpo di stato (1989) del generale Omar al-Bashir (Ecco in quale punto della storia sudanese questo personaggio compare) eliminò il regime al potere/ fece piazza pulita dei partiti politici/ creò una giunta militare (con l’aiuto e la partecipazione del Fronte Nazionale Islamico, FNI, cui fece un ‘lifting’ chiamandolo Partito del Congresso Nazionale, PCN) e iniziò la sua carriera di presidente firmatario dei genocidi massicci che, da lì in poi, si sarebbero consumati. Le organizzazioni africane per i diritti umani lo accusarono (1995) del genocidio (in cui morirono un milione di persone/ tre milioni di profughi cercarono scampo nei paesi confinanti) dei Nubiani: come e perché la corte internazionale dell’Aja non ha tenuto conto della testimonianza autorevole delle organizzazioni africane? Al- Bashir, proprio lui, fu rieletto (1996) e con il 76% dei voti (?). ‘Ospitò’ Osama Bin Laden, nei primi anni Novanta, e si attirò l’embargo degli USA (nel 1998-dopo il bombardamento delle ambasciate americane di Tanzania e Kenya) e il bombardamento di un obiettivo terroristico (coincidente con un impianto chimico -poi si scoprì- nei paraggi di Khartoum). Al-Bashir dichiarò lo stato d’emergenza e rinnovò il suo ‘gabinetto’.
Stremati da fame e guerra, orde di sfollati affollarono i centri umanitari (tra il 1998 e 2002). Le elezioni del 2000 furono boicottate dalla maggioranza dei partiti di opposizione, ma al- Bashir si autoinvestì del potere (2001-Febbraio) forte dell’86,5% dei voti (Dio sa come ottenuti). Le pressioni delle organizzazioni internazionali per i diritti umani misero alle strette il governo di Khartoum, che annunciò (dicembre 2001) di aver ‘liberato’ 14.500 schiavi (ma chi li vide mai e chi potrà verificare la veridicità di tale ‘annuncio’?). SPLA e FSDP (Forza Sudanese di Difesa Popolare) misero da parte le loro rivalità e si unirono (Gennaio 2002) contro il governo: in Ottobre furono avviate le trattative di pace tra SPLA e governo, in Kenya, non senza la zampa degli USA, che minacciarono, ove la pace non fosse stata raggiunta entro il marzo 2003, di aumentare i proventi altissimi pagati alla SPLA (ecco, ahimè, la prima anima di ‘cartone’ e anzi di sterlina sudanese dei guerriglieri che erano i difensori dei derelitti) e di perpetuare l’embargo, e non senza ambizioni del capo della SPLA (ecco la seconda anima di cartone dei guerriglieri: il potere), John Garang, che pretendeva la vicepresidenza del Sudan e le province meridionali di Nuba, Abyei e Nilo Azzurro, di cui il Nord si era appropriato nel 1972). La questione rimase irrisolta, ma, tra Aprile e Dicembre, (in nome dell’interesse economico e non in nome delle vite umane ‘sperperate’ e di quelle della totalità della popolazione del Sud, che viveva al di sotto della soglia di povertà) governo e SPLA si accordarono: avrebbero 1) riunito le loro truppe in un unico esercito (ma che bella pensata! E ci si meraviglia poi se si scannanoi a vicenda) di 39 mila uomini; 2) si sarebbero spartita la torta dei profitti del petrolio nel gennaio 2004; 3) avrebbero approntato una nuova costituzione entro il 2004; 4) avrebbero concesso l'autonomia amministrativa al Sud, sempre nel 2004; 5) avrebbero indetto un referendum (nel 2010 sull'indipendenza del Sud). Il leader del FNI, Hassan al-Turabi (incarcerato anni prima) fu ‘riabilitato’ (Ottobre 2003) insieme al suo partito.
La Cina, che si fregiava di ‘alleggerire’ il Sudan del 55% delle sue esportazioni (con Malesia e Canada- e chi è senza colpa scagli l’ultima della migliaia di milioni di pietre assassine), finanziò (2004) un condotto petrolifero diretto al Mar Rosso (con tutti gli annessi e connessi disastri ambientali e umani del caso). Ciò portò al ‘Sudan’ (cioè alle tasche ladre del suo governo divoratore del popolo) un netto annuo di 500 mila dollari.
La pace, in tutte le tiritere varie, fu sempre latitante. Lo spirito che animò gl’interlocutori ebbe sempre l’ala dell’avidità come angelo protettore e se ne videro i frutti velenosi e perversi da subito: mentre ancora si trattava la pace (fra Nord e Sud), le truppe governative si scagliarono con ferocia contro il Darfur (Gennaio 2004), nel Sudan occidentale (che cadeva ormai sotto le doppie zampe del Nord e del Sud) e il suo Movimento di liberazione sudanese (SLA), che prima si era chiamato Movimento di liberazione di Darfur e che aveva soltanto un anno di vita. Il Darfur aveva creato quel movimento per sopravvivere agli attacchi criminali dei gruppi di nomadi arabi -delle popolazioni Janjawid (armate e addestrate dal governo sudanese- vergogna delle vergogne più nere- che le usava come ‘manovalanza’-intermediaria della sua politica di genocidio), che, dopo aver abbandonato il Sahel (desertificato a dovere) erano pronte a ‘liberare’ il Darfur dai suoi legittimi abitanti (i gruppi etnici neri mussulmani Masaalit, Fur e Zaghawa) e a prendersi le terre che essi avevano rispettato e mantenuto vive e ben irrigate. La ‘materna’ cura che il governo sudanese (guidata dal ‘cuore’ del suo presidente) seppe fornire ai suoi figli del Sudan occidentale costò (entro il 2004) diecimila vite umane/ un milione di sfollati (fatti oggetto di violenze fisiche, di torture, sevizie di ogni genere e stupri, durante la loro fuga verso il Ciad)/ distruzione di proprietà e poderi/ sfacelo e rovine smisurate. Le torture contro i profughi bambini del Darfur furono denunciate dall’Organizzazione mondiale contro la tortura. Al Turabi e i membri del suo partito (per quanto corrotti, erano probabilmente ancora ‘infettati’ da residui di umanità invisi ad Al-Bashir) furono di nuovo arrestati (2004- Marzo), a Maggio i confini del Ciad furono violati (l’inventiva dissacrante di Al-Bashir non si è fermata davanti a niente)/ l’esercito del Ciad fu attaccato. I suoi segugi allertarono al-Bashir sulla possibilità che i gruppi armati di Darfur, Nuba, Abyei e Nilo Azzurro potessero unirsi. La guerra esplose, furente, di nuovo, e seminò altra distruzione (e morte – se ancora ce ne fosse stato bisogno) e, in tutto ciò, non so come collocare il fatto che (Aprile 2004) la Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite volle astenersi (capite? Astenersi…) dalle giuste sanzioni che avrebbe dovuto infliggere al governo sudanese (e non si vergognò di continuare a chiamarsi Commissione per i ‘diritti umani’). Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) dell'ONU, però, trovò (un mese dopo) il fiato per annunciare al mondo (come se il mondo non lo sapesse) che tre milioni di persone erano vittime di fame e malattie causate dalla guerra (e chissà la guerra da chi era mai causata/ lo sterminio di tanta gente a chi era da addebitare/ la mancata cattura del lupus in fabula Al-bashir quale petto poteva mai decorare se non quello dell’Onu)…
La drammaticità (in Giugno) della situazione del Darfur era ormai sotto gli occhi di tutto il mondo: era una vergogna senza proporzioni che gridava, come una piaga aperta nel fianco del genere umano. Non poteva più passare inosservata. Colin Powell andò in Sudan a chiedere di far cessare gli attacchi contro i civili, in Darfur (e l’ONU non seppe fare altro che ‘spendere’ le parole di Kofi Annan, dichiarando che la comunità internazionale avrebbe dovuto “agire”/ difendere la popolazione del Darfur ma ‘solo ove il governo di Khartoum non avesse preso i provvedimenti del caso’ -ma quali provvedimenti voleva dal mandante dei genocidi? E chi doveva intervenire, se le nazioni unite ‘era lui’?). L'ONU, che non aveva mosso né un dito né un piede per impedire i genocidi, descrisse (non so con quale faccia tosta) la tragedia del Darfur come la peggiore crisi umanitaria del mondo (alleluia! Ce la fece, alla fine! Peccato che non arrivò anche a battersi il petto e a recitare il mea culpa!): ‘te credo’, la stima (a Marzo 2005) era di 180.000 morti e due milioni di sfollati (200.000 rifugiati in Ciad), solo in Darfur e solo nel tempo di diciotto mesi. La Commissione dell'ONU per il Darfur (mi addolora sapere che ne esistesse una) trasse conclusioni che gridano vendetta al cielo e che inducono a domandarsi che cosa aspetti la comunità internazionale a sciogliere con disonore un simile covo di vipere false e criminali. Eccole le conclusioni: il governo (sudanese, badate bene) non si era macchiato di genocidio (per carità, e di che cosa era responsabile, allora?), ma ‘solo’ (assurdo degli assurdi) di “gravi violazioni dei diritti umani” (e ci voleva la scienza infusa dell’ONU per asserire ciò?) e ‘della legge internazionale’ (si è proprio sforzato l’ONU)”. ‘Quella’ commissione (con lettera minuscola) è peggio di al-Bashir e pensa al proprio tornaconto (e non certo ad evitare i genocidi efferati): ha negato ciò che avrebbe obbligato la comunità internazionale a intervenire (‘i genocidi’) e ha ‘ammesso’ ciò che non ‘scomoda‘ l’ONU (i ‘crimini contro l'umanità’-povera umanità tradita da chi dovrebbe ergersi a suo baluardo di difesa!). Non ho capito, però, perché l’onu non debba scomodarsi per i crimini contro l’umanità (che razza di ordinamento gli hanno dato? Lo hanno concepito perché si ‘disturbi’ quando i genocidi sono denunciabili? Ma… ciò vuol dire che per denunciare un genocidio esso deve essere già accaduto (e deve poter essere pure dimostrato ‘con prove’- Dio salvi questo nostro mondo folle da chi lo dovrebbe difendere…). L’Onu, dunque, va mandato perché vada a constatare l’estinzione dei popoli…(?!?)
Conclusione
Il Sudan, intanto, ha ‘riesumato’ la “guerra santa” di un ventennio addietro (il Darfur rischia l’estinzione): dov’è l’ONU? E, visto che l’Onu è inutile, dove sono tutti gli esseri umani che credono in Dio (o in una divinità qualsiasi) e si ritengono fratelli di chi soffre? Dove sono i Cattolici, i Testimoni di Geova, i Luterani, i Protestanti, gli Avventisti, i Mormoni, i Mussulmani buoni, gli Indù e tutti gli altri? Perché non fanno nulla? Perché non creano un grido unico e così forte da far tremare quel Nord islamico e il suo malefico regime? E, se i Cattolici devono servire soltanto ad attaccare (in modo sterile) la Chiesa (che ha le sue pecche storiche/ pregresse/ presenti e i suoi pedofili, ma ha anche tanti santi, c’è/ è sui campi di battaglia con i suoi puri di cuore…) e non a dare aiuto ai fratelli d’altri lidi né ai missionari (prodotti da quella stessa chiesa e pronti a morire con i fratelli perseguitati e massacrati), piuttosto che restare ‘presunti’ cattolici si ‘sbattezzino’ e non se ne parli più. I Cristiani muoiono anche in Vietnam (le alture risuonano delle stragi tremende compiute dal regime che stermina le popolazioni Montagnard). L’ONU tace/ è assente/ non ha corpo snello né gambe agili e utili a salvare la vita umana (a difendere davvero i diritti umani- di cui la vita è il diritto estremo) e tacciono tutte le religioni e i loro popoli (anche i Cattolici)… (erano due milioni i Montagnard/ sono solo 770 mila o, meglio, erano 770.000 nella scorsa primavera: mentre l’Europa pensa a togliere i Crocifissi ai suoi popoli cristiani e i Cattolici italiani (invece di dire all’unisono ‘non osare!’) gareggiano per vincere il premio delle lingue più ‘leziose’, quel piccolo popolo cristiano viene sterminato (nel silenzio tanto rumoroso quanto colpevole del mondo ‘fortunato’). Il cuore si fa così pesante, di fronte a tali genocidi, che quasi fatica a battere nel petto (consapevole soltanto della disarmante impotenza) e, intanto, quei fratelli lontani muoiono. Dov’è l’ONU (ancora una volta)? Che cosa fa l’ONU? A chi serve un ONU così obsoleto e così INUTILE? E… dove sono i fratelli Cristiani del mondo? Perché non si mobilitano per impedire lo scempio infame dello sterminio dei loro fratelli cristiani montagnard? E perché la UE sostiene il governo (il regime!) di Hanoi che sta perpetrando tale genocidio?!? I radicali (che stanno a Cattolici e Cristiani come il diavolo all’acquasanta- perché non hanno mai dimenticato che i giornali definivano la sua leader femminile “la macellaia” e la inseguivano, per ritrarla con il grembiule insanguinato davanti ai locali in cui lasciava i tavoli pure insanguinati su cui aveva eseguito aborti clandestini e dai quali scappava, per sfuggire alla cattura- ai tempi in cui l’aborto aveva ancora il suo nome: omicidio) alzano da tempo la voce contro il genocidio dei Montagnard (Tutte le vite difese, in varie lotte contro l’ingiustizia, faranno ammenda per le piccole vite prese con gli aborti, che ne dite? E tutte le vite non difese dai Cristiani vari potranno andare in pari con quelle degli aborti non fatti?). La vita è sacra (niente è più vero di questo), ma se lo è, allora, chi non la difende (e lascia che si compiano genocidi inenarrabili) dove si colloca (e come si definisce)? Ignorare gli eventi è una buona giustificazione (la totale assenza di preghiere per la vita dei Montagnard, nelle varie chiese, dipenderà da questo? Me lo auguro…). Non si può dire altrettanto per l’ONU (che sa e che dovrebbe avere mezzi e strumenti e uomini e armi, se necessario…, per salvare interi popoli dall’estinzione): come non gridare e gridare e gridare che è assurdo/ che è ingiusto/ che è scandaloso/ che è vergognoso che un simile organismo esista (e che sprechi montagne enormi di risorse umane e monetarie nella ‘manutenzione’ mangiona delle sue stesse ‘spire’ serpentifere disposte a spirale senza spiragli veri e risolutivi per le popolazioni che se dovevano sprofondare sprofondano e se dovevano estinguersi si estinguono)?!?
E volete sapere una cosa ancora peggiore? Esistono individui (indegni di chiamarsi uomini) che difendono le ragioni dell’interesse e del potere (ovvero non vedono nulla di male in ciò che è accaduto e accade in Sudan e ritengono che si tratti di ‘civilissime’ cose ‘normali’ di politica interna che non dovrebbe rivestire nota d’importanza e non dovrebbe attirare ‘interferenze): se fossi cattiva, augurerei loro di ‘esperimentare’ né più né meno che le violenze dei bambini sudanesi, ma cose così non si augurano neppure ai nemici; mi limito, perciò, a sconsigliare a quegl’ibridi umani di non trasferirsi con i bambini al seguito nelle terre dissacrate dagli schiavisti sudanesi, perché potrebbe capitare ai loro figli di fare la fine dei bambini schiavi sodomizzati, ammazzati e crocifissi (e potrebbero provare in prima persona che cosa voglia dire vivere sotto un governo tanto ‘civile’ da razziare esseri umani, venderli come schiavi e ritenere lo schiavismo una pratica ‘normale’). Vergogna a coloro (li citerei con nome e cognome, ma sarebbe troppo onore) che difendono gli schiavisti/ vergogna da qui a ‘sette volte sette’ generazioni (e, comunque, provo per loro pena). Ci vorrebbe un mondo pieno di ‘predisposizione’ all’amicizia e al perdono (e ci vorrebbe che tutti avessimo l’animo scevro da odi e da rancori, cosa assai difficile, in presenza di delitti e di crimini tanto grandi da non avere ‘bilance’ che li possano ‘pesare’). L’orrore che provo è infinito, ma devo confessare che esso nulla ha a che a vedere con l’odio. Non si può provare odio per le creature mostruose, fuori misura, fuori range umano. Ciò che si prova è sgomento (uno sgomento senza nome e senza parametri-parole) e un senso di impotenza che paralizza persino la preghiera (di fronte all’evidenza delle ‘mutazioni’ che possono ‘aggredire’ una certa stirpe di uomini e trasformarli in creature dalle caratteristiche avulse dai geni umani). La paura, la lacerazione cosmica di certe dimensioni geografiche violate (che si fa intermittenza ultrasonica dei silenzi dalle sirene spiegate) trasforma coloro che sono ancora “men of men” (Wilbur Smith mi presti il suo titolo) in radar ignari del grido dell’innocenza trafitta/ dell’amicizia tradita/ dell’umanità ‘sconsacrata’. Sono quelle le ‘emittenti’ vive delle preghiere non recitate (che giungeranno, infine, dove sono attese). Gli animi deformi (perpetratori di ignominie innominabili) ne riceveranno il ‘ritorno’ e tremeranno, perché (là dove gli ONU non servono/ il petrolio non scalda/ il denaro non ha patrie/ l’amico non trama/ gli alfabeti non compendiano la morte/ gli afflitti si trasfigurano in sorriso/ i potenti si sciolgono nei crogiuoli delle loro azioni/ la semina della gioia germoglia in girotondi di bambini…) non troveranno putrefazione da respirare e si estingueranno, polverizzandosi, come funghi velenosi cancellati dall’oblio.
Bruna Spagnuolo
(2 - fine)