Con un decreto della Regione Lombardia a firma del presidente Formigoni si è conclusa una storia iniziata il 21 giugno scorso con una affrettata delibera del Consiglio di Amministrazione della Casa di riposo che ha di fatto sottratto la casa di riposo al comune di Talamona (So) e alla storia, creando anche una netta contrapposizione tra il Consiglio di Amministrazione della Casa di riposo e l’Amministrazione comunale di Talamona.
Oggi a conclusione della vicenda riteniamo doveroso informare la popolazione su quanto è successo e soprattutto sulle azione che questa Amministrazione ha intrapreso in difesa della sua Comunità.
Anche se sono mesi che agiamo per difendere gli interessi del nostro Comune, fin’ora abbiamo preferito rimanere in silenzio, nel rispetto di tutti gli ospiti e i dipendenti della casa di riposo.
Domenica 21 giugno 2009 il Consiglio di amministrazione della Fondazione Casa di Riposo di Talamona (composto da Claudio Mazzoni, Don Giuseppe Longhini, Giuseppe Cornaggia, Ferdinando Schiantarelli e Isa Cappelletti) ha deliberato una variazione dello Statuto della Fondazione che principalmente consiste nel togliere all’Amministrazione comunale di Talamona la nomina dei 5 membri del Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo per definire che 3 membri siano nominati dalla Diocesi di Como, 1 sia di diritto l’Arciprete e solo 1 nominato dal Comune. Le modifiche statutarie sono state approvate con 4 voti a favore e con il voto contrario del consigliere Isolina Cappelletti.
Prima di tutto non sembra corretto cambiare gli assetti istituzionali dell’ente senza il parere dell’organo che li ha nominati. Inoltre appare strana questa fretta di modificare lo statuto, ancor più strana se si tiene presente che il consiglio di amministrazione della casa di riposo era di fatto in scadenza.
È lecito pensare che i quattro consiglieri favorevoli alla modifica dello Statuto ritenessero possibile una loro riconferma nell’incarico in scadenza il 21/09/2009 solo attraverso una modifica delle “regole del gioco”.
La delibera è stata approvata senza ascoltare le richieste del Sindaco che, venuto a sapere della volontà di modificare lo statuto, ha chiesto al Presidente un incontro (avvenuto solo dopo l’approvazione dello modifica dello statuto) e di rimandare di qualche giorno il CdA.
L’incontro tra il sindaco e il presidente della casa di riposo non serve a niente, le motivazioni del presidente non giustificano la fretta di presentare in Regione la richiesta di modifica dello statuto.
La richiesta specifica del sindaco, di sospendere l’invio in Regione della delibera e di organizzare un incontro tra le due amministrazioni al fine di favorire un accordo comune, non viene presa minimamente in considerazione e il Sindaco è stato costretto a ricorrere al notaio Barlascini per reperire la delibera. In possesso della delibera la giunta comunale, verificate le inesistenti motivazioni, dà l’incarico ad un legale per redigere osservazioni da inviare in Regione al fine di bloccare il parere favorevole della stessa.
Nel documento inviato si fa presente tra l’altro che la costituzione dell’ente morale è avvenuta in un ambito prettamente civico, con uno statuto che affidava l’amministrazione della Casa di Riposo alla congregazione di carità, i cui organi erano designati dal prefetto e dalle associazioni sindacali operanti in ambito locale dimostrando che è sempre esistito fin dalla sua fondazione uno stretto legame tra la comunità di Talamona e i suoi organi rappresentativi da un lato e la Casa di Riposo dall’altro.
Il 24 settembre il sindaco,considerato che il consiglio di amministrazione della casa di riposo è scaduto, nomina i nuovi cinque componenti, secondo lo statuto in vigore, non essendo ancora pervenuta da parte della Regione la modifica allo statuto stesso.
Il vecchio statuto prevede che entro 15 giorni dalla nomina il presidente uscente deve convocare il nuovo consiglio, ma il presidente Claudio Mazzoni, ancora con un atto discutibile, non convoca il consiglio adducendo la motivazione che sta aspettando il decreto della Regione.
Il 26 ottobre il presidente Formigoni firma il decreto… la storia così termina con il passaggio di gestione della casa di riposo alla Curia di Como e con un illegittimo ed immotivato esproprio della Comunità civile di Talamona.
Siamo veramente dispiaciuti per questa perdita ma anche sdegnati per il metodo utilizzato dai componenti del Consiglio della Casa di Riposo che hanno deciso un cambiamento radicale delle regole, senza nessun confronto con il Comune e con la popolazione, sottraendo di fatto al Comune e alla sua comunità un patrimonio esistente da più di cent’anni.
l'Amministrazione comunale di Talamona