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Annagloria Del Piano. Giulio Casale presenta “La canzone di Nanda” 
La Beat Generation nei ricordi di Fernanda Pivano
15 Novembre 2009
 

«Nanda dice che i giovani d’America nascono negli anni ‘50».

Così comincia la pièce presentata in anteprima da Giulio Casale (foto, scattate nell'occasione da Gabriella) a Ponte in Valtellina (Sondrio) nell’ambito del “FestTeatro 2009/2010” per ricordare Fernanda Pivano a pochi mesi dalla sua scomparsa.

I giovani prendono il posto dei vecchi, dei saggi, o comunque li si volesse considerare, di quelli che imponevano le proprie convinzioni, dettavano le consuetudini del vivere sociale, gli atteggiamenti giusti da seguire... ed erano abituati da sempre ad essere obbediti.

La nuova generazione è quella della Coca Cola, della TV al technicolor, dei dischi da comprare: è quella di un target di consumatori nuovo e da tenere bene sottocchio.

Ma non c’è solo quella; c’è pure l’altra faccia della medaglia: giovani che sentono crescere dentro il bisogno di sovvertire tutto quell’ordine apparente, di scavalcare muri e reticolati di imposizioni esplicite o meno, di succhiare la vita in ogni sua manifestazione, bella o brutta che sia o finanche, addirittura, sordida. È la gioventù che attornierà “la Nanda”. Sono William Borroughs, Allen Ginsberg, Gregory Corso, Jack Kerouac. Sono quelli della Beat Generation.

E tutta una storia sta per nascere.

Per la regia di Gabriele Vacis, è uno spettacolo, quello che ci offre Casale, che ripercorre gli incontri della Pivano con quell’ambiente e quei tempi, la sua fame di conoscenza, la sua curiosità intellettuale instancabile e mai prevedibile, i suoi racconti, gli aneddoti su quelli che diventeranno i suoi amici che tanto la stimarono, quegli stessi autori, dapprima sconosciuti e poi divenuti celebri, che lei fece conoscere all’Italia traducendone e diffondendone l’opera.

E ancora, i suoi ricordi legati a Ernest Hemingway, alla sua vita sempre a due passi dalla morte, da quando ragazzo - soldato in guerra – i proiettili di una mitragliatrice l’avevano ferito, alla sua morte suicida…

E appaiono sulla scena, alle spalle di un Casale a tratti impetuoso, altre volte ironico o delicato, gigantografie, video e filmati, foto e fermo-immagini per lo più in un suggestivo bianco/nero a riproporre visi e situazioni e paesaggi cui Fernanda Pivano ci aveva abituato con le sue parole, coi suoi diari.

Una voce poderosa e calda ad intonare canzoni che furono la colonna sonora della beat generation, sopra tutti Bob Dylan, ma anche Jim Morrison e per l’Italia come non far entrare in scena De Andrè, la sua Guerra di Piero, il suo viso giovane di angelo, da poeta – come affermava l’amica Nanda senza mezze misure – più grande del Novecento italiano.

Ed è l’emozione degli intensi primipiani di tanti giovani miti passati alla storia per quella scelta di succhiare la vita, che a volte – lo si sa – si paga con un prezzo molto alto. L’emozione di rincontrare quella generazione morta di gioventù: James Dean, Jim Morrison, Marilyn Monroe, Janis Joplin, Tim Buckley… e in epoca più recente il figlio di quest’ultimo Jeff Buckley, fino a David Foster Wallace. È a loro, ai famosi e ai molti non famosi, angeli dalla pelle troppo fragile, a tutta questa grace under pressure che Giulio Casale dedica un’intensa interpretazione della Preghiera in gennaio scritta da De Andrè in memoria di Luigi Tenco, all’indomani del suo suicidio.

È uno spettacolo che dà emozioni, che sa procedere con un ritmo ben sostenuto, alternando momenti di ricordo quasi documentaristici, ad altri più personali, a citazioni e letture di brani, passando dal riso al canto, alla riflessione. Con momenti di vera commozione sul leit-motiv di quella bravura che sa di professionalità e partecipe autenticità che caratterizza questo autore, fin dai tempi di Polli d’allevamento (il Signor G tornato sulle scene) e di Formidabili quegli anni, altro straordinario affresco, questa volta del’68, raccontato da Capanna.

E così anche oggi The times they are a-changin’ e All you need is love, cantati dal pubblico insieme all’attore, possono parlarci col linguaggio più attuale.


Appuntamento, per il debutto ufficiale, de La canzone di Nanda al 16 novembre 2009 alla Scatola Magica del Teatro Strehler, Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa.

 

Annagloria Del Piano


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