Questa settimana milioni di italiani apprenderanno che il “Grande fratello” aiuta a capire e a educare. Lo scrive su Tv Sorrisi e Canzoni (n. 47) il direttore Alfonso Signorini: «Io credo che tutti i programmi che arrivano nelle case di milioni di italiani meritino rispetto e portino sulle spalle il peso di una grande responsabilità. Quella non solo di divertire, ma anche di informare, di educare. Sì, avete capito bene. Nel “Grande fratello” ogni anno si affrontano temi di grande rilievo sociale: dalla cassa integrazione, all'integrazione dei portatori di handicap. Dai problemi legati al mondo omosessuale... Per questo non mi vergogno e non mi vergognerò mai di dire che anche da un programma come il “Grande fratello” si può imparare. Certo bisogna saper leggere tra le righe, prestando attenzione a tutti i passaggi, anche a quelli più delicati. Accanirsi sulle sue dinamiche o sui suoi protagonisti è solo una scorciatoia. La scorciatoia di chi è vittima della pigrizia mentale e non vuole o non sa guardare al di là».
Evito commenti. Spero solo che l'articolo cada sotto gli occhi di Mariastella Gelmini, certamente priva di pigrizia mentale, la quale faccia pervenire agli insegnanti di tutte le scuole, una circolare con la disposizione di raccomandare vivamente agli studenti la visione del programma, e di insegnare loro a leggere tra le righe, e a prestare la massima attenzione a tutti i passaggi. Soprattutto a quelli più delicati.
Miriam Della Croce