Florence Burgat: «Quando sono gli animali
a essere sottoposti a sofferenza,
dipende semplicemente da noi porvi fine».
Poiché è il giorno di S. Francesco, il 4 ottobre è stato dichiarato “Giornata Mondiale degli Animali”. Un giorno all'anno. Non per ricordarci del modo in cui gli umani hanno trattato gli animali nel corso dei secoli e chiederci come ciò sia stato possibile. No, questo è l'unico giorno dell'anno per parlare di ciò che essi devono sopportare ogni giorno, senza tregua, in ogni parte del mondo e da tempo immemorabile.
Quando cambieranno mai le cose?
Due cose sono cambiate nella storia buia degli animali. La prima cosa è che mai come oggi sono stati uccisi così tanti animali, e mai come oggi ne sono stati sfruttati così tanti. Mai prima d'ora le condizioni degli animali sono state così dure. A miliardi sono imprigionati negli angusti box degli allevamenti, macellati al ritmo dei nastri trasportatori, uccisi con armi da fuoco, avvelenati o intrappolati, pescati, catturati per la loro pelliccia o la loro natura “esotica”, utilizzati nei laboratori, sottomessi e mutilati nei circhi, resi pazzi per l'isolamento negli zoo...
L'urgenza aumenta, perché adesso abbiamo i mezzi scientifici e tecnici per sfruttarli sempre di più: più carne, più latte, più conoscenza “scientifica”, più tutto...
Il mondo degli animali è allo stremo. Gli umani stanno per eradicare gli ultimi animali liberi per far posto a quelli di allevamento, per soddisfare i nostri bisogni, anche i più futili. Questa è la situazione.
La seconda cosa è la nascita di un movimento globale organizzato per la protezione e la difesa dei diritti degli animali, che va acquistando sempre più slancio. Un movimento che controlla, informa e investe tutte le energie disponibili per neutralizzare l'indifferenza o l'ignoranza delle persone, che, nella maggior parte dei casi, non hanno idea di ciò in cui sono coinvolte quando acquistano prodotti apparentemente innocui: un pezzo di prosciutto, uno yogurt, un paio di scarpe, un rossetto.
Quando cambieranno finalmente le cose?
Spesso ci lamentiamo della nostra impotenza quando veniamo a conoscenza di ciò che accade agli esseri umani nel mondo: torture, crimini, rapimenti. Ma quando sono gli animali a sopportare queste sofferenze, dipende solo da noi porvi fine: informandoci e astenendoci dall'acquistare prodotti derivanti dallo sfruttamento degli animali. La scelta è nostra, praticamente sempre; un'alternativa è quasi sempre possibile.
Smettiamo di camminare a testa bassa, ciechi e sordi, nonostante il fatto che molte cose rimangono nascoste, così che nessuno le vedrà o sentirà mai.
Florence Burgat, filosofa
(Direttore di Ricerca all'Inra – Università di Parigi I)
Per informazioni:
michele.mottini@cheapnet.it
LEAL – Sezione di Sondrio
(da 'l Gazetin, novembre 2009)